Critica Sociale - XXXVI - n.8-9 - 16 apr.-15 mag. 1926

114 CRlTlCA SOCIALE. I I difficili se ne innamora proprio perchè non le in– ;ende. o;sia, si illude di intenderl,e, e le fr~inte~de; come più gli paiono piene di un bel suono misterioso, sé ne riempie la bocca e, quel ch'è peggio, la mente. chi ha pratica di comizì o di assemble'e sa come, par– ticolarmente in periodi dinamici di dibattiti o di ac– censioni certe formule o frasi si fissino sul labbro e nell'anidio delle masse come geroglifici mentali, sim– bbli di teorie, di programmi, _di illusioni pernic'.os~, Al qual proposito è giusto dire che, non solo 1 ud1- tqrio proletario, ma anche il propagandista, l'orato:e, lo scrittore venuto dalle file operaie, tende al hn– ghaggio « privilegiato » in luogo del sem~lic~ e del– l'accessibile. Nulla è più ingiusto che attr1bmre solo ai • professori » ' l'uso della terminolo~ia tecni?a e astrusa. Come i selvaggi, al contatto de, costumi eu– ropei adottano per prime quelle parti qell'inclumenlo civile' che sono meno necessarie e più inutilmente lu~– suose, come il cilindro, la cravatta, i braccialetti., cos~ l'autodid,atta tende a distinguersi fra la turba da cm è uscito, adoperando per l'appunto le forme del li~– guaggio più aristocratiche, e i termini e la fraseolo?ia che gli appaiono come il passaporto per _entrar nell O~ , limpo dei dotti. Non è raro leggere o udire, fra questi operai saliti a certa istruzione, ma ben scarsamente vestiti e nudriti di vera comprensione e coltura, espres– sioni di una terminologia accattata 'che, sulla nudità del loro pensiero, fan~o precisamente l'effet~o di una, tuba europea sulla testa d'un Cafro coperto s-ol,o del perizoma. Gli è che, per restituire distillato in forma tersa il pensiero, conviene averlo digerito e assimilato e ma– turato in sè, profondamente. Talora l'astruserìa (parlo di un'astr11-serìa relati~,a al~e neces~m~ della divulga~ zione) è soltanto un abito professionale che non s1 riesce a deporre, o perchè troppo intimamente oonna- ' turato o perchè manca quella « passione comun~ca– tiva » 'che è tesoro e segno dell'animo ,sociaHsta. Ma non di rado essa è l'effett0, l'indice, o la maschera, di una deficiente comprensione e penetrazione della materia. Gli ingenui restano st_upiti e ammirati dinanzi a certe nebulosità, scambiandole per il velo che copre ai profani gli abissi di un pensiero altissimo. I pitt esperti sanno che le nuvole non sono propri-e delle grandi altitudini. Di là da esse vi è l'etere trasparen- . tissimo, e il Sole. Se la divulgazione socialista fu in ogni tempo dif– ficile, oggi è più che mai ardua, perchè, più che di una educ3izione, si tratta ora di una rieducazione degli spiriti. All'alba della propaganda socialista, vi era un ter– reno· vergine da coltivare, una tabula rasa su cui si poteva scrivere il nuovo verbo. Oggi, il terreno - che il periodo bellico e postbellico lasciò incoltivato 1 facendovi crescere le molteplici gramigne di una psico– logia di eccezione -'- è pieno di ricordi torbidi, di germi rimasti senza sviluppo, di notizie remote e confuse, di pregiudizii e prevenzioni e storture. Bisogna semi– nare, anzi riseminare - come, in quelle annate in cui un inverno sfavorevole mandò a male la semina au– tunnale - e estirpare ad u.n tempo. Sarchiare il campo, · mentre vi si getta il buon seme. Far della propaganda elementare, .e insi,eme della CFitica, deUa polemica, per cavar dagli animi le imagini deformi di un socialismo mal noto, misto di elementi eterogenei, di associa- - zioni di idee, di giudizì, di fatti, mostrùosaµientr al– terati/ per ravvivare, ove ci sono le memorie lon– tane, le effigie sbiadite di una verità sbattuta, lacerata, . . S>Q\orita .d~lla tempesta degli eventi. 