Critica Sociale - XXXVI - n.18-19 - 16 set-15 ott 1926
I 298 CRITICA SOCIALE quel caro e raro galantuomo ch'è :i-1 prof. Ghisleri si rivolge in una ràpida introduzione ai Frammenti di filosofia naturale, b·overann0 ancora molto, mol– tissimo da _imparare nelle pagine t·obm'te del posi– tivista lllilanese, che fu uno dei più vasti intelletti e dei più forti sctittori italiani del secolo decimo– nono. I lettori d'oggidì, che non 'abbiano il tempo e ·l'opporturlità di andar a cercare le pubblicazioni, nelle quali apparvero alcuni articoli del Cattaneo, non più ristampati nelle raccolte- Le Monnier e Bar– b'èra, devono essere grati al Ghisleri, che offre loro la facile occasione di gustare scritti pieni di vigore. collie Agricoltura e Morale, lslru,zione e Agricol– lil'1·a, o come la stupenda rivista del I(osmos di Alessandro Huniboldt, o le anticipazioni crimino– logiche che si ·trovano nello scritto del 1843, ora ripubblicato col titolo Delle spinte sociali aUa delin– quenza. Solo che uno sfogli questi volumi, trova cosl freschi e cosi virili pensieri, çbe gli sembrano dettati 0ggi e l'icchi di mòniti anche pel domani. Ecco, proprio ad apertura di libro, l'articolo Delta , 71ena di 111,orlenella ('ulura legislaz'ione Ucilfona. E' un tema che,· a quanto sembra, va tornando cli 'llloda. ELLEA. L, SALVATORELLI - V·ita di S. F1·a,ncesco - Laterza, Bari. · Questa che scriviamo non vuole. essere una l'e– censione, ma un cenno, anzi un annuncio e un in– vito: l'annuncio di un libro buono, s.ano, succoso, e serio nello spirito e nello svolgimento; l'invito, agli amanti della c@ltura, di leggerlo per nutri– mento e ristoro. IA.ltr•i,cértaruente, farà su queste colonne un degno esame dell'opera del Salvatorelli, che già per il terna è tanto piena di interesse spirituale e so~ . ciale : qui ci limitiamo a segnalare il volume che, nell'alluvione letteraria di circ0~tanza sul Santo di Assisi, nella fiumana r~toriça, orale e scritta, che passa sull'Italia, ci par destinato a rimanere, come UH nucleo di materiale consistente e cempatto re– sta ritto e saldo dopo l'inondazione, La ricorrenza francescana è caduta in un cli– ma, europeo in genere e italiano in ispecie, tanto idoneo, confacente, e consonante, da far l'effetto di una candida nevicata nel torrido Agosto, o del can– i o di un'allodola in mezzo a un bombardamet1to , aereo. Il Santo della semplicità nuda e del ritor– JLoalle radici più pure della vita, è piombato in una epoca postbellica di cruda .paganità, la qual però si guarda bene dal dichiara:li·e i\ Serafico fuori del proprio tempo, anzi se lo incamera e ne fa suo. pro e cerca metterlo. nella sua pentola per farne bro– do alla sue mense. Quindi (a parte le pubblicazioni francescane di pura letteratura più o meno zuccherosa e falsa) si è avuta e si continua ad avere, sul Santo d'Assisi, una serie di libri e discorsi a tesi: e quale tesi! San Francesco, altro che sulla croce!, è manipola– to, stirato, sforzato, e. inchiodato sui più invero– simili telai storico-politici, a beneficio di principii Bibliot~t1UGin6 l~r~t~3erse da lui. Perciò dicemmo in prirtcipio che questo libro del Salvatorelli darà, agli intelletti più probi, nudri– mento e ristoro: il rist0ro di respirare, aria pura dopo i fumi. e i gas asfissianti della retorica e del- . la adulterazione settaria; di sentire l'atmosfera di una verità obiettiva· onestamente cercata, dopo lP. nebbie <.lella. « ricostruzione sog'gettiva », che è il meno che possa capitare (oggi SQJ?rattutto) a un personaggio preda: dei biografi. Solo a una prima delibazione, il lettore si sen– te preso da questo libro del Salvatorelli come da quella fiducia, da quel benessere che un galantuo– mo ci inspira, appena conosciuto e scambiate con lui poche parole. Vi è un accento di probità, e au– cor più vi è una impostazione dei proble1:J1i, una intelaiatura del lavoro, un metodo di analisi e di esposizione, un caFattere che rassicura. Il robusto disegno . dei quadri, la retta di– stribuzione delle luci, le figure tratteggiate con toc– chi precisi e netti, danno un senso di certezza. Avviene come di certi ritratti che ci fan dire: « è somigliante », anche prima di confrontarli con l'ori– ginale; perchè dallo stile, dall'assenza di convenzio– nalità e di art_ificio, si intuisce che il pittore ha ripro– dotto, senza adularla, la persona viva del cliente, e non ... se stesso. Questo lavoro del Salvatorelli ci dà riposo come a carhm-inar sulla tena sotto un: cielo azzurro. Vi è verità ed arte, realtà e vita spirituale, fuse fe– licemente, e l'ideale nasc 1e dal reale come fiori. e fron.di dal profondo suolo. Giacchè di fiori che vi– vano non attaccati al suolo (è questo un canone di botan!ica filosofica che la nuova generazione deve tiene fissarsi in capo) non ci sono che, ql!l.ellidi carta, Per questo, pri111a ancora della reçensione, ab– biàm voluto far questò annuncio, e diciamo pure questo «soffietto», convinto e onesto, al « San Fran– cesco » di Luigi Salvatorelli. ZIB. Una nuova Opera di Arturo Labriola. É uscito .il Voltaire. elafilosofia della iberazio di ARTURO LABRIOLA, edito da Alherto Morano, in Napoli (L. 19). N,e diamo il s:0mmariio: Irrtr,oduzione; I. L'uomo Voltair.e; II. L'e– sp,eri,enza ing11es,e dii Voltairie; III. Il supe– ram,ento della Metafisica; IV. L'antichità; V. La satira della civiltà; VI. Voltai:r.e e il socialism·o fr3inoese del s,eool,o XVIII; VII.· Tolleranza. AppendiÒe: Umanitarism:o; VIII. Il s!i.gnificat,o storioo e l'eredità della fil,o– sofia della liberazione; IX. Voltaire agli italiani. - Gonel usioine.
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