Critica Sociale - XXXVI - n. 10 - 16-31 maggio 1926

144 CRITICA SOCIALE mc la mao·nifica lolla stessa, un -tal fine raggiunto sarebbe l~1 allissimo esempio di coincidenza dc– o-li interessi e delle aspirazioni della classe la– ~·oratrice col beneficio e con l'avv<'nirc della na– zione e costituirebbe un pr,cccdcnlJc di ben grande irn po(·tanza per la trasformazione degli a)lri _ra~ mi dell'industria britannica secondo le soluz10111 che la economia collclliva,·JJlm pili che l'intrrcss·è. prh·ato dei singoli. suggerisce'. ALESS;~NDflO SCHJ.\\'l. 1 lettori :ippresrro già dai ciuotidiani la morle che colpì a lradimenlo ·,- a soli 53 anni - Giacinto Menotti Serrati ex compagno noslro ccl rx dirrttorc drll'.lvanli/ Non ci trovammo mai sulla sua linea politica. Egli era il campione di una intransigenza e di un dom– rnatismo di partito, che a noi 1:iarvero sempre improv– vidi, qualehe volta dcleterii, e non 11ltima causa - in ragione delle stesse qualità snoeriori dell'uomo e del- • l'influenza ch'egli esercitò sulle masst' - della rea– zione devastatrice che si scatenò s·une cose nostre. Cotesta intransigenza à tout romore finì col condurlo ' fuori anche dalle file massimaliste, soingendolo verso il bolscevismo schietto della Terza lpternazionale. Ma il dissenso che ci divise non può e non deve im– pedire - in quest'ora che è ner noi tu'tti di prova du– rissima e su una tomba così immaturamente dischiusa - il riconoscimento e la testimonia,nza cla parte nostra della grande coerenza; dell'idealismo. del disinteresse e del non comune coraggio. che caratterizzarono tutta la sua vita. Egli fu, fra tanti tentennanti e trepidanti un diritto e u·n imnavido; fra tante gelatine umane, un pezzo di quarzo. Del quarzo aveva anche tutti gli spi– goli. Si gettò, senza lesinarsi, a tutti gli sbaragli. Fra tante larve, fu un uomo. E fn onore per noi di combat– terlo e di essere da lui combattuti, con perfetta lealtà, con reciproca stima morale. Ultimamente si era alquanto appartalo e stava lavo– rando a una storia del movimento socialista. Si rivolse a noi per del materiale, che in parte gli potemmo for– nire, ed 'è di pochi giorni fa una sua lettera di ringra– ziamento· cordiale, che ci riaccostò per \rn moment<,', come vecchi amici. E questo - nel dolore che ci turba - ci riesce di mesto conforto. Ci associamo di cuore all'estremo tributo di affetto e di ringraziamento che - pur nel forzato silenzio - diedero e dar-anno al suo tumulo e aila sua memoria quanti sentono, com'egli sentì, la bellezza di una lotta senza tregua per le emancipazioni supreme, la quale ,;_ anche fra i contrasti e per le vie più diverse - serba e suscita pur sempre una parentèla intima di inspira– zioni e di aspirazioni fra coloro che ad essa hanno consacrato la miglior parte di sè stessi. f. t. Autocritic~ pe~ ricostruire Esaminando congiuntamente le due po~emiche suscitate dal Quarto Stato circa l'indirizz,o morale da dare al movimento s,ocialista e circa le defi– cienze dell'azione passata, si può dire che se la prima vuol essere efficace, non deve co~e •ben ha scritto Rabano Mauro, essere dem~lHricc ma deve· ,esse1~ecorrettrioc dell'az1onie passata;' per rendere possibile, quando sa,rà possibi1e, una ri– costruzione, che non ripeta gli errori, ma nem- ' meno. disconosca le benen1}erenze dell'azione già compmta. E allora occorre, a mio modo di vedere· nè acq~ietars~ al m?'do ~i coloro i quali, consta~ _ tando 1 conati reaz:i:onan palesi ln tutte le Na– zioni, ci assicurano che la reazione italiana è un frutto nalm'ale ed inevitabile della lotta di classe nè corrucciarsi al modo cl.iquegli altri eh.e sçm di~ · · sposti a cr:eder,e che tutto quel che è accadut© sia B 'bl' t c.La.addecil.arsisolo a colpa di coloro i quali hanno 1 10 eca l,:;lnO ts1anco falicosamenlc orgaiifaiato economicamente e po– liticamente i lavoratori. Se ripensiamo agli eventi, chre si svolsero dal 1919 al 1921, noi possiamo riassum~rli in quella tragica situazione delineata dal Tiiev,es, in quel suo famoso discorso del' 1919 