81blloteca \.:JlnO ts1anco · Ricostruire questa t 1 ela con ferma fede nell'eterna, immutabile verità dell'Idea, trovando le forme neces– sarie al tempo particolarissimo, alla mentalità di que– sto pubb-lioo così diverso da quello delle origini; rico– minciare l'opera antica con accorgimenti nuovi, divul'– gare senza volgarità banali, semplicizzare senza sem– plicismi mendaci, ripetersi e rinnovarsi, riaffermarsi e " rivedersi », ad un tempo; questo è il lavoro, questo è il dovere. GIOVANNI ZIBORDI. '' Eur.opa ,, Coh questo titolo è apparso in Inghilterra (1) un Annuario che vuol mettere in grado _;_ e ci riesce · - di avere tina visione generale, analitica e sintetica, della situazione e dello spirito dell'Europa. Escono già cospicui Annuari nelle varie lingue, i quali comprendono notizie e cifre analitiche di _tutti i Paesi, ma, per quanto v-ogliano essere universali, sono sem– pre, ognun per sè, particolari, ,in quanto illustra~o e. sviluppano certi fenomeni, e ne trascurano o lasciano in ombra altri pur indispensabili per rendere com– piuto il quadro. Questo Annuario, che sembra 'mosso dallo spirito della Società delle Nazioni, è compilato col' concetto centrale di rendere la· fisonomia dell'Europa alla stre– gua degli avvenimenti degli ultimi anni, presentati di scorcio da scrittori di primo ordine, e sulla scorta· delle cifre, rese per q\ianto è possibile confrontabili da Paese a Paese. Prima di addentrarci nell'esame del volume, un'os– servazione ci sia permessa sopra quella che ci sembra una lacuna. L'Annuario' è limitato ai Paesi di Europa, e sta benissimo. Però, oggi, l'Europa non finisce ai confini degli Oceani e degli altri continenti, ma ha propaggini e legami vitali negli altri mari e negli altri continenti per mezzo dei territori di diretta o indiretta colonizzazione. Un cenno sulla consistenza territoriale, demografica, economica e' politi'ca, delle coloni-e· pe~ ogni paese eùropeo, e sui problemi presenti e futuri che esse involgono, aggiunge-rà certo nuovi pregi ad un prossimo Annuario. Precede, dunque, una visione generale della .situa– iione e dei problemi dell'Europa in. 49 articoli di per– sonalità cospicue, dal Wells al Loucheur, dallo Stamp al Nitti, dal C~le al Risi, nei quali si parla succosa– mente di pace armala, di disarmo, di finanza, debiti e riparazioni, di problemi politici, sociali, industriali, economici, di scienze ed invenzioni e di arti. Ascoltiamo qualche autòrevole vòce: « Dal punto di vista dello sviluppo democratico, con– clude· E. Benes sulle « nuove condizioni dell'Europa « centrale e sul loro significato »·, il nuovo regime co-. stitwisce indubbiamente un progresso. La nuova Europa centrale sta diventando un'importante forza motrice nell'evoluzione verso la democrazia Europea, al ser– vizio e come strumento del nuovo spirito politico paci– fico». Per H. J. Laski, dèll'Università di Londra, astraendo dalla Russia, dove la rivoluzione economica è tutt'ora in elaborazion·e e quindi non si pu~ ancora prevedere (1) Tlte Europa Year. Book: an annual survey of e~ropean politics, art, and literatu,re, a european who's who and direc– tory, a-nd a s.tatistical review of Europe, '- 1926 - edited by M. Farbmari, R. Muir, li. F. Spendei!. (London, Europa Publ. Co. George Routledge and sons, pp. XXVII, 626. Prezzo 15 iiCellini).

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