Critica Sociale - XXXVI - n. 12 - 16-30 giugno 1926

182 CRI.TICA SOCIALE vengono; a fatti che sono sottoposti ad un limite, che subiscono un impedimento. Il realizzamento della legge è possibile, 11011 sicuro. La questione. è di sapere se gli ostacoli, che si oppongono al reahzza1nento della legge, saranno rimossi ,o si cons-erveranno. Se saranno rimossi, la tendenza si attuerà; se si conserveranno interamente, non si attuerà affatt-o. La tenden- .za potrà a'ttuarsi in parte, non attuarsi punto, o essere rovesciata: ciò dipenderà dalla efficacia degl~. ostacoli. Se questi saranno molto forti, la tendenz~ non si attuerà punto; appena iniziata, sarà impedita. Ma, se saranno deboli, la tendenza ,si dimostrerà con una certa efficacia (5). La circostanza che la contro~ versia circa il valore dei dati statistici che riguardano il movimento delle classi e lo sviluppo del(la grande i)roduzione non mena a risultati univoci, ad afferma– zioni nette, nel senso di confermare o negare le tesi marxiste, è molto interessante dal punto di vista della teoria nJarxista. Vuol dir,e che le forze, che il Marx conosceva come capaci di arrestare lo sviluppo del movimento da lui indicato (e, se· no, non avrebbe par– lato cli « tende1ìz.;a »), hanno agito; però non tanto da · impedire che la' legge generale da lui indicala non si dimostrasse., non si rivelasse. li proMema perciò non è risoluto contro Marx; in un cerio senso è risoluto favorevolmente a lui, perchè le conlro.oorrenli erano a lui note. Per parlare di una soluzione del problema contro Marx, bisognerebbe dimostrare che queste con– trocorrenti, queste forze che contrastano alla tenden– za da lni indicala, hanno compromessa la legge più ri– posta, il principio ultimo al quale Marx riduce il fun– zionamento della Società capitalistica: il contrasto fra gli interessi collettivi, le esigenze oggettive della produ– zione econolnica, e la forma capitalistica della pro– duzione. Se effettivamente -le forze, che hanno ost~– colata la tendenza da hJi ipdicata, hanno superato que– sto contrasto, questa parte del marxismo è caduta. Ma se, invece, le forze nuove capaci di contrastare la tendenza hanno aggràva!o il contrasto fra interess'i della produz:one e forma capitalistica, non solo Marx non ha avuto torto, ma i fatti hani10 condotto ad una nuova conferma del ~[arxisrilo anche su questo punto. II Tuttavia è perJeltamente naturale che la critica an– limarxisla, la quale si svolgeva essenzialmente sul ter– reno pratiro della lotta contro il socialismo, riducesse lutto il marxismo alle famos.e « L-esicalastroUche ». Que– sl_e non erano, nel concetto cli Marx, che la illustra– zio~e della legge di conl1·asto fra gli interessi della, società ed il capitalismo, in cui tutta· assommava la sua indagine economica; ma, appunto perchè erano l'e– sempio, cioè, in un altro senso la « prova » della lecrne , o~ slessa, su queste si fermava l'attenzione dei crit.ici e dei seguaci. Quale meraviglia perciò che esse doves– sero attestare b vericiclità o la falsità elci sistema mar– xista? Appl~nto alle tesi. catastrofiche si appoggiavano i pr,o– gramm1 dei partili socialisti. La Democrazia Soci-ala loclesca, che era consiclera(a come l'erede clir-etta del pensi?vo mar~ista, co~e l'incarnazione ideale di ogni n~a~x.~nl? seno,_ e la cm grande influenza sui partiti so– c.altslt cli t_utto il mondo _sino allo scoppio della grande eonflagraz.one non ha bisogno cli essere ricordata (6), (."i) nisog~a persuadersi che eccepire sollanto i falli conlro 1111n legge di lenden:a, la quale potrebbe cominciare ad aairc solo da quando !'assero rimossi gli oslacoli che si oppong~no nlla legge medesqna_, non significa confutare la legge». - Ar– turo_ Labr10la, Studio su Marx,·2.• ediz., pagg. 228-229. (G) Tullavi_a l'evol~zio11c della Democrazia socialisla Le· cles~a ver~o 11 marxismo era slala graduale. Sono note le cn_l1cl_ie cli Marx al programma cli Gotha. Gli stessi eisena– c1:11a111, cbe avrebbero dovulo rappresentar-e l'elemento mar– x1sla, era110. lull'allro che fermi in materia (li principi. Os– serva ~lehrmg: « Qu~~or~ egli (Marx) avesse letto attenta– meule LI Volkstaal, cl1ff1cllmente avrebbe potulo non ricono– scm:e quanto socialismo eclettico c'era nelle loro file•· Ge– sc,h1chle drr deulschen Sozialdemokratie, 2.• ediz., 1904, vo- 11,me l V,. pag._ 88. _Engels trovava slrano persino che l'organo del parlllo s1 chiamasse Sozialdemokrat. In una lettera a BibliotecaGino Bianco appunto dalle 'tesi catastrofiche procedeva nello svi– luppo del proprio programma: quello di ·Erfurt (14- 20 ottobre 1891); programma che fu dal J.1):i>Ù al meno copiato e parafrasato dai partiti socialisti di tutti i Paesi. Il programma di Erfurt cominciava notando: « L'evoluzione economica della società borghese con– duce naturalmente al tramontò della piccola produzio– ne, il cui fondamento è la proprietà privata del lavo• ratore sui proprii mezzi' di: produzione. Essa separa il lavoratore dai suoi mezzi di produzione e lo tra– sforma in un proletario, privo di mezzi (in ei[bem b.esitzlos,en Pr,oletarier), mentre i mezzi di produzio– ne diventano il mono.polio di un piccolo numero di capitalisti e di grandi proprietarii fondiarii ». E con– tinuava: « Sempre maggiore diviene il numero dei pro- 1-etarii, più imponente l'esercito dei proletarii super– flui, sempre più aspro il contrasto fra sfruttati e sfrut– tatori, sempre più acerba la lotta di classe fra bor– ghesia e proletariato, che divide la moderna società in due accampamenti nemici ed è il segno comune d_i tutti i ·Paesi Jndustriali ». Infine l'accenno allo svi· luppo cleÙe crisi, che avrebbero precipitato la società capitalistica: « L'abisso fra possidenti ed ind-genti è allargàto dalle crisi, radicate nell'essenza del modo cli produzione capitalistico, che divengono sempre più ampie e distruttrici (die immer umfangreiche und ver– heerenclcr werden), fanno dell'insicurezza lo stato nor– male della società, e forniscono la prova che le forze produttive son cresciute oltre ogni capacità di gover· qo da J>arte de1l'attua1e società, e che la proprieti} p'rivata dei mezzi di produzione è ormai scissa da ogni loro ragionevole uso. e dal loro pieno sviluppo tecnico » (7). Si tratta cli una parafrasi quasi letterale del famoso paragrafo 7 del XXIY Capitolo del èa– pitale. Kautsky ha splegato perchè al programma cli Er– furt si dette quella forma. Esso « è sorretto dall'idea di uno sviluppo necessario e naturale, nonchè, dalla forza determinante (v.on der bestimmend<m Mac/zt} dell'evoluzione economica ... Così vediamo sorgere il •socialismo come il risultato di una evoluzione inelul·– tabile ». Perciò il nuòvo programma della 0-einocra-. zia sociale_, quello di Goerlitz, non piace a Kautsky; in esso « è spento ogni ricordo del fatto che il sòcialismo è. il prodotto cli una nuova evoluzione economica, e che colei che lo porla è la nuova classe che si produce in questa evoluzione» (8). Si tratta di un abile mezzo di suggestione politica. Avversarii e fautori sono av– ~r:sati che il fatto del qua}e si parla, il socialismo, è mclipenclente dalle loro buone o cattive intenzioni. Essi possono avversarlo o sostenerlo, ma la cosa non muta. Tanto e tanto, si verificherà lo stesso. Si può rendere razionale e moderato questo processo che mena al Socialismo, accompagnandolo con animo favorevole o. almeno, non ostile, ricorrendo a misure intermedie che possono agevolar-e il processo o renderlo più piano, e qui sta tutto il riformismo sociale (9); si può anche concorrere- inconsapevolmente ad inasprire e contri– stare l'inevitabil,e trapasso con una politica di franca ostilità, la quale fa pagare il piccolo l'itardo oonse· . ' guito per mez1.0 di misurè artificiali, con una cala• strofe pitt ampia. In ultimo saremo sempre Ù. Il so· Marx diceva: , ·che razza cli litolo è questo: Sozialdemokran perchè non lo chiamano Il proletario? (Briefwechsel zwische1t Marx und Engels, 1913, voi. Ili, pag. 196)· ed in una··lettern posleriore: « Sozialdemokrat è un cattivo 'tilolo • (idem, vo• lt~me Ili, pag. 198). Ma la Demo'Crazia socialista tedesca è sempre passata per un partito.« marxista »: (7) l'.iù prudentemente, nel programma del Parti Ouvrir.r f ra~çai~, Guesde e L~f3:rgue scrivevano: « questa rivoluzione l!l~vitab~le (quel~a s0~1ahsla) scaturirà dalle complica~iòni po• hti.che rnternaz10.nah- e dalle perturbazio1ii fatali ·"oI'ì.eeia· barano lo sviluppo industriale dell'Europa e la c~nc-<trrenza agricola dell'America e. dell' Ausbralia ». · (8) K. Kautsky: Die proletarische Revolution 1111d ihr Pro gramm, 1922, pagg. 9-10. d (9) Tuttavia ~I r_iformismo borghese (cons.ideranqo la cosa da un punto d1 vista strettamente di clàsse) potr~\>'be rap– presentare una deviazione della rivoluzione socialé.

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