Critica Sociale - XXXVI - n. 16 - 16-31 agosto 1926

I I 1 i I I. I CRITICA ·SOCIALE fiche, tec.nichç , e politiche dei vari pa,esi in cui essi sono stati adottati. È precisamente di questo ordine di provv~·gimenti che noi intendiamo occu– parci. Ma non pev offrir-e studi e dati definitivi sopra un fènomeno che è tuttora in via di sviluppo e pr-esenta troppi aspetti perchè sia facile, e direm– mo anche· possibile trarne una sintesi completa e I ) def,iniliva. Il nostro oòmpito è più modesto: con la scorta di elementi che abbiamo potuto acqui– sire vorremmo fi,ssare i fatlori principali delle ) ' ,, « riforme· agrari,e,» quali· sorno state adottate, pur con diversi metodi, nei paesi dell'Ewopa Orien- tale e Centrale. · Di solito, gli studiosi residenti nell'Europa occi– dentale che si occupano deHe riforme agrarie, si limitano all'esame delle ultime Jieggi adottate, d-eM.1 loro ,applicazione, dei loro primi risultali. Metodo., a parei· nostro, insufficiente, quando non addirit– tura tendenzioso. Giudicare del successo o -d•ell'in– successo delle ultime leggi . .sulle 1:iforme agrarie, tuttwa, in , cqrso di applicazione, dai loro primi risultati è prematuro. Essi segnano spesso - fatalmen– te - un r,inculo nella produzione agraria dei ter– ritori di recente frazionati (3); di questo primo possibile insuccesso traggono pwfitto da una par– te i teÒrici socialisti intransigenti per ditchi!araro il falliimento della piccola azienda, dall'altra i con– servatori per dichiarare il fallimento di un me– todo per la creazione di pkcole aziende. « Laseiate - -dicono questi ultimi - che il frazionamento della tèrra avvenga spontaneamen~e, _per opera di lavorator,i che abbiano acquisiti col lavoro la ca– pacità tecnica e i mezzi eçonomi.ci necessari per ben colt.ivare e far p:r>odurre la terra». Nel che bisognerebbe dar loro ragione se non ci 'fossero di mezzo, oome vedremo, 'altre. questioni che fan– no delle leggi sul~e « riforme agrarie » tanti p-rov– vedimenti necessari dal punto di vista soci~le e anche. tecnico.· · Anzi tutto, il fenomeno delle riforme agrarie> non è solo C:Ìiquesti ultimi anni. Negli anni .del dopo-guerra i nuovi Stati e i nuovi Governi del– l'Europa orientale e centrale, hanno preso misu– re più energiche, più' radicali · per espropriare e frazionare le grandi proprietà fondiarie in favore delle classi lavoratrici. Ma cfa.i vuol stud.iar a fondo le riforme agrarie deve risalir.e fino alle origini della _storia della· proprjetà terriera nei paesi dove le riforme furono adottate.· Si troverà, per esem– pio, che in ·Russia riforme agrarie furono adol– tat'e f,in nel lontano Medio Evo (4), che nell~ Prussia Orientale, nella Rmnania, nella Serbia, da . tempo -i·Governi ché si succedettero fecero sforzi notevoli per fa~rorire, anche col · diretto tntervent0 ùe.llo Stato, il 'frazlo'n~mento dei terreni. E 90sì via. Non è solo per cur:osità storica che bisogna (3) Bisogna tener co~Jt0. che si fissa sulla terra tutta una classe nuova, di agricoltori, inesperta e in molti casi sprovvista cli quèl minimo di caprtale cl)e è necessa– rio ,per coltivare convenientemente un fondo. Questo è i\ primo tempo delle riforme. t falale che ad esso ser1ua un secondo len1po: quel! o deUa selezione fra i c,oncession~iri più abili e meglio forniti di capitale. (4) q·ati inl~l/essanti .si possonp t.rovare nei dtiè . libri recentemente usciti: GEORGF.S PLE:6:HANOW: - ./nlroduclion a l'hisloire sociale 4e. la Russie - C:oUection 11/~torique de l'J11stitut d,.études slaves - Paris• Bossard,' 192p. . · ALEXANDRE MTLLER: - Essai sui l'hisloire des inslitutions agraires de la. Russie Centrale du 16• au 1-8• siècle - Paris - M. Giard, 1926. BibliotecaGino Bianco addentrarsi• in questo studio: è ~rch.