Critica Sociale - XXXVI - n. 17 - 1-15 settembre 1926
CRITICA SOCIALE 267 scienza ufficiale, l'odio implacabile di una· suoce– ra, la professionale furberìa d'un avvocato, certa stampa prezzolata - perchè su la verità vera non dovesse trionfare,,, quell'altra delle due verità, La spiegazione del titolo del romanzo la dà l'avvocato Malaguzzi, il quale dice al senatore Guicciarelli che non c'è soltanto la verità scientifica - una ve– rità, che, in ,~uel caso, aveva anch'essa le bilance false - ma c'è anche la verità giudiziaria; e, poi– chè il Guicciarelli si meraviglia di tale uscita, in– calza: « Se la verità ,fosse una sola, gli avvocati e i giornalisti potrebbero chiudere bottega ». · Ma la verità vera, nel processo di Susanna, non era certo quella, che il senatore Guicciarelli, per vanità, per puntiglio, per paura, p,retendeva di so– stenere con la sua scienza bugiarda; era un'altra, più semplice, ma che appunto perchè tale, non: era . creduta se non da pochissimi. E, quando Donna Ed– v.ige si lascia convincere anch'essa dal marito se– natore Alamanni elfo, dopo tutto, è meglio si arri– vi ,al processo di Susanna, per farla assolvere dai giurati anzichè in istruttoria, esce in parole, che sono l'amaro commento al titolo amaro del ro– manzo: « E' singolare che occorra dir tante bu– gìe per difendere la verità». • • • Guglielmo Ferrero ha scritto un romanzo d'in– treccio, che è, tutt'insieme, una pittura d'ambiente e di caratteri. ·Non vi 'è in esso, come in altri ro-• manzi modernissimi, l'analisi - peggio, la.,, psico– analisi - di una sola figura centrale, tormento del– lo scrittore, ma, ahimè, anche dei lettori. Il lettore del romanzo ferreriano incontra, come ho detto, una folla di personaggi, trova descritti molti e va– rii stati d'animo, finteressa, se non a molti avve– nimenti - anzi in fondo, ad una sola vicenda, il processo di Susanna - all'intreccio d'interessi ed al groviglio di sentimenti avversi, causati dal me– desimo; passa da un episodio all'altro, dall'uno al- 1' altro ambiente, con una varietà che quasi sem– pre ne stìmola l'attenzione e lo diverte,· senza af– faticarlo, Direi, però, che certi passaggi, che avvengono talora anche nel corso di uno stesso capitolo, senza nemmeno il riposo d'un asterisco, sono troppo vio– lenti e sorprendono bFuscamente il lettore, E, sen– za .volermi attardare in critiche linguistiche o sti– listiche, per le quali non mi riconosco alcuna com– petenza (ma, in verità, certe locuzioni mi hanno alquanto meravigliato), non posso non osservare che quell'uso ed abuso di astrazioni personificate - la Verità e la Giustizia, la Logica, la Storia. e la Poesia, la Ragion di Stato - quelle metàfor-e, quelle perifrasi, per parlare dei giornali e dei gior– nalisti, del telefono e della fotografia, della opi– nione pubblica e via discorrendo, finiscono per af– faticare anche un lettore paziente. Cotesti accen– ni, coteste chiose, coteste ironie, che accompagna– no lo svolgersi del racconto, come il commento am– monitore del romanziere, avrebbero avuto, a mio modesto avviso, maggior sapore, se l'Autore I,l.e a– vesse. usato con assai più discreta parsimonia. Per una o due volte può far sorridere il sentir chia– mare i giornali « gli Oracoli quotidiani di Clio Pandemia», ma alla lunga la cosa stanca. Vi sono, però, osservazioni argute ed anche pro-· fonde come, ad esempio, quelle sul gioco delle bi– sche, 'che è « come un piccolo scheletro scarnifica– to di quel gran gioco che è la vita », o su le de– corazioni ed i titoli, che sono « come una moneta fiduciaria del valore degli uomini », o quella su la diplomazia, che non so se sia proprio originale dell'Autore, ma ch'è troppo graziosa perchè io re– sista al desiderio di trascriverla, Dice un Ministro Bibl i~et~a~W,8~fJtnt~: « La Scic,nza allora parla come la diplomazia? ((o come le signore? Lei lo sa, mi immagino: (JUall– (( do un diplomatico dice sì, vuol dir forse; qu::m– « do dice forse, vuol dir no; quando dice no, Hon « è un diploma~ico. E una signora <1uanùo dice