Critica Sociale - anno XXXVI - n.11 - 1-15 giugno 1926

CRITICA' .SOCIALE· ' 165 ?!so?cup3:zion~ _assumerà ~e,n maggiori propor– zioni, e 3:1vestira _be:n~agg10re durata, di quelle che segmrono nei Paesi dove fu risanata la mo– neta. E il secondo è quest'altro. Da alcuni anni in qua, e. nel corrente a11-noancor più che nei pre– cedenti, _ègene~ale ~n I~ali~ il lamento per la man-· canza d1 braccia d1 cm soffre l'agricoltura. Il fe– n_omeno dell'urbanesimo avvelena tutta la vita na– z1.~na_le;e nel proletariato manifesta i suoi tristi e·!feth non meno certamente che nelle ·altre clas– s1. Se, per ~n te~~o. l_imi_tato, le industrie offris– sero mmon }?OSs1bi~1ta d1 lavorQ al proletariato, e una parte, m ogm caso non inge:µte, di questo . d?vesse tori~are alle opere dei campi, non ne sca2 ' prterebbe ne nel corpo nè nello spirito, e forse appres~er,~bbe a se stesso migliori for!une. ANGELO TREVES. IL MISTERODELL'ISLAM· Poichè l'avventuriero o l'eroe, a piacer vostro Abd-el-Krim, si è reso ai francesi chiudendo l~ guerra riffana, il mondo è rimasto come intontito dalla sorpresa, e più sospettoso. che lieto si do– manda: - Ed ora? Or.a come si intenderanno fra loro gli alleati franco-ispani? Ci sarà un'altra confe~·e_nza per lo statuto di. Tang eri, per la spartizione della spoglia sceriffa.na 'I Quali con~ tra~colpi in Mediterraneo? Qu ali pretese dell'I– taha? Intanlo lre fatti sono avvenuti nel mondo isla– mico, di importanza non si sa se maggiore o m.i– ?or~ della resa di Abd-el-Krim. L'occupazione 1tahana dell'Oasi di Giarabub con la presa dell'im– portan,le chiostro senussita a 200 Kil .' sollanlo dal– l'Oasi di Kufra, centro di tutta la Senussia; l'ac– cordo, che sembra sicuro, lra Flnghilterra e la Turchia circa l'applicazione della sentenza arbi– trale su Mossul, c·o1risultato, che si ritiene cetlis– simo, dell'entrata della Turchia nella Società del– le Nazioni; infine, la vittoria inallesa <J,iZaglul pascià nelle elezioni egiziané, che prepara un· Go– verno seIIl.Pre più indipendente, anzi ostile alla Gran Bretagna, sul canale di Suez. È notevole che tra questi falli capitali non si vegga nessun filo conduttore, nessuna relazione· sensibile. L'Islam perde al Marocco, si solleva in Egitto, transige in Turchia, si abbatte nel deserto senussila, senza che alcuna visione di insieme se ne prospetti, s•eilza che coteste diverse forze ac– cennino ad un sistema; che diciamo? senza nep– pure che mostrino di conoscersi e di aiutarsi. Dobbiamo dunque- pensar,ie che, politicamente, l'Islam è finito, che ci sono. popolazioni maomet– tane sparse in Asia, in Africa, ma senza alcun le– game politico? L'Islam non sarebbe .che un sim– bolo, una fede religiosa, una filosofia storica? Ecco. Un grande congresso islamico ha avu– to luogo testè al Cairo. Dalle lnd~e a Giava, dal– l'Egitto alla Tripolitania, dalla Siria, dal Libano, dalla Palestina, dall'Hèggias, dalla Turchia e fin dalla Polonia, tutte le agglomerazioni islamiche mandarono i loro rappresentanti. Si trallava di definire una volta ancora il Califfato. E fu UJ1 oscuro lorneo di Leologhi. La sola cònslaiazionid che gli osservatori ne ritrassero si fu, che la re– ligione andava separandosi dalla politica, che Bibl1o&cia 1Utrfò'1effirfé~o troppo diverse di isli- tuzioni temporali e che la fortuna politica non an– dava