Critica Sociale - XXXVI - n. 16 - 16-31 agosto 1926
.. CRITICA SOCIALE . 243 che, perdut,o lo sciopero, l'industria mine– raria inglese possa restare immutata nelle sue basi attuali. La scossa tremenda dello sciopero, che costò centinaia di milj,oni di sterline, non può essere passata su di essa senza effetti, senza porr,e le oondizio:ni di una sua trasformazione prof,onda. La pro– spettiva più chiara è che essa tenterà di trovare la via della salvezza in se stessa e mettendosi. in più stretto ·accordo con l'in– dustria mineraria del oontinente. I giornali parlano dell'idea. preconizzata da un certo numero di grandi industriali, !ra. cui. sir Alfred Mond, per amalgamare 1 · d1vers1 bacini carboniferi in vista di effet– tuare economie e di aumentare il loro ren– dimento. Nel J or kschire meridi,onale si ac– cenna alla costituzione di una fusione e lo stesso Mond tenterebbe un trust ana– logo nel Paese di Galles. É. una via di mezzo che, in quest'ultima fase della contesa, si of– fre tra l'accordo unico nazionale voluto dal– le maestranze, e gli accordi per ciascuna miniera su cui insistono tenac~menbe i pro– p:rietar1. Ma il più singolare del processo di trustificazfone è che esso a brev,e andare sarà indotto a rompere con l'isolamento in– sulare per affacciarsi alle intese col Conti– nente. C'è una realtà economica internazio– nale ·che vince per tutti -industriali e lavo– ratori- il tradizionale superbo isolamento insulare. E qui si radicano. conseguente– mente, le salde speranze di rivincita del la– Yoratori briltannici, nell'unificazi•one del lo– ro movimento col movimento operaio inter– nazional,e. Anche per il movimento operaio. - e per esso sopratutto! - agiscono le forze ancora latenti, ma preste a spiegarsi, della unità europea. di produzione e di scrunbio. Più. che mai la lotta economica è politica; più che mai la l,otta politica, di nazionale, diventa internazionale. Noi andiamo dal sindacalismo al socialismo. Il laburismo in– glese ne ha piena compr,ensione ,ed a ciò ade– gua i suoi .sforzi. Il vecchio sindacalismo in– transigente (accarezzato con enorme con– traddizione dal comunismo, che ne è pur la negazione, ma non sa r,esisler,e a fare di •ogni erba un fascio pur di dare addosso al so– cialismo democratico) non mancherà di get-. ta·re addosso ai « parla1nentari » del labu– rism,o la colpa della sconfitta dei minatori. Ma saranno i soliti sfoghi innocui di dema– gogici politicanti. Economia e politica si compenetrano. Uno sciopero non può vin– cere là dove per vincere occorre una rivo- . luzione; là dove è necessario disporre del– lo Stato; ed ecco come la conquista del po– tere politico, in qualunque misura possibile, diventa la premessa di ogni azione risol u– liva economica, in rapporto, ben si intende. al grado di maturazione delle condizioni generali del processo .'di produzione. Egli è c·erto che, nei termini della questione, un Governo gi Mac Donald avrebbe portato i lavoratori alla nazionalizzazione della in– dustria sul carbone, con tutti i' suoi van– taggi generali, ed anche con i suoi dann_i . ,particolru:i, in~renti ad ogni radicale tra– Btbl1~n~ Bààr:\QU! il Governo del pur onesto e moderato Baldwin lascia le cose al punto in cui le ha trovate, con in più e in peggio le rovine disseminate dallo scio– per,o, la mortificazione esplosiva dei mina– tori, e l'irritazione, gravida di rappresaglie, dei proprietari delle miniere. · Per fortuna, il sentire più elevato e gene– roso, che è una dote generale del carattere inglese e che non viene meno neppure nel- 1~ più fiere e spietate lotte sociali, permette d1 credere che nessuna riconvenzionale ·si tenterà contro le libertà sindacali. L'opini o-• ne pubblica associa in questo pensiero 1 neutri ed i terzi consumatori. Nessuna mi– nacci;:t alle Trades Unions, nessun conato di restringimento delle libertà di associa– zione e di coalizione. Nei Paesi di salda civiltà, sia pure capitalistica, sono questi d~ritti percepiti come «naturali>>. Nel fu– rore della battaglia, può alcuno sospirare u~ dittatore che gli regali la vittoria dura– tura, assoggettandogli l'avversario; ma poi la stessa ebbrezza della vittoria rende co– stui così 10rg,oglioso di doverla solo a se stes– so. all'esercizio della propria libertà, che non pen~a più a toglierla agli avversarì Indubitabilmente c'è modo e modo di condurre le lotte di classi: chi ne ved•e uno s•olo sempre uguale, ed eguaglia l'Inghil– terra alla Bulgaria, vede male; vede, cioè, come un poltrone intellettuale, o com•e un massimalista nostrano. A buon conto, se una ricostituzione dell'industria mineraria inglese ha da farsi, essa investirà• non i rap– porti esclusivi dalle tariffe e delJa gior– nata di lavoro, ma tutta la tecnica degli impianti e dei mercati internazionali e do– vrà coordinarsi al travaglio internazionale delle innovazioni monopolistiche delle indu– strie siderurgiche continentali e dei tra– sporti trans-continentali che le dettano. la lor,o legg~ imperiale di grandi consuI11,a– trici. Nel giuoco profondo e complesso di questi rivolgimenti economici, finanziari e politici, le masse lavoratrici troveranno la via del proprio potenziamento quanto più dalla angusta visuale dello stretto sinda– calismo economico saranno tratte ad. ele– varsi alla comprensione di un imperativo categorico di. intervento generale politico, che si esplicherà agendo democraticamen– te nello Stalo di cui fanno parte, e - per via della loro concordata solidarietà interna– zionale - su tutti gli Stati. Così lo sciopero, impotente contro lo Sta– t,o, si fa potentissimo diventando azione ge- . nerale politica, e la sua rivoluzione, çhe non è se non un sentimento ed un'idea, di– Yenta fatto e storia, cioè vera e concreta rivoluzione, quando tutti gli elementi, econo– mici e politici, fondendosi armonicamente nell'incandescente crogiuolo, gitteranno la materia pura e sfavillante della liberazio– ne socialista. Abbonatevi a Critica RAB.~NO MAURO. Sociale
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy