Critica Sociale - XXXVI - n. 12 - 16-30 giugno 1926
CRITICA SOCIALE 179 fu già un partito poichè il suo programma chiu– ~eva tutte le soluzioni dimandabe dal popolo ita– hano. Poneva come principio la trasformazione r-ivoluzionarià della costituzione, abolendo il pri– vilegio ereditario; . ed· alla s,odetà nazionale risul– tante, assegnava i modi del suo vivere: indi– vidualista e cooperativista nell'ordinamento eco– nomico della produzione; separatista nelle rela– zioni tra lo Stato e la Chiesa; idealista e solida~ rista· nei' rapporti tra lo Stato e i cittadini; na– zionalist~ e contrattualista nene relazioni tra lo Stato nazionale e gli altri. Il partito repubbli– cano integrav~ il èoncetto di un regime radi– calmente democratico. Come· ogni partito per– fetto, cmµprendeva parecchie, scuole, che si po– levano per altro ridurre a due principali: la scuola idealistica-unitaria, di gran lt1nga la più efficiente, che direttamente .procedeva dall'inse– gnamentp mazziniano, e la scuola flealistica-fe– derativa (attenuata anche in un semplice, cri– terio di forte decentramento amministrativo) che traeva i suoi postulati cta C;irlo Cattaneo e Al– berto Mari0. Questa compiutezza di -partito, il partito re– pubblicano mantenne durante. H tempo del suo massimo fulgore, che fu durante la rivoluzione del Risorgimento e negli anni immediatamente seguenti. Poi a poco a poco una profonda sele– zione venne facendosi nel blocoo dei suoi yrin– cipì. La democrazia radicale lo spogliò di qua– si tutte le sue dottrine circa lo Stato e la Chiesa, le relazioni internazionali, l'economia politica. Il partito socialisla, sopravvenuto opponendo la sua 1 concezione classista -a quella_ solidaristica, rel.e-– ga,1a la concezione repubblicana dei rapporti tra capitale e lavoro nei limbi indistinti della pic– cola borghesia, dove effettivaniente perdeva ogni individuazione, confondendosi con tutte le scuole individualiste-conservatrici o inliervenzfo– riiste-radicali, sec<'>ndo i momenti' e le ciroostan.– zè. Naturalmente a mano a mano che jl partito repubblicano cedeva ad altri un po' del suo ;ricco patrimonio, perdev3: seguaci. Più le sue idee si diffondevano assorbite da altr:i partiti, più il vetusto e glorioso partilo, che già aveva rappre– sentato formidabilmenle tutta l'antilesi al con– servatorismo regio, declinava. Egti aveva nu– tricato del suo idealismo e della sua ìndomita volontà d'azione tutte le opposizioni progres:: siste e libertarie, ma con ciò si era impoverito come Lazzaro. Le nuove correnti della lotta di classe, con la brutalità irreverenbe delle forma– zioni sospinte dal bisogno di vivere e di affer– marsi, lo ferirono nel suo punto più sensibile; il patriottismo. Forse in fondo. non eravi un con– trasto ideologico sostanziale, ma sì di forma e di espressione senlimentale. Il patriottismo repub– blicano esasperato prestò alcune faville del suo idealismo al nazionalismo monarchico, che se ne illuminò per un'ora e ne rise per degli anni, ~opratutto per il distacco violento del repubbli– canismo dalla democrazia socialista, la quale dovendo agire sul terreno di classe non poteva che essere internazionalista, come internazionale è il proletariato nella lotta contro la classe ca– pitalista, Comunque, il patriotlismo repubblicano perdè, nell'accezione delle masse, quella caratte– ristica. di avanguardia e di rivoluzione che aveYa ·avuto durante gli anni della passione del Risor- 8i bli<1i~cGrfi-018wmc~ oonfuse 001 patriottismo ufficiale dei monarchici. Breve. Del ma– gnifico albero fronzuto che gigan~eggiava da solo come una foresta, non reslò saldo, efficien– te e « proprio » che il tronco della « pregiu– diziale » - cioè, della trasformazione rivoluzio– naria della oostituzione mediante la soppressione dell'istituto monarchico. E poichè anche l'idea dell'abolizione del principio economico-ereditario integra ineluttabilmente la concezione socialista della società, così la « pregiudiziale » si ridu– ceva ad assumer-e come un principio cli merito assoluto ciò che i socialisti ritenevano da su– bordinarsi nella gerarchia dellte urgenze rivo– luziorrarie, ossia consideravano come una qu,e– stione di metodo. Ora un partito cui non è esclusivo l'ideale repubblicano, ma che da tutti i partiti si diffe– renzia _per il modo di proporre e di agitare l' i– deale repubblicano, come premessa assòìula cli hitte le riforme, e che per tutto il resto lascia i suoi seguaci governarsi secondo- le affiniHt che rispettivamente li accostano ai seguaci degli .altri. partiti, è un partito? , ·- Si può .dubitarne, senza che con ciò ne sia per nulla diminuita l'autorità ciel moYimenlo. La spiegazione non è difficile. Uri partito è una « visione del mondo », un sistema coerente di r•e• golare· tutti i rapporti tra i membri del la s2,– cieU1. Il parti~o repubblicano fu indubbiamrnte un partito allorchè in sè concentrava tntla l'i• deologia 1e il s,entimento della democrazia ita lia– na, Is0la+osi nella « pregiudiziale », esso., più che un partito, diventa una scuola, una unione, una lega di uomini che pongono una rivendica– zione da agitare. In Ilalia ciò si intende a sten– to; nei paesi anglo-sassoni lo si intenderebbe al volo. In Inghilterra ed in America i partili sono pochissimi. L'lnghillerra fa sfo1·zi· erculei per restare al sistema dei due JJarliti ti·adi– zionali-, e sla pregando i liberali, poichè sono ridotti al lumicino, a decidersi ad entrare, coma loro piace, o tra i conservatori o tra i Iabonri– sti; questione di semplificare· le cose. Ma ac– canto ai pochi partiti classici, fondamenta] i, . nei paesi angl\Q-sassoni crescono fortissime le falangi delle organizzazioni per scopi ben pre– cisi e distinti, o morali, o r-eligiosi, o econo– nomici, o politici. L'infJuenza 'di queste asso– ciazioni libere è spesso decisiva per gli atteg– giamenti dei partiti, p-erchè sulle singole que– stioni sono esse che fanno l'opinione pubblica che dà la vittoria ai Parliti. L'Ostrogorski, in uno studio che ha avuto già un'eco immensa, ha sostenuto che l'avvenire non era dei partiti, ma di cotali associazioni che non impegnano i loro soci che per l'unico obbietto che esse si propongono, lasciandoli liberi di aderire a tutte le altre associazioni a scopi diversi - pur-chè, ben inteso, non opposti - che essi vogliano, ~ così a qualunque partito. Non crediamo di cascare- nel paradosso di– cehdo che nell'ultima discussione avvenuta in seno al Comitato Centrale del Partito Repub– blicano abbiamo visto affiorare con più o meno consapevolezza i principii cui accenniamo. f:: noto il ·contrasto: i r,epubblicani che si sono qualificati lradizionalisti, ammell-cndo incontri e collaborazioni. contingenti con altri partili - anche con i socialisti - hanno detto: - Però il nostro compito è di elaborare e realizzare l'i-
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