Critica Sociale - XXXVI - n. 12 - 16-30 giugno 1926

i84 ClUTICA.SOCtAtt Ecco alcune cifre: BURRO LARDO UOVA (chili) (chili) (dozzine)' 1866-70 ,1.900.000 ·5.000.000 500.obo 1901-05 75.G00.000 76.400.000 18.20,0.000 1911-15 82.600.000 130.700.000 20.100.000 1921 92.100.000 85.300.000 32.400.000 Quello che è anche più impressionante non è tanto la quantità della esportazione, quanto là sua re– golarità. Settimana per settimana lungo lutto l'anno, quasi la stessa quanti!~ di burro, di lardo, di uova, di carne lascia la Danimarca. II segreto sta nel buon rifornimento delle g;à menzionate radici forag– giere (roots ). Finalmente, ciò che importa sopra ogni altra cosa si è che i « contadini danesi sono - come ebbe a dire Bjornos-on - i più civili del mondo». 2. - La difesa della terra a chi la lav<Jra. A che cosa viene attribuita una riuscita così 'piena? A due elementi: 1.o un saggio sistema di conduzione· terriere; 2.o un'assoìuta fiducìa nell'istruzione. Cominciamo dalla proprietà. In Danimarca, cli grandissime proprietà che supe– rino i 242 ettari di superficie non ve n'è che 419, mentre 1'88 per cento della terra è coltivata da gente che dimora in campagna, e più del 95 per cento dei poderi so00. proprietà cli coloro che li la– vorano. Metà della superficie appoderata, circa 4 milioni e mezzo di acri, pari a un milione, 821 mila e 150 ·ettari, è ripartita in · 60.872 poderi di 15 a 60 ettari; e, del!a parte rimanente, 3 milioni di acri (ettari 1.214.100) sono suddivisi in poderi che vanno da 60 a più di 240 ettari, e un milione e mezzo (ettari 60.705.000) in poderi di una esten– siòne digradante da meno di 15 •ettari a poco pm di mezzo ettaro; sopra 249.903 poderi, 211.874, che occupano circa i nove dec:mi della superficie to– tale, sorio posseduti dai · co'Jtivatori diretti· infine , , su quasi 250.000 . )'lroprietarii, 172.000 sono dediti all'agricoltura come occupazione preminente. (4). Or come ha potuto l'agricoltore danese pervenire alla proprietà, o all'uso della terra, e m~ntenervisi persistentemente? Lo si deve al fatto che la politica danese da parecchi secoli ha sempre cercato, per mezzo della legislazione, di conservare e di estendere cora legge che la vedova possa co11serv1:treil podere del marito; nel XVIIÌ seoolo, furono vietate l'aliena– zione della· terra in comunità dei contadini e l'espro– priazione di ·un contadino senza una sentenza di ma– gistrato; furono messe all'asta le terre d,ella Coron,1 ,e furono largiti prestiti al 2 per 100 perchè i con– tadini potessero comperarle. Durante il secolo scorso i grandi, propr1etarii vennero incoraggiati finanzia-• riamente a vendere le loro terre ai contadini, ap– posite società provvedendo i capitali per l'ammor– tamento dei debiti; venne vietata l'incorporazione di un podere in un altro quando non vi fossero una cascina e una famigl:a in ognuno di essi, ·e qual- ' siasi mutamento nella ripartizione dei poderi venne impedita se non vi fosse l'autorizzazione del Mini– stro dell'Agrioollura. Nel 1899 fu stanziato un fondo pari a di,eci volte la Lista civile del re per far prestiti ai contadini che desideravano possedere la terra, e quel fondo fu via via aumentato negli anni 1 successivi. Fra il 1914 e· il 1924 la legislazione agraria venne continuamente- accresc:uta. a questi fini: .1) fissare gli uomini sulla terra; 2) provvedere mano d'opera ai poderi più vasti; 3) avvantaggiare la mamo d'opera. ' La legge del 1899 sul piccolo podere