Critica Sociale - XXXVI - n.14-15 - 16 lug-15 ago 1926

CRITICA SOCIALE · ann~n~iava qua1~hc ~cmpo fe~ Ull . eafl_lJ?fl– let mt1tola~o « L'idealismo. elci pos1t1v1stl e il posìlivismo degl'idealilis'li >> ), che impli– cava per gli or0cchi inesperti, luHo un pro– gra~ma di generosità e cli disinteresse. Co– sì il nome di· malerialismo storico nocque alla fortuna della dottrina, per Ia r acile con- · fusi,one con il materialismo filosofaco, che si presumeva. incapace a fondare una· con– cezione etica della vita. Ma torcer,e, per sit'– fatta ragione, il naso solo a sentir parlare di positivismo, non può essere segno che cli superficialilà o d'ignoranza. Penetrano più a dentro · CJU8llc censure che da parl·J socialista sono mosse al po– sitivismo, in quanto si scorga urt'antit.:si fra il carattere finalistico di ogni progrmn– rna rivoluzi,ona1·io (non ho bisogno di chia·• ri.re con quale significat·o io assuma _qui questa parola) e il clc.~èrminisrno, caratte~ roso inlervenlo della iniziativa, dell'attività consapevole, teleologica nel meccanismo de– gli evènti: n1a è anche in contr_addizione c·011la visi,one della vita che il p 1 ositivismo trac dalla Qsservazione della realtà storico– social c. L'evoluzionismo, che è caposaldo della ideologia positivistica, riconosce tra i f al I 01:i cieli a evoluzione la spontaneità, la volontà umana, rivela i grandiosi ·effettil determinali dal sommarsi delle piccole cau– se. e c'incuora quindi a perseverare nel modesto quotidiano lavoro; senza lasciarci. _ sgomentare d~I confronlo tra gli umili mez– zi di cui disponia1no e il fine che arride al nostro sforz,o, dalla distanza fra l'ideale che c'invita e la dura realtà che viviamo e « sof– friamo » nella breve nostra vicenda. Quei socialisti eh~ non si sono lascjati sedurr,2 dal figurino filosofico di moda e hanno te11ut-o f,2cl~ ai principii del positivi– smo, come al lume spirituale che ha rischia– rato i primi loro passi nella milizia del pensiero e dell'azione, non hanno dunque ragione di lasciarsi mortificar•0 dalle voci che li proclamano antiquati e superati, cam– pioni superstiti di una specie prossima a scomparjre: ma possono anzi sentirsi con:- ,fermati nel lord atteggiamen~o dal disinv-ol– to spettacolo d•~i numer-osi ex-compagni, che si sono imbarcati sul vasello· snell.ett-o e 1eggero dell'idealis1119 1 per traghettare, con il favore d•~lla corrente, alle sponde del... regno cli Agramante. A qualche giovine fer– vido amico vorrei dir-2: Ritorna a tua scien– za, che è ~l ù.1aterialis:ry1-0 storico, e doman– dai.i quanta parte abbia avuto lo spirito dì reazione e conservazione borghese nel mo– vimento idealistico e nel revival mistico che ne ·è il nat!irale prodotto: e vedrai· come a riecheggiare le frasi fatte contro il posi– tivismo, lo scientismo e altrettanti ismi che si vorr-ebbc relegare ne' 1nusei preistoricii si manifesti, non solamente poca indipen– denza di p·~nsiero e sagacia critica, ma an– ch.e una certa disposizi-one a lavorare per il r,e di Prussia. LUDOVICO LIMENTANI. Una nuova ·opera di Arturo Labriola É uscii,o il 'ristico della dottrina positivistica . .Inlcndia- 111ocibene: .se il determinismo è:eliminazionc di ogni ,·aspettativa miracolistica e riaffer-· mazione incessante del principio di ragione sufficiente nel campo dell' azi·one socia1e, 1on– dc la gen-erazion2 clell',eff.etto vagheggiato richiede la -pr~·:!sistenza della causa ade– guata;· s.e essere deterministi significa far ·dipendere la instaurazfone di un •orcUne nuovo dall'esplicarsi di forze già ,operanti i.lil seno all'ordine pre•èsistente, io non vedo davvero come si possa_ essere socialisti sen– za essere deterministi. Il determinismo è il credo della scienza moderna: e a chi 110n contrapponga filosofia e scienza, attribuen– do alla filosofia un m-et•otlo diverso dal t'nc– tod0 della scienza e a quella riservando il privilegio di un· superiore organo specifico p~r la. conoscenza e il domini-o della realtà, non può nemm~no passare per il capo d'in– nestare una filosofia indetern1inistica so– pra una scienza, che ha lìlel detenninism-o la sua stessa ragion•è di vita. E detenninistica dev 1 essere, la dottrina del socialisn10: rico– noscere anzi un duplice determinismo: éau– salilà dell'ambiente naturale, delle condi– zioni tecniche, economicp,e ecc ..., s,opra gli aliteggiamenti del pensiero e della volontà: causalità esereitata dàl pensier,o e dalla vo– lontà sopra, i 'faltori stessi che li hanno con:.. dizionati :_è l'effetto che si fa causa, il pro– dotto che si converte in produttore. Può darsi che da parte dei positivisti (i quali del resto non sono stati - nè tutti nè i più . Volta'1re e la t·1·10 of'1a dIl l'1b . autorevoli -~ rappr.es ~n'tanti di un detenni- . S 8 8 8f82l0fl8 nismo me?canioo o fat'alistico, equivl;l.lente. - 1 ailla ,es.elusione della vol•ontà dal nov,ero del- di ARTURO LABRIOLA, edito da Alberto le cause) si sia dato, per reazi-one contro Morano, in Napoli (L. 19). l' •oppos.to 'errore e per convenienza pole- N,e diamo i1 sommario: mica, maggior rilievo alla prima che non I Introduzione,_· I. L'uon1_oo_ Voltaire,· II.- L'e– alla seconda delle suaccennate relazioni' causali: ma io 11 0 ancora da leggere la di- · sperienza ingLese cli Voltai:rre; III. Il supe- ~n:ostra~ione cl1 ;e.ci sia inc0mpatib!ilità frai ram 1 ento della Metafislica; rv. L'àntichità: 11pensiero pos1t1vistico e la dottrina marx- V. La satira della civiltà; VI. Voltair.e e ii engelsiana del rovesciamento della praxis. socialisn1·0 franrces-e del s,ecol1o XVIII; VII. Aspettare con le mani in mano che la evo- luzi•one spontanea delle istituzioni realizzi Tolleranza. Appendioe: UmamitarisJ.no; VIII. ~l _sogno di 1 una soci~t~ di libe,ri e di uguali; Il significat,o sLorico e l'er-edità della fil-o– e 111; aperta contradd1z1one con lo spirito del s,ofia della liberazione; IX. V,oltaire agli soc1al1smo, do~trina di m•@vimento, di vìg0- italiruni. - Conclusione. BibliotecaGino Bianco

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