Critica Sociale - XXXVI - n.14-15 - 16 lug-15 ago 1926

228 CRITICA SOCIALE tutta b vita economica diviene me,uo anormale, meno febbrHc, meno instabile. E par•e che si possano fondatamente prevedere ulterJ 1 ori passi verso ·condi- zioni anoor più norm,-ili ». , Anche nei riguai:di dell'Italia, « ,tutti i sintomi secondo il prof. Mortara - indicano un progresso costante nèll'ulti'mo sessenn;o; lutti indicano . per il biennio 1924-25 un grado cli attività $uperiore a quello del biennilo 1912-13 ».'Gli indici della pro– duzione e degli scµmbi, presentali dall'Autore in for– ma graf.ica in una interessantce tnvola, « segnan'o· tutli, eccettualo quello ùel t1;afl'ioo marittimo, un grande progresso nel 1925, in confronto col 1913 », per quanto h seconda tavola gro'.lfic'a, che racoogh~ alcuni inclièi delle condizioni monetarie e finanziarie, parli un linguaggio diverso, chè « per alcuni aspetti: :il 1925 ha segnato anzi un regresso in confronto del 1924 ». , « Il rapido aumento della popolazi(c)ne, la scar– sezza delle r-ìsorse naturali, la penosità del risparmi.o - osserva ,il Mortara - oo~~ituiscono i più gravi ostacoli ln terni al progresso delle condizioni econo– miche cltll'nalia; ad_ essi si aggiungono gli osta– coli estero;; reslrizio1ii all'emigrazione, divieti o dazi all'importazione, forme sleali di conoorrenza inter– nazionale. Ma, egli soggiunge, la ooncorde vol,ontà di miglioramenlQ ond'è animato tutto il popolo ita– liano porge sicura pr-omessa · di un prospero av– venire economioo »: Sulla scarsezza delle risorse na– lurali dell'Italia e sui suoi effetti nello sviluppo,'clellc :;ue fod'uslrie principali ci siamo · già brevemente :offermaLi 'nella prcceclent,e rassegna. Hipetutam,entc verso ooridizioqi sempre 'più nornrnli, lo stesso l\for– tara nota il diverso ritmo· della restaurazione eco– nomica nei paesi dell'Europa· e nei paesi extra– europei e accenna alle cause di va1·io ordine che r:itardano e oontrastano ·questa normal"zzazione. ·«Nel mondo che vide divampare unG smisurato in 1 cendio resta accesa più di una fiamma; ognj manifesta– zione di paèe sembra dissimulare un'insidia di guerra; ciascuna na.zlone si sforza di rendersi il meno possibile dipendente dalle altre, nella sua eoono– mJ.a; agli scambi internazionali si oppongono qua e là nuove barriere, se pur si abbassano qua e là quelle erette negli scorsi . anni. Si manifesta! spesso la tendén~a a regolare fa vita colletti va secondo i bisogni dello stato di guerra, che per tanti anni parV'e una loritana ed improbabile eventualità e .che la dura esperienza ha mostrato attuale e sem– ,pre ,imminente realt'à. Dovunque, l'assetto politico interno si dimostra instabile; le vecchie costru– zioni, che .ancora resistono, mostrano i fianchi lesi da profonde crepe; le nuove, sorte sulle rovine di quelle che caddero, sono state tirate su troppo in ,. frt;!lta per apparire incrollabili. Un senso di disagio, ..·~gnotio agli ultimi decenni anteriori· al 1914, serpeggia neglti animi; un incubo oscuro sembra gravare sull'esistenza dei popoli». Qual,e parte in alcuni di questi aspetti della crisi presente abbiano gli ef– f,ettJ trànsitori della guerra, e quJale l,e profonde mo– difjcazioni maturatesi in un quarto di secolo e ac– celerale dalla guerra nella costituzione economica e n~lla correlatiiva ~Lruttura · politica contemporanea, è problierna sul quale ci riserviamo di ritornare. il Mortara rileva però il vantaggio parz~almente com– pensativo che, nella conoorrenza mondiale, l'incl~~., . stria italiana ha, oltrechè per effetto dell.\\ val,entìa dei nostri tecnici, della genialità deglj oi·ganjzzatori (.'