no, « vuol dir forse; quando dice forse, vuol di si; quan– « do dice sì, non è una signora ». E no:p. voglio tacere, ,infine, che vi sono pagine di una penetrazione psicologica e di una robustez– za di costruzione, degne veramente di un grande romanziere: quelle, ad esempio, su la prima not– te di prigionìa della cameriera di Susanna. Ma, del resto, non è degno cli un grande romanziere tutto l'intreccio di casi, o meglio tutto il gioco di passioni, le quali si annòdano e si snòdano i nlur– no alla semplice vicenda centrale? Anche in un altro romanzo italiano, che gode da tempo di qualche popolarità, il punto di parten– za per i complessi avvenimenti che vi sono narrati e per i diversi sentimenti che vi sono cesellati con incomparabile finezza è offerto . da un caso abba– stanza banale: certo matrimonio, che un curato di campagna, intimidito dalla prepotenza d'un signo– rotto, non vuole celebrare fra due promessi sposi... Metto pegno eh~ anche questo richiamo, cli un modello insuperato della nostra letteratura, non dispiacerà a Guglielmo Ferrero. Il quale, dopo a– ver fatto fino a ieri professione cli storico e di pub– blicista, in questo romanzo, scritto in piena matu– rità, dimostra, a parer mio, la vocazione, che for– se predòmina sopra ogni altra sua, Vi è in tali parole una critica od un compli– mento? Vi è, certamente, un augurio por lo scrit– tore, che iniziata tardivamente questa nuoya for– ma di attività. letteraria, dopo questo p rimo r oman– zo ne annuncia sùhito un secondo, e si di.cc ne stia meditando altri due. eUea. t PUBBLICAZIONI PERVEf'!UTE IN DONO Evzen Slern, Secrélaire général dc l'lnslilul Socia! rl~ la République Tchécosl-0vaq11e: D.• soci<ll_isme de Masaryk. N. II delle Eludf's 11olilio11es et socia/es nuhblil'ale dalla Casa Edilrice e L'Eglantine •· - Prefazione cli .\rthur Waulers. Pagg. XXVIIr-1'14. - Bruxelles, 1926. ì\laison Nalio– nale d'Edilion L'Eglanline•. ruc dc Lc11glcnlier 20 (franchi belgi 6,50). [Quesla Cooperaliva cclilrice bruxellesc a ten– denze socialisle, della quale annunciammo già parecchi volumi - fra gli allri, rece11lissi1110. La Réuol11lion pro– lélaricnne elci Kaulsk~· - coni inua a meller fuod puh– hlicazioni veramente inlercssanti. Fra le allre, inleressan– lissima questa, che raccoglie e illuslra le concezioni sociali elci celebre Prcsidcnlc della Repubblica Cecoslo– vacca, 11elle quali l'idealismo e il realismo si alleano felicemenle e le quali spiegano lulla la vila clclrinsignu vegliardo che ebhe b suprema felicilù di rendere la libertà al proprio Paese. - Hicordiamo che il primo nume– ro cli cotesta Biblioteca fu consacrala a J,a pre11en:io11e della disoccnprc:::ione e lrc stabili::::a:iorw economica. ad opera di Enrico Fuss, Capo del servizio disoccupnzione al' Bureau Internal. d11 Tr<wail di Ginevra. Ora è annui1- cfato il III numerò: Chrislianisme et socialisme, cli D. J. Blume. Ogni volume fr. belgi 6,50: solloserizione :,i primi 6 volwni fr. 33. - Del volume dedicalo al pensierò e all'opera di ~Iasaryk, cui aggiu11go110 pregio una bre– ve prefazione cli \Vaulers che ha per epigrafe questi due versi di E. Verhacren: Il élail ;uste, Il è/ai/ simple. Il Nàil crainl. - El !es ye11.T dans ses yeux cherchaienl cr-11.i: d11 deslin •, c una eomplela bibliografia degli scrilli del– l'uomo che fu il piì1 amalo e il più odialo nel !>IIO Paese e che • non nascondc,·a mai nulla, ncpnure ciò che poleva nuocere alla causa da lui difesa : diamo la serie suggestiva dei liloli di ogni capitolo: Qu·est-ce que le socialisme? ~Ialérialismc hislorioue cl idéalisme 1110- ral · De la lutle des classe,;: L"idéal dc l'humanilé chcz Ma;aryk; Masaryk et la E!uerre· Du bolscéYismc cl dc la révolulion; ì\lasarvk et la cl::tssc ouvrièrc: La sociali– salion de l'instrucliÒn: La journée de tra va il de huit heures; La question tchèque est une question sociale). Dott. Giovanni Zibordi - Redattore responsabile 8ft. Tip. EHICO LAZZUI & C.inDquidaz. - MILAHU (24) ViaBarbama, 2
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