Critica Sociale - anno XXXVI - n.13 - 1-15 luglio 1926

198 CRITièA SOCIALE ~~r " la t~rra a [~i la lavora "in~animaf[a 4. - Il grado di civiltà .dei contadini. Colla legge del 1919, sono stati creali 1837 nuovi piccoli poderi con affittanze statali, sopra una su– perficie di più che 13 mila ettari, per un valore, non compresi i miglioramenti, di circa 13 milioni di corone (oltre 95 milioni e mezzo di lire nostre, nl cambio odierno. Ecco clue tipi dei nuovi « proprietarii » visitali dai Commissarii inglesi. A. - Maestro di scuola. - Ebbe 8 ettari per 8 anni e ha trovalo l'erpice con due cavallini. È in zoccoli. Conta cli mandare 50 maiali all'anno, ma vuol arrivare a 80, alla fabbrica cli salumi, ed avrà a primavera. 10 mucche. Ha 50 capi di pollame. Darà ai maiali farina di granturco con siero di !alte ri– tornalo dalla fabbrica di burro, e con un po' di tri– foglio. 11 25 per cento della terra è coltivata a radici mangerecce. La concimaia è di cemenbo. Ha il te– lefono (200 corone all'anno, pari a L. il. 1--172) nella sua casa di sei vani e cantina, ed offre ai suoi visitatori uova e il piatto nazionale, lo smorbrod (pane con svariale qualità di antipasti), ollre, per coloro cui piacdono, birra e sigari. Es~endo .maestro di scuola, deve valersi cli mano d'opera salariala, Se potesse lavorare da solo ricaverehhc 4200 corone l'anno (quasi 31 mila nostre lire), più il latte, le nova e gli altri prodolti consumali in famiglia. Ebbe un ·presti lo dallo Stato, ma l'ha già rimborsato. B. - Prima era fornaciaio, e facendo, quando può, un po' di lavoro da costruttore allora e adesso, ha cominciato nel 1910 a coltivare 4 ettari; · ed ora, ne ha 5. Ha la moglie e una figlia. Disponendo cli 800 corone di risparmii (it., L. 5.888), ne ottenne allre 6.000 (it. L. 44.160) dallo Stato. Ha 6 muc– che, 2 vitelli-, 9 ,maiali e due cavallini. Marito e moglie furono alla Scuola Superiore cli agricoltura: Ha in casa un centinaio .di libri ed un violino. Gua– dagna in un anno 3000 corone (it. L. 22.080). E così per tutti gli altri: libri, violino, grammofono e in alcuni distretti luce ed eneri:,aiamotrice elettrica. ' . ' Il benessere della popolazione rura1e appare nel modo più convincente dallo stato fisioo e mentale dei ragazzi, ben nutriti e bene sviluppati, dall'aria, int-elligenle, indipendente, viga.rosa e spigliata dei genitori, che - notava il visitatore inglese - « fa un umiliante contrasto con quello· che si può costan– temente vedere nei nostri villaggi». Altro particolare non trascurabile: gli agricoltori danesi non sono, come si potrebbe supporre, pur possedendo nella grande maggioranza la terra che lavorano, dei conservatori; sono, invece, liberali, ra– dicali o socialisti; e la loro legislazione sociale, come si è detto, non è superata da alcun altro Paese. 5. - li miracolo: la cooperazione. La legislazione del 1899, dicemmo, era stata il risultato di un compromesso tra i fautori del podere piccolo e quelli del podere di media grandezza. Essa slabiliva in 3 ettari la, superficie del podere fa– migliare, perchè chi lo coltivava trovasse il tempo per andare a lavorare nei poderi più grandi e di– sponesse, così, cli una fonte di reddito complemen– tare. Più tardi la superficie fu portala a 3 ellari e mezzo, poi a 4 ettari e infine, ne.l 1919, si concordò una supe~ficie di 7 ettari, come quella che appare Biblioteca Gino Bianco -------------------- la migliore per un lavoro intensivo e per assicurare un'indipendenza assoluta al lavoratore se il terreno è della migliore qualità, e di 14 ettari se il terreno è della qualità più povera. Sembra, iI}fatti, che, nella produzione di burro, lardo ed uova, il piccolo podere sia in grado non solo di sostenere vitto– riosamente la concorrenza, ma cli ot~enere un gua– dagno netto per unità di superficie più alto, grazie alle costanti cure personali del contadino, all'aumento ùei capi di bestiame e alla coltivazione intensiva. Anche le case d'abitazione sono andate sempre più migliorando ·e, per dar loro sempre più comodità, grazia e comfort, gli ultimi disegni e progetti sono stati sttidiati da un architetto della Scuola di archi– tellura della Accademia reale di arte. Ma Lutti questi risultati culluraÙ, economici e morali non si sarebbero potuti ottenere, nonostante il par– cellamenlo della terra, e una produzione così elevala non si sarebbe potuta mantenere dai piccoli col– tivatori propr:etarii o -affittuarii, se essi avesserp continuato a lavorare isolatamente, separati tr:l loro dalla « siepe» sospettosa, ostile e acrimoniosa di confine. Il vero miracolo, in Danimarca, l'ha com- 1::iiuto la cooperazione. Specialmente i b11rrificì coo– perativi e le fabbric_he di salumi hanno crealo con– dizioni eoonomiche, per i piccoli coltivatori, che li hanno messi suUo stesso piano del fittavolo e del grande proprietario, tanto pei diritti qu;=tnto pei doveri, e hanno loro permesso di fare per i loro terreni come per i 1oro majali, il medesimo prezzo degli agricoltori. più grossi. La· vera cooperazione esige un certo sviluppo in– teUeltuale, specialmente della facoltà di subordina– zione individuale .Orbene, il vero spirito coopera– tivo e ootesto sviluppo inlellettuale si ottennero if.l Danimarca colla istruzione, che· fu resa obbliga– toria un anno prima di Waterloo. Talchè un ben noto educatore potè scrivere alcun tempo fa che << in nessun altro Paese si trova un popo-lo gene– ralmente meglio educa'to che in Danimarca,». Questa educazione, dal lato pratico, viene form'¾la nei giovani oon le prestazioni di lavoro, non solo neile fattorie dei genitori fittavoli, ma anche in altre fattorie, rjuscendo così, oltrechè a mantenersi, ad allargare il campo delle loro esper1enze. Non ,;i sono meno di 97.000 di questi « erhvervstyende » o apprendisti agrari1. . Per la parte culturale vi sono 58 scuole non tec– niche ma « Scu~Ie Superiori popolari» pagate dai ~ . ' fittavoli, dove i giovani imparano quanto non puo servire per guadagnarsi da vivere, ma per farsi una cultura generale e per -rpigliorare la loro fibra mentale e morale. In metà delle fattorie vi è oggi almeno una persona che ha seguiti i çorsi della « Hojskole », dove, per 5 o 'per 6 mesi gli uomini dal novembre, e per 3 o per 4 mesi l,e donne dal maagio oltre alla storia ·nazionale e alla storia t> ' del mondo, alle vite dei grandi uomini, alla religione senza particolare confessione, all'atletica, imparabo, sopratutto, il vangelo di una vita felice, salutare ed utile. Infine, in 21° Scuole agrarie, per 5 o per 6 o per 9 mesi, i giovani, che già hanno fatto un ti– rocinio pratico completo nelle fatl:orie dei genitori, o come operai in, altre fattorie, apprendono la parte teorica della scierlza operaia (9). (9) Dell'origrne, dello sviluppo e del funzionamento di queste scuole tipiche danesi trattei:emo largamente in altro studio, nella Rivista • La Coltura popolare ».

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