.dell'abilità e intellig,en,za delle· 1;ostre maestranze, Qui ci interessa più partiGolarmente di rilevare gli- spostamenti verificatisi nel dopo guerra nella po– sizione dei diversi paesi nel" mercato mondiale e, per quanto ·possibile, di renderci conto della portala avvenire di questi spostamenti. Il Mortara accenna ripetutame11te all'intensificato lavoro di sfruttamento da part,e dei paesi extraeuropei del1e ricchezze na– turali di cuL essi, come si è visto, hanno il primato .anche per le più basse retribuzioni del lavoro, I• ' J • clinù1uite, del resto, dalla metà del 192,1 in poi, in rapporto al costo· della vita, così che il salarto reale, che « forse nel 1921 aveva superato il livello. d'anteguerra e nel 1924 era già inferiore, anche a quello del 1913 », va diminuendo (3). Il vantaggio dèi p_iù bassi salari che assicura la vita di parec– chie i°ndustrie italiane, nota il Mortara, è però in' ·buona pa1:te neutralizzato dal minor-. rendisinento ciel' nostrn ope~·aio, specialmente ri,~lle industrie che . esigono grande sforzo ~usèolarè, ,per conseguenza del suo minor vigore fisico e..della minJOi' resist-enza, ,, forse ln parte dipendente da peggiore alimenta-· zione », e si manifesta in tutta ia sua estehsione 'solo in quellé industrie, oome l'industria meccanicç1, dove l'intellige1qza, l'abilità, la prontèzza dell'ope1:aio l1anno, in molti casi, importanza prevalente in con– fronto alla robus"tezza, dove .Jl compenso dell'operaio manual,e costituisce una g1~ossa frazione del costo Lii produzion·e, dove il carbon fossile è spesso par– zialmente o totalmente surrogato dall'energia elet- Lri.ca. Gli ostacoli alla restaurazione. Ma, pur ril,evando · i 1 segni ooncordanti di un ri– torno dell'economia mondiale nel suo con1pl,esso (3) Sul movimento dei salari reali in Italia. dall'ante– guerra, oltre 'ai capitoli sul lavoro e stù'la · nwneta nelle · « Prospelllve economiche• cl'el 19'25 ·e 1926, si veda l'in– leressanlc arlicolo del Vicentini: 'Sulle va11iazioui dei salari dal 191'4. al 1924 in alcune ÌIJclu,s"trie cli Milano in « Gior– n_ale cl egli Economisti'» del. marzo 1926. Nell,~ « Prospd- l 1vc :, c\c! 1926 il prof. llfo1·lùra ri~pondc in una naia del cap1lolo ;ml lavoro alle ob'bi•ezioni clegl~ industriali alle ~ue · constatazioni. ' ' · BibliotecaGino Bianco 'per moltii prodotti di ·primaria impòrtanza, e in più punti egli nota la progressiva industrializzazione dei pa,esi nuovi; potente nell'America settentrionale e cospicua nel G:app-one e nel Canadà, più lerrta ma costante in India, in Cina, nelle colonie europee ddl' Asia, dell'Africa, dell'Oceania. Ma u.n materiale internazional,e più vasto, del •più ·grande interesse, non solo su questo importante aspetto dèll'eoonomia postbellica, ma, in generale, sulle condizioni e· sugli sviluppi presenti e sul1e pro– spettive avvenire del commercio· mondiale in con– fronto dell'ante-guerra, · è 6tato ora pubbliicatò nel primo magistrale rapporto della speciale Commis– sione di inchiesta inglese, presieduta da Sir Balfol'lr e nominata dal Macdonald nel luglio 1924, per sludJare « le ,condizioni e lé prospettive dell'indu- . stria e del coi:nmercio britannici, con speciale r-i– ferhnenlo al commercio internazionale» ( 4). Nella sintetica introduzione del rapporto, -la Com– missii(i)ne, riassumendo le cause principali della crisi economica postbellica e soffermandosi sulle « forze niondiali » avverse che tuttora operano nei mercati mondiali, distimgue quélle di portata transitoria, da qu~Ue che avranno effetti permanenti. Figurano t~a le prime la insta):?ilità dei cambi, l'alto prezzo del capi,tal,e, il 1tidotlxi> F>Otered'acquisto, e la gene:rale ' debolezza finanziaria e economica conseguente alla (4) Commiltee on induslry and 'trade: Survey of' overseas markets: - London, H. M. Stationery Office 1925,

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