Critica Sociale - XXXVI - n.14-15 - 16 lug-15 ago 1926

220 CRITICA sòèIALE ri•: V Di questi processi egli non poteva - . evidente-· mente! - studiare se non quelli che. le circostanze· del tempo gli offerivano; e questa indagine egli con– dusse con la Jnsuperabile diligenza di un maestro della. scienza e dei suoi metodi.. ··a) La società capitalistica produce realmente un. çoncentramento dei mezzi di produzione in I un num~ro sempre più limitalo di ,mani? Evidenteme~te sì, ~-esi postula un'ipotesi di piena concorrenza ll1- dustr-iale e commerciale (29). Si premetta che Marx conosce anche una legge di accrescimento, di moltiplicazione del numero dei capitalisti._ Sarébbe stato possihilre il contrario? Sol– tanto i critici borghesi, o riformisti del Marxismo, foggiando un Marx di conv,enzione e per uso interno, possono immaginare che un· così diligente indaga– tote dei fatti potesse igq·orare cose tanto evidenti. " Supposto cne ,altre circostanze ·rimangano inva– riate, i capitali .individuali crescono... Conlempor:.i– neamente si staccano le prGpaggini dei capitali ori– ginari e funzionano. come nuovi capitali indipen– denti. In questo p1'0cesso ha tra l'altro una fun– zione· importante il frazionamento del patrimonio nel– le famiglie dei capitalisti. Con l'accumulazi,one del capitele cresce perciò più o mino il numeJ'.O dei ca– pil-al:sti... il movimento dell'accumulazione sociale presenta, dunque, da un lato un ooncentramento cre– scente fra le mani di imprenditori privali, degli ele– menH riproduttivi della ricchezza e del dominio sul lavoro, ,e, dall',altro, la dispersione e la moltiplica– z-ione dei capitali individuali, che mutuamente si respingono dalle loro orbite particolari ». (Il Capi– tale, I., trad. ital. 591-592). , Ma questa az,ione è contrariata dalla concorren~-. za., « La guerra della conéorrenza si combatte a colpi di. bassi pr.ezzi delle merci. Il buon mercato: • , dei prodoHi dipende, a parità di circostanze, dalla produttiività del" lavoro, e questa dalla scala della produztiorne. I grandi capitalisti battono quindi i piccoli... La · ooncorrienza infuria allora in propor– z,ione diretta del numero dei capitali impegnati e in proporzione inversa della loro grandezza. · Essa term.ina sempre con la rovina cli buon numero dei piccoli capitalisti, i capila li dei quali in parte peri-. scono ed in parte passan nelle mani dei vincitori». (Capitale, I., trad. ital. I?ag. 592). Dunqu,e due J.eggi conlradiltorie: una che tende a:d elevare iii numero dei capitalisti, l'altra a ri– durli di numero, leggi in lotta fra di loro · per il sopravvento. E ciò spi,ega la lentezza del processo, l'apparente contraditborietà della prova statisti-ca, i risullati- <lissonanti, da paese a paese, secondo che la fase dell'evoluzione eoonomiqi. è piuttosto. l'una che l'altra. Ma chi dubit·erebbe del risultai@ finale? Per quanto lo .stesso processo dell'accumulazfon.e capita.Jistica produca un moltiplicarsi di capitalisti" è chiaro che, se fra essi,: si spieghi una piena con– correnza, i meno pro!V\!isti, i peggio equipn~ggiati, i più infelicemente attrezza.ti , dovranno oedere,• ~ riesteranno sul campo soltanto i più forti cjoè i ca.pitalisti deUe imprese meglio fornite. 1d ultimo d!:)ve pure venJre un momento in cui ciascun ramo della produzione sia dominato soHanto da ·pochi gr_andi industriali. La shessa logica del processo economico suggerisce questa conclusione. . In corr,ispondenza di questo processo si verifica un crescente accumulo di miseria dal lato delle classi lavoratr,ici? Come· Marx oonosoe una legge di moltiplicazione (29) Gli economisti distinguono fra concorrenza commerciale •e con– correnza ind11stri.ale. Quest'ultima è la concorrenza che ha luogo fra. produttori di diversi prodotti, ed ha. per effetto. di proporzionare ai costi la rim\lnerazione ; 'la prima ha luogo fra venditori dello st~sso prodotto ed ha per ~ffetto di livellare I prezzi. Pantaleoni: Economia p11ra, 1889, p, 235. BibliotecaGino Bianco dei capitalisti, 'conosce 'l !l.na legge <li miglioramento progressivo delle alassi lavoratrici. Essa deriva dalla st,essa legge dell'accumulazione capitalistica quando la, oomp,osizione del capitale - cioè la maniera co– me esso si divide- in capital1e costante e capitale va– riabiJ.e (30) - non cambi, ed osserva: « Poichè ogJ.1,i anno bisogna occupare maggior numero di salariati di ~uello dell'anno precedente, presto o tardi deve .giungere il momento in cui il bisogno del- 1'accumulaziorne superi l'offerta ordinaria del la– voro ed ii11 cuii di conseguenza, i salari seguono un movimento ascens.'onale ». (Il Ca.pitale, I., trad. Hal. Pag. 578). . 