famigliare, dettata dalla preoccupazione che destava il delinearsi di un notevole µiovimento ~migratorio e di un largo esodo della campagna verso la città, fu un compro– messo tra le opinioni contrastanti, se fosse prefe– ribile il podere picoolo o il grande. Ma questa di– scussione è sempre aperta, oome lo · è l'altra, se sia preferibile la proprietà o l'affitto della terra,. La legislazione· precedente al 1899 aveva perrnesso ad 80.000 piccoli agricoltori di fissarsi sulla terra; quella del 1899 sulla piccola propri~tà favorì la creazione di altri 12.000; la legislazione .del 1919 favoriva invece l'affitto da parte dello Stato ai coltivato:ri', e gi:à vi sono 2000 fittavoli di questa .categoria. La legislazione del 1924 è una ripetizione di quella del 1899. Così due sistemi sono tutt'ora in funzione, e il piccolo coltivatore può. scegliere la proprie~à o l'affitto. Si andrà innanzi oosì sino al 1934, ed allora la Danimarca, potendo stabilire quali siano i risultati dei due sistemi, sarà in grado di pren– dere una saggia' decisione per la legislazione· che succederà. il possesso della terra nelle mani di chi la lavora. · , · 3. - Un diritto di proprietà sui generis. 'Soffermiamoci un istante sulla legge del 1919, e · ricordiamo che !;evoluzione della conduzione della terra in Danimarca va dalla proprietà pura e sem- Risalendo il corso della storia, si trova che i re da– nesi resistettero alle pretese delle class} privilegiate appoggiandosi sui contadini, a favore dei quali ven– nero emanando leggi atte a garantire la loro indipen– denza. Nel secolo XII, un contad1110 non poteva ven– dere la terra senza. offrirla pubblicamente ai suoi parenti; nel XIV secolo fu resa illegale alle classi priv_ilegiate la compera di terra' dei contadini; 4'00 anni fa divenne legge che la terra dovesse essere af– fittata al coltivatore per tutta la sua vita ed è an- ,, (4) Questi dati, riferentisi al 1901 sono citati· in ap– pendice all'lnçhiesta liberale inglese s~1Ua terra: The Land and lhe Nali?n . (London, Hodder and SLoughton 1926) alla quale attrngiamo la1:gamente per notizie snll'~gricol- lura danese. · (5) Il_ ca.ratler~ delle. P!'imiti':',e ,leggi era cleterh1inato dal cles:der10 dei niagg1on ag1;1collori. di procurarsi la 1~rn110 cl opera_, ma _questo cara~tere scomparve sotto l'in– tlusso d~~e idee pm . clemocrat1che che si fecero strada nella_ pohl1~a della DaniJnarca. (Rivista inlernaz. delle fslitu- z10n1 economiche e sociali, Anno IV, pag. 54. , Biblioteca Gino Bianco . plice alla proprietà qu.alificata, cioè, alla proprietà considerata non come un fine, ma come un mezzo per aumentare la prodtizione alimentare e la den– sità della popolazfone: Le leggi• del 1899, 19()4 e 190H, che crearono i piccoli poderi in proprietà assoluta, pr,ovocarono una reazione, diretta a ri– servare allo Stato ben definiti diritti sulle .fattorie da esso create, ·ed a far sì che i piccoli agricoltori così formati potessero conservare una ·più larga porzione del loro capitale per le spese d'-esercizio. Questo movimento fece capo nel 1919 a tFe leggi per assicuràre più terra ai piccoli proprietarli e alle piccole :fattorie, e per stabilire su queste 'delle fa– miglie pon oome proprietarii assoluti, ma oome proprietarii limitati. Anche l.a legge del i909 sulla piccola proprietà dava allo Stato un diritto di controllo sul m0do in .cui essa era coltiVa.ta, e persino il diritto di espro-

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