Critica Sociale - XXXVI - n.8-9 - 16 apr.-15 mag. 1926

• ; . CRITICA SOélAt~ ilS Ma a noi giova ancora fissare la distinzione. Il Collegio, antichissimo, si -risoontra in tutte 1~ epoche come istituto di ordine pùbblico, distinto e tutelato dallo Stato; il Sindacato invece è un portato moderno; nasce con l'era ind~sti:iale-capitalistica, come principio di ~m.tit~si, pei: neg~rla e sup~rarla. Il Collegio e istituto d1 ordine pubblico nell'interesse dei privati; il Sindacato è un organo privato che diventa sempre più di interesse pubblico e sociale. Esso parte dal contrattò di lav,oro, e mira a rovesciarlo, r_ovesciando la societa costituita sulla separazione del lavoratore dai suoi strumenti di lavoro, la società divisa in classi. Onde la fusione dei Collegi nei Sinda– cati è Ull' non senso, se si vuole che yivàno le funzioni proprie, inerenti rispettivamente ai Collegi ed ai Sindacati. Un tal fatto non altrimenti si spiega che col proposito di abo– lire le dette funzioni. Allora Collegi e Sinda– cali, mula ti nella loro essenza, si trasforma no in « corporazioni » avenli un unico obbiettivo politico: limitare l'autodifesa dei gruppi so– ciali in antagonismo tra loro, limitare l'auto– difesa delle autonomie individuali in, rap– porto allo Stato. Non è questo un fatto nuovo per gli Stati a tendenza cesarea. É famosa l'apostrofe di Napoleone al Cambacères che lo supplicava di ristabilire i privilegi dell'Or– dine degli avvocati: « Finchè io avrò la spada al fianco, io non firmerò mai un tal decreto; . io voglio che si possa tagliare la lingua_ad un avvocato, che se ne serva contro il Governo». Ugualmente, la egemonia capitalistica è sem– pre stata inesorabile a contestare i diritti del sindacalismo, sia coartandone la potenza ' cli esplicazione, sia vietando Ia in tronco. Tu t-– ta la seconda metà del secolo scorso e tutto questo quarto di secolo sono pieni della lotta per l' habeas corpus sindacale. L'ultima fasc che si svilu_ppa davanti a noi è dominata dalla volontà dèllo Stato cli assoggettare le orga– nizzazioni economiche per garantire la pro- . pria illimitata potenza. Il« corporazionisnio », che si fa strumento di tale volontà dello Stato contro lo spirito di autonomia della class~, non si può più considerare come una forma particolare di Sindacalismo, ma come la sua negazione. Nel cr9giuolo ardente di tutte le competizioni che agitano la vita sociale, esso rappresenta un principio antitetico ai val ori proprii della autonomia di classe;. esso smar– risce la retla nozidne del fatto sinda:cale, .e però, confondendo· posizioni economiche, storiche e morali affatto diverse, può indursi a rovesciare vecchi Collegi professionali in– siem~ alle più recenti organizzazioni di me– stiere, tutte irreggimentando sotto la sua nor– ma e sotto la protezione vigilatrice deHo Sta– to, anzi., del partito che detiene lo Stato. .Ma noi crediamo che l'onnipotenza dello Stato costituita sulla radjcale impotenza dei gruppi non sia, in definitiva, che un'onnipo- . tenza apparenle, di cui non si_giovano nè lo Sfato nè i gruppi, perchè la vera potenza dello Stato è nello slancio pulsante ed ardente di-tutte le autonomie, che esso ospita ed in.– cita. La riduzione di queslo slancio nei grup– pi è vera riduzione dello slancio vitale dellai Biblim~~!:i~+nb'e~ più calzante di q;uesta libera armonia. di discordie, quel che ne è come il simbolo vivo, è quello dello Stato che tutela l'indipendenza dell'avvocato che ar– ringa contro i suoi diritti. Eccò l'essenza della idea di libertà che il socialismo tende a svol– gére all'infinito. Essa ci splende alla mente in tutta la sua luce, mentre Collegi e Sinda– cati stanno tutti per ,essere. messi nel] a st,essa · gabbia - che non è neppure d',oro - delle «· corporazioni ». · GAIO UtPI:ANI. Coltura e divulgazione IV. Volgari:::zare senza essere .... volgari: ecco il problema. Ed essere volgari non significa, in questo caso, €ssere il contrario ·del prezioso, dell'aristocratico, del privi– legiato accessihilè solo agli iniziati ,ed àgli eletti; ma si– gnifica esser semplici, chiari, intelligibili anche ai men · colti, senza derogare alla verità e alla precisione del pensiero e della fìorma. Vi è una a'ì-istocrazia del concetto e del linguagg:o, che è inevitabile perchè connaturata alla . sostanza s_tessa d(?lla mater.i,_a,alla_ profondità necessariamente difficile del pensiero, alla eleYatezza e alla densità in– qispensabile dello stile. · Tuttavi:a non è men vero che taluno, o per con– suetudiine, o per ricerc~ del i:aro e del più scel.to , adopera le forme difficili anche do,,,e ----= senza man– care per nulla al,la più rigol'Osa esattezza çlel con– cetto e del discorso - sarebbe possibile esser facili e comprensibili. L'abito clell',elucubraz'one porla alla astruserìa no~ necessaria; l'uso cJel parlare fra _compe– tenti porta all'impiego di un linguaggio tecnico, che può l'appr~sentare brevi,tà io un consesso di dotti, ma che esçlude i non dotti dal partecipare· al convito della verità che occorre diffondere. Nessuno pretenderebbe che in un Congresso di me– dici -0 di filosofi _non si adoperasse la termino:lçgi.1 tconica che è come l'esperanto cli quell'.assemblea, il mezzo cli. comunicazione convenzionale più spedito e anche. più preciso in quell'ambiente . .Ma ckf si direbbe di un medico che adottasse il medesimo linguaggio in una conferenza cli pr,opaganda igienica ai profani, o di un professore di fi~osofia eh~ parlasse queJ gergo nella lezione ai suoi· alunni noviz:ì? · Ebbene, molta parte della verità socialista rimane preclusa alla folla che più .avrebbe bisogno di appren– derla, per la scarsa « disposizione» (nel senso di vò-· lontà, e nel senso di capacità)'dei maestri, sommi o di media statura, à ricordarsi delle condizioni di· col~ tura e del grado cli percettività della scolar,esca. Vi è chi pensa che un tanto di sforzo ·per intendere, per pervenire da sè a capire il senso di un è-oncetlo o cli una espressione, sia sommamente ,benefico all'eser– cizio delle facoltà intellettive; e che sia utile, a saldare la verità nella mente, la fatica durata nel percepirla; e che la dottrina, assorbita senza travaglio, assimilala con troppa facilità, con altrettanta facilità si dilegui. Ma la verità socialista è così complessa e profonda per se stessa, che non è da temere sia troppo agevole anche se viene propinata nelle sue forme più limpide! E, d'altra. parte, chi sia esperto cli psicologia popolare sa com.e agisca, di solito, l'incollo di fronte a espres– sioni per lui nuove ed astruse. Lungi dallo. sforzarsi per penetrarne ·n senso, si ferma volentieri all