Critica Sociela - anno XXXVII - n. 1 - 15 settembre 1945
CRITICA SOCIALE 7 Allora sj fece avanti Claudio Treves e con quella sua voce brusca e sensitiva, rotta dalla c.ommozio– ne. confessò che discutere e polemizzare più non si poteva ormai senza che le stesse parole tremas– sero di pudore ~ di.reverenza di fronJ:e alla prodi- -. giosa altezza di quegli scrupoH e di quèi-pensieri. Poi gridò un evviva àl socialismo ed una sola im– mensa· voce gli fece eco. · Confuso tra il pubblico, io sentivo crescere nel cuore il panico della_ verità. Solo dopo qua1che istante mi accorsi c~1ela folla cantava, ed era l'InuÒ dei Lavoi,atori. Nessun atto di f.ede, mai, mi p.arve più spo'htaneo e puro. Passarono molti anni, e una ser_a del 1938 gli agenti dell'Ovra., che mi avevan9 tratto da poco jn arresto, andarono ; perquisire 'fa mia _casa. Non c'era che un r.agazzo, ancora s.tudente di Liceo, e tost~ ·'che entrarono, il capo si ~vvide che' ave,,a ·nelle mani una rivista ·spiegata. Era un fascicolo d~lla ~ _Critica Sociale », col discorso del « bÌvac– co », ma .per qu.anto quella irruzione inaspettata lo avesse impressionato, le mani del ragazzo conti– nuavano a stringere la rivista e non_ tremavano. Il capo, con accento ,di meraviglia e di disprezzo, recriminò per quella lettur.a e, sopra tutto, si in– quietò dei molti tratti di matita che sottolinea– vano i passi più significativi della temeraria, spie– t.ata requjsitoria, insistendo che si tr;ttava di mi indegno libello. Si sentì rispondere, allora, fiera– mente, che ciascuno legge secondo i ·bisogni del proprio spirito. Quel ragazzo è caduto per la libertà, e 'parlava di 'Turati come se da lui avesst~•icevuto una deci– siva. consegna ideale. Un g~orno, ricordo, finì di leggere un altro ,di– .scorso pubblicato in· opuscolo e lo sorpresi poco dopo sulle ·pagine elettrizzanti di una storia della rivoluzione russa, dove si esaltava l'eroismo dei marinai di Kronstadt. Nei suoi occhi era la stessa meraviglia, candi.da e appassionata. *** Socialista nel sens? più alto e comprensivo, Tu– rati- fu indiscutibilmente :- e tale lo riconobbero i lavoratori impegnati' nella dura batbaglia per la redenzione dell'uomo - senza fisime bigotte e sen– za intransigenze scolastiche. Anche, marxista, ma -con quella· indipendenza di giudizio e di critica che è requisito non· prescindibile di un'effettiva e·_superiore personalità intellettuale. D.:'altronde sa– rebbe assurdo · e ridicolo a!tribuire un èaratteré dogmatico ad uni; ~do,ttrina politica, condizionata, come tale, alla incoercibile metamorfosi evolutiva della r~àltà prarica ~ spiritu~Ì~. E nessun pro– gresso certo sarehbe più fittizio e pericoloso di quello che 'vedesse moltiplicarsi.,ipdefinitamente la creazione delle cose _e inaridirsi la sorgente delle idee 1 se è vero che esistere significa sopra tutto pensare o, .almeno, ripensare .. Io noU: sono q~i a ric~rcare e a discutere entro quaH limiti ·e second~ quali categorie debba essere omologato il marxismo di Filippo Turati. È chi.aro che egli traeva, co\Ile i più seri revisionisti, dal– l'opera grandiosa del pensatore di Treviri, ispira– zioni ed insegnamenti essenziali ed accettò senza riserve l'analisi .fondamentale del dramma deIJa toria, che include la verità della lotta di classe, e la diagnosi rivelatrice delle disarmonie e delle disfonzioni dell'organismo sociale, che pon·e le premesse più influenti della rivoluzione moderna. Ma, come acutamente osserva Giuseppe Faravelli m uno studio sul marxismo i.n Italia, « egli si preoccupò di ill~1min.are e di integrare la dottrina alla luce dei cambiamenti avvenuti nella compa– _gin~ sociale e dell. · rnove esperienze proletarie, adattan°dola alle specifiche condizioni italiane, dQ– YC - a· tacere d'altro -· la struttura economica prevalentemente agricol.a e la esistenza di una dif– f~sissima classe lavoratrice rurale dovevano pur avere la loro ;influenza )). Però sf potrebbe anche .aggiungere, opportuna– mente, che la dottrina del maestro egli arricchì sopr.a tutto di un caldo ~ penetrante liev.ito ·di spi– ritualità. Nè fu meno ortodosso per questo, se è vero che Engels aveva scritto testualmente: « Marx ed io stesso dobbi11pio portare la responsabjlità de] fatto che talvolta i ,giovani .attribuiscono al fat.tore
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