alla Camera, c.ruando affermò che nè i partili borghesi eraùio più in con– dizione di condurre l'ItaUa avanti nella sua storia, nè il proletariato aveva ancora la forza di assu– mere da solo il p-o~ere: il che sta appunto acca– dendo in Francia e sarebbe accaduto anche in Ger– mania; se là il proletariato ncin aveva il giudizio di assumere H potere in partibus 7 come da noi si voleva e non sì riuséÌ a fare ( 1). Alla borghesia incerta si presentò. con altri mezzi e con altro spi– rito, (mezzi e spirito che erano un prodotto della Jun11a guerra), il solito ausilio che, in momenti similL si era già presenlato altre volte alla borghe– sia francese: l'ausilio nrivato. il quale. libero da vincoli e da scrupoli legali. trasse la bor,ghesia dall'impaccio della legalmt, lottò senza. esclusione · di colpi e vinse, cinto da allori e da grat~tudine da parte della pavida borghesia « liegalitaria »: Cosl cadde quel fronte che Rabano Mauro dioe della « libertà democratica », ma che,. a sentire Arturo Labriola, non aveva avuto altro che la ma– schera della democrazia, essendo facilmente di– mostrabile che i'l fascismo, se è quantitativamente · diverso, non è qualitativamente gran fatto di– verso dal giolittismo, che ha, più d'ogni altro re– gime. abituato il popolo fraliano all;i politica del– l'arbil:rio e del Governo personale (2). Dal 1860 al 1922 vi ,fu libertà casuale. libertà d.i fatto, non una coscienza, non una politica della.libertà. Non era democratica nè la borghesia, che c..-edeva' alla forza, nè il proletariato, che si illudeva di poter tutto ottenere oon la forza (3). La coscienza della libertà e una politica democratica potranno ini– ziarsi solo dopo l'aspra .prova di questi anni, o mai più. Lo so: l'Italia avrebbe potuto imparare da altre Nazioni.; ma la storia non è maestra per definizione, e, per i popoli anche più. che per gli in– dividui, quel che serve è l'esperienza propria ( 4). Ma come com-piere questa esperienza? Allac– ciando l'avvenire al passato. E qui sorge il dissidio sull'esatta valutazione del passato. Giacchè, ammesso pure che sia stato un errore, non morale ma politico, del Partito_, l'aver « lasciato che si divaricasse la sua influenza economica dalla sua influenza politica » ( ammis– sione che potrebbe ricondursi alla ricerc~, del _per- (1) NQ.!.1 in partibus, nel significato usuale, di in parlibus infidelium, e €ioè. 'standone corporalmente lontani, ·ma con l_a presenza dei loro migliori. con l'assist.enza e il· consenso attivo dj tulti i fedeli, in un Goveriio di repubblica e con ac– canto la forte, misurata·, esperta organizzazione proletaria tedesca, già passata per le leggi eccezionali di Bismarck e temprata da tante altre prove. Condizioni che - Alcuino lo vorrà concedere, tan~o più' se· ripensa e col1sidera obiettiva.– mente la « meccanica » singolarissima della conquista antiso-. cialista in Italia - non si trovavano esattamente eguali nel nostro Paese. (N.ota della « Critica ))), (2) Anche su questa quasi-pari'ficazione, che tende oggi a diventaPe un luogo comune e della quale i ce~i i-eazionarii · non lasciano, come è giusto, cli fare lor p.ro , ci pare che s'im– ponga qualche prudente riserva. (Nqla della « Critica·))), (3) Qui sarebbe forse eia esumare,· dalla nostra quaran– tennale propaganda socialista e organizzativa, la cento volte illustrata differenziazione - per non. dire antitesi - tra forza e violenza: e• tant0 più fra le diverse specie e i diversi graclhli violenza (morale, materiale, criminale, ecc. -ecc.). · (Nota della·« Critica >1)." ( 4) Anche per l'ovvio motivo - il quale certo nqn sfugge all'acume filosofico del ~1ostro collaboratore·--:- ·c1i-e le espe– rienj!:e non sono paragonabili fra loro se 11·011 a perfetta pa– rità di condizioni intel'iori ed ésbrinseehe; le differenze delle q~ali. spesso n()p si scorgono o non si rfoord.ano 1a. eh\ giu– dica 111 astralto e da lontano e quando quelie cond1z10ni sono :mutate. · · ' ' (Nola della « Critica ,i);

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