Critica Sociela - anno XXXVII - n. 1 - 15 settembre 1945
6 CRITICA SOCIALE • zione· di Milano, i moti del popolo, la repressione stesso attribuiva non di rado la deriv_azione del di Bavà Beccaris, un p·rocesso 'fazioso e spietato, · proprio orientam...entò ideologico? oltre un anno di reclusione, la :iv.ipcita della de-. È troppo difficile cogliere la genesi e chiarire lo mocrazia, una elezione trionfale. sviluppo di c~hi processi interiori, "per quel ~i- Poi un ahro congedo, un lungo silenzio: quasi stero che inevitabilmente li avvolge, ma. è certo vent'anni. È Ja fuga, l'esilio, l'abbandono. che la fortuna del positivismo era .ormai J:ramon, . No, l'abbandono, no. Siamo qui noi per lui, con tata da un pezzo, e la statur.a di quest'uomo ancora Juj, e ancora .scriviamo con la' 1 mano commossa che dominava il suo ambient~ giganteggiando. E tutti raccoglie la sua consegna: « Heri dicebamus ». vedeva.no in lui e ~~l suo apostolato instancabile E avanti, coraggio; abbiamo ancora nel cuore e nell'esemplare dignità della sua vita i segn_i di le parole sacre con le quali egli prometteva a Gia- un superiore, commovente idealismo. corno Matteotti, suo discepolo prediletto, di vin- Ma forse non ad altri ma a lui, soltanto a lui, cere l'anaoscia e di continuare la lotta,- in un- atto conviene rifarsi anche questa volta per una più di fede che ha forse sollevato il socialismo al suo · persuasiva intelligenza delle dottrjne. e degli uo– vertice più aho. · _ · mini. A parte il sYgnificato informativo e candi_da- D'altra parte ci ha indicato austeramente-<< le vie mept~ superstizioso che attribuiva a certe nomen– maestre », e .noi le seguiremo fino in fondo, e.nes- clature scolasJ:jche, st.a di fatto che egli S!,mpre suna sc~rpiatòia, per facile e attraente che ci ap- pensò ~, meglio an~c:ra, s~ppe ·di:iiostr,are c?e le paia, potrà mai ingannare il nòstro cammino. categone delle opere .defimscono 1 uomo assai me– *** ·sj è detto di altri, in modo particolare di: Au– gusJ:o Osimo, animatore dell'« Umanitaria », suo· amico, che erano· poeti dell'azione; ma anche Fi– lippo Turati lo fu~ e. stupendamente. Nè si creda che egli ·abbia soltanto scritto e parlato, per quan-·r to mai si ab-handonass_e alle eopipiacenze erudite e alle accademie. Gli siudi legislàtivi più impor– tanti e delicati, in materia sociale specialmente, hanno impegnat.o spesso le stie· energie- migliori e più agguerrite. A lui, si devono :schemi e progetti -di grande interesse: autentici m'odelli di chiarezza ·e di equilibrio. Basterebbe rièo~are le sue rela– zioni _sul lavoro delle donne e dei fanc.iulli, sul 1·ipoeo festivo, sulla cooperazi_one, sulle otto ore. ·D'altro canto ogni suo discorso, e tr·a tutti me– ·morahjle quello che ha per ,itolo <lRifare l'Ita– lia », pronunziato nel rapido scorcio tra la fine_ dell'altra guerra e ·la ma.rcia su Roma, allinea as– sai più fatti che parole e, induce a pensare alle ossature di costruzioni ai:moniche; formidabili. Av– verti l'anelito perenne del pensiero, filtrato al va– gÌio della più• severa responsabilità, a esprimersi in concretezza dj programmi e. quasi a farsi ener– gia vitale, essenza èreatriee .. Non mai le idee per:_ dono il contatt~ delle cose e qegli uomini, per consumarsi nel cèrchio sterile della m~Ulfisica: esse '-- .. non sono che le messaggere impazienti delle esi-- genze che battono alle porte. Noh p.er bulla è pia– ciuto a qualcuno, e}ie lo conosceva per lunga con– suetudine di vita, di trascrivere sul frontespi7iio di una peO:sosa c·ommemorazione un vecchio, indovi– n_ato provèrbi.o: « Vale più un'oncia di fatti che un quintale di parole >>. . · In questa necessità morale di dare -.ad ògnÌ ispi– razione e ad ogui concetto un contenuto pratico, ùnà finalità immediata, in questa febbre di jmme– desimazio~e, del fare e dell'essere è il. ·senso più originale e, 1 interessante della sua personalità •. Influsso della filosofia positivistica, che trionfava ..al -te:Mpo della sua giovinezza e alla quale ·egli o - , glio di quelle delle idee. E poichè nella sintesi del– l'azi~ne si compongono e risoÌvono necessariamente le antitesi dello spirito, è chiaro che nessuno può essere ritenuto più mistico e is_pirato di lÙi. M,a mistico o positivista, cristiano o ·no, eglj fu sopra tutto, incòrtfondibilmente, se stesso. Uno epi: rito chiaroveggente, aperto a tutti i grandi richia– mi, un cuòre oltre modo sensibile e pieno di una espansiva, irrompente_ simpatia. . In un mondo che aspetta, c~n _un'an~ia che sj rinnova e incrudisce nei secoli, la gr,;1zia tanto rara di qualche uomo, Filippo 'Turati• può ben aspirate ad una citazione g€:l2samènte _personale._ Del resto soltanto questo suo .carattere così uma– no, questa sua individualità così spiccata, possono spiegare la influenza grandii;si~a che egli ebbe ap-, che. fuori del Partito e delle correnti dello stesso Socialismo. Quante volte la sua parola non arrivò al cuore di tutti gli Italiani, indistintamente? ' Pensate alla ~risi di Caporetto, ,allo scandalo __ immenso del deli.tto Matteotti. Quanti amici -devoti, fedelissimi, non si meritò pur tra _gli stessi avversari politici,? ~ Soltanto i fascisti - ·ed è troppo· na!Urale - potevano rimanere insensibili al fascino di quella sua vertiginosa superiorità. Eppure davanti ad es– sa parve qualJlìe volta esitare, come intimi,dita, anche la lofo smisurata tracotanza. Due episodi mi accade,. talvolta, di rievocare negli abbandoni nostalgici délla memoria che, pur così difficili da accostare, sembrano assurgere ad I.J.Ila suggestiva, imita~ia significazione simhol'iea .. Era una sera del 1919: vigilia elettorale; Teatro del Popolo a Milano. Turati doveva parlare, e con: lui Treves, non già in' contra-dditto~io, ma da pJ/i– zjoni, sopra tutto psicologiche, Ùn ~beo divergenti. ·lmmen,sa e~a la moltitudine accorsa e irrequieta, m~ quando il ma.eWi:ò prese la parola si fece nelJa sala un grande silenzio. Interrotto più volte da uragani di applausi, il discorso, mirabile per chia– rezza, ·profondità e· arguzia, venato qiia e là di un sarcasmo auster.amente""'eritico, venne accolto alla fine da una entusiastica, interm.inahilt ovazione.
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