1~ 1 Ma la composizione del capitaJ.e non resta la sbessa. La parte costante prepon<!l.era di fronte alla parte varfabile; cioè a dire, la parte di esso, che si rivolge alla domanda di lavoratori, scema cli fronte _alla· parte costant,e (macchine, attrezzi, impianti, materie prime); e quindi si forma una sovrapopola– zione relativa, la quale alliva la ooncorrenza fra gli operai e ·Odncluce all'abbassamento dei salari. « Il progr,ess,o iinduslr:al,e che segue la marcia dell'ac– omnulazione, non solo riduce sempre più il nu– mero degli operai necessari per porre in movimen– to una massa sempre crescente di mezzi di produ– zione, ma aumenta anoora la quantità di lavoro che l'ope.raiio deve fornire ... ». (Il Capitale I., trad. ital. Paig. 605). La concorrenza degli operai, i mezzi w az:one ,del capilale ,sul mercaLo del 1avoro, crea– no tm esercito industriale di riserva, che consuma l'uHima rovina degli operai. « Poichè le stesse cau– se che sviluppano la forza esp·ansiv:.i del capitale, portano seoo come conseguenz-~ il porre in dispo– n1ib:Iità una data quantità della forza lavoraliv3, hÌ riserva industriale deve aumentare con l'aumen– la,rsi della ricchezza. Ma più la riserva aumenta reLativam•ent.e all'esercito· attivo di lavoro, e. più si accresce la sovr.apopolazione costante, di cui.., la miseria è in ragione del lavoro imposto. Più si allarga questa tomba di Lazzaro della classe sala– rJata, e più aumenta il pauperismo ufficiale» (Il Capitale I.~ lrad. ital. Pag. 614). Anche qui dunque due leggi: una che conduce all'aumento dei salari, l'~llra che conduce al loro abba:ssamento ,ed alla miseria progressiva delle classi lavo1m.trici. Quale delle. due avrà il sopravvento? Basta appena -esaminare la legge di popolazione del capitalismo per persuadersi che non è la legge di migliorarnento che può prevalere. Se il capitalismo genera organkamente una popolazione soprarwmera-. ria, esso condanna inesorabilmente la classe lavo– ratriice a condizioni sempre peggiori; poichè 1~ con– correnza che fra. 1oro si fanno gli operai condurrà organ!icamenle a peggiora.re tutte le condizioni nelle qua1i la classe lavoratrice si occupa. Ma poichè anche l'altra legge funzfona, si avrà un procedere !incerto della tendenza, apparenti smentite della pro– va sratistica, finchè in ultimo il fatto si avrà in ma– ni-era non dubbia. Tuttavia ognuno avv,erte che queste leggi di ten– denza del regime capitalistico non si verificano che sotto l'influenza di una vasta condi,zione: l'esi– stenza della libera cohoorren:rn. Questa condizione era la realtà del1a società ca,pitalistica al tempo in cui Marx scriveva. Il regime associativo dei. ca– pHali era appena in formazione, e 'Marx ·non vi fa ohe un Umido accenno in un punto del paragrafo 2 del XXII Cap. In. una nota di Engels del 1890 s1 trova rHieval'o: « I novissimi trusts americani ed ,inglesi tendono già . a cotesta ~èta, in· quanto essi cercano riunire monopolisticamente tultè le grandi az.iiende di un :ramo di industi·ia in una colossale- (30) È ca.pito.l«l costante Il capitale che riproduce Il suo stesso valore . ca.pitale morto (tecnico, ma.terie prime, ausilio.rie, Impianti, ecc.). È oa: p.ltale vari.abile il oa.pltale che si ~!produce accresciuto di va.lore (capltale– sa.lart,. •ca.pitale speso nello acquisto della. forza di lavoro), cioè che dà , un plus-valore (profitto, Interesse e rendito).

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