è gli ultimi provvedimenti presi e in corso di at~uazione sono coUegati com tutti gli altri che ia storia- ci pre– senta, averido comuni con essi alcuni dei fattori che li_ hanno determinati: dem0grafic<?, econo– mico, politi<:0. Sono appunto q~esti fattori che occorre stud-iare. * * • Il fattore demograficÒ ... eoonomico . esercita sullo svi,luppo delle rifo,me agrarie una innegabile in– fluenza. Densità <tella popolazione; sistema coltu– rale, ampiezza domi'nante · dell'azienda; sono tre e– lementi riuniti fra loro in reciproéo rapporto di causa ed effetto. ,4.lla popola:zione molto rara cor– risponde la primissima fase dell'attività, se si può dire, agricola: caccia, pesca, utilizzazione dei frutti naturalmente cresciuti, per opera di gruppi no– madJ. E a mano a mano che la popolazione I.si addensa (5) e i grandi movimenti di masse si ren– dono più <;liffioili e più rischiosi, si manifesta h tendenza per l'uomo a diventare agricoltore e, quin– di, a fissare la sua dimora su determinati terri• torii natm·ahnente più fertili e più si.curi i primi, e sempre meno fertili e meno sicuri gli altri scelti in seguito. La proprietà dapprima è co~lettiva, poi - col successivo cr~scere della popolazione -. di– viene privata, 1n grandi tenute che poco per volta si frazionano con varia rapidità secondo le cbn– dfaioni lecniche, economiehe e sociali dei varii am– bienti. Il fatto si spiega evidentemente col crescere della somma dei bisogni nella massa della popolazione, che provoca un continuo increm~nto nella doman– da di prodotti per soddisfare quei bisogni,. e .di mezzi - la terra in primo lu@go - per ottenere quei prodotti. La necessaria intensificazione dei si– stemi coltttrali richiede una maggiore somma uni– taria di lavoro, e. la popolazione aumentata offre appunto questa maggior (![Uantità di mano d'opera che i sistemi richiedorno. D'altra ·parte il lavoro applicatb alla terra perde di 'intensi.là e di produt– l1ività nello spa~io mano mano clie ci si allontana da un centro (6) :. 1~ grande azienda si manifesta economicamente inadatta ai nuovi sistemi causa i costi di produzione che risulterebbero più elevati di quelli delle aziende più :ristvette, e causa il .:ri- · schio di perdHe a cÙi la grande azienda è più fa– cilmente esposta. Il ~razionamento diventa pertanto inevitabile, ed .è. solo q;uesHone di vedere se esso - ,in. base alle' èondizioni locali e ai sistemi ) col– turali possibili _, possa dar luogo alta media o alla piccola azienda. Dove H lavoro prevale in im– portanza sul capitale è la piccola azienda che fi– nisce per. preçlominare, dove prevale il capitale dominei-à l'azienda me(dJa .. ' ,, Questa è la ragiop.e . per cui, dappertutto, il mu- ·ruero di az;ende agra~ie tende. a<d aumentare, in se– guito al frazioname1~to di grandi aziencle (7). Il (5)' Consultare a questo proposfto '•il lavoro del Prof. -Virgilii reeentemenle usoilo: • li . Problema della popola– zione - Milan@ -, Valford,i · 1924 - capitolo, VI. . (6) L'e1eqiet)lo spazio non esiste.· llell'eseroizlo dell'in– dust,ri.a, nella fabb1rica - ed è questo elemento eh-e dà al l~v01;0 in agricoltur_a carabteri particolari, diversi •eia quell1 ·del 1avoro nel1'1ndustxia{ 1 • (7) Si dà anche il caso - nei paesi dell'America a P?POlazionç rara i -- dell'irn;lustria,llizzazione· di grandi a– ziende, che ha la sua manif:estazione nell'.adozione - la più l~rg~ J?Ossibile - di macchine,' sopraLutto di quelle che ·sost1tmscono il lavoro umano. È un caso particolare il: '-'.ui !,'elemento capitale si •associa in notevoli propor– zioni ali elel:llento ter.ra in presenza di m:1a,scarsa. quantità

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