d'accordo con Pincremenlo dell'Islam. Lari– scossa_dalla Turchia di Kemal pascià con il trat– tato d1 Losanna culmina in un laicismo statale c~1e rompe contro· la religione, il costume l'or~ d!namento della famiglia, che abballe la t~ocra– zia all~ fondamenta. L'Islam ·non ha più una spada. Però il suo te~rore, non è spento - perchè l'Eu~ ropa lo porla in sè come un· castig-0 inespiapilc. Do~o la g~e~ra catastrofica, l'Europa tra gli altri suoi 5,traz1 v1d~ sorgere davanti a sè queslo spel– trB: l lsl_am. Essa aveva forgiata, per deriderla, una~ona grande, magnifica; la nazionalità. Ma per_farla v~le:e aveva chiamato in soccorso i po– poli e le tnbu che essa opprimeva ai limiti del ~es~rto. ·Li aYeva armati, aveva dischiuso daYan– l~ a1 loro occhi j. suoi tesori e aveva mostrata in– s1e!ne ~utla la propria debol,ezza. Allora un risuc– chio d1 furori bellici cd un disperato ardore di ri– scossa sembrò scuoter,e dalle loro viscere dome le tornìe degli schiavi. Una idea rh~oluzionaria pane saldare per sempre la Mezzaluna harbarica e il s~gno della Falce e Martello della Russia sovie– tica. Al Congrcss·o di Batù, Envcr pascià era sa– I1;1talofratello e vindioe del proletariato interna– z}onale .. Una voce misteriosa e terrif'icahtc colpì i Gov~r~1: la lega dei popoli oppressi. I suoi ~onfm1 non ~rano ben chiari, tulio l'Orienlc e 1~stremo Or1enbe, Maometto e Confucio il Me– d1~ler~aneoe il mar Giallo, Angora e Pek 1 ino. Al– tn c1 melleYa altro! Anche l'Adriatico e Fiume e tut&c Jle offese ·e le ingiuslizie'•di \'ersailks. Il nazionalismo esasperato, bolsceui=.=.ava. Mosca splendeva come un faro mislerioso nella notte. Le potenze imperiali tremavano. Si dividevano le ve– stimenta coloniali del Tedesco e sollo i piedi sen– LiY~n~aprirsi le voragini nei proi::irii Imperi co– lomah. Lord _Balfour ·esaltava Sion; Lloyd Geor– ge sollevava una cintm·a di 'principati arabi da opporre ai turchi. La Grecia era mandala a farsi massacrare in Asia Minore.· In quella nolle cu– pa di· spaventi la leggenda dell'Islam si levò co– me un presagio di imminente vendetta. Il Sirclar assassinalo ad Alessandria,· Lutto l'Egitto fremen– te; i Dru•si sollevati •in Siria, il Riff in fiamme; Indù e Maomettani perseguitali in India ed unili contro la Metropoli' brittannica. · tullo sembrava . . ' ricercarsi, integrarsi in un pensiero unico di ri- bellione .e di. catastrofe. Ora invece tra l'avanzata italiana aali ultimi contini della Cirenaica, la viUoria di. S~neida la disfatta riffana, il trattato turco-brillannico per Mossul, la ripresa nazionalistica egiziana si ve– ~ono fuochi accendersi ,e fuochi spegnersi in un 1solamenlo che non si nasconde più. La Turchia non si interessa dell'Egitto; l'Egitto abbandona alla loro sorte i Senussi; i Drusi ignorano Abd– el-Krim; Abd-el-Krim fa la parte bella alla Francia contro la Spagna, avallando l'Impero nord-africano francese da Algeri a Tunisi, a Fez. Non_c'è che l'Alto Commissario del popolo, Ci– cerin, 1l quale' mostri di voler mostrare dietro a tutti gli eventi la s.ua mano unificatri~, il suo pen– siero dominante. Ma non è l'Islam. È la Terza Internazionale. È la .Russia lradizionalmenle die– tro a tutto _ciòche è anlinglese. È l'imperialismo slavo contro l'imperialis_mo briltannico e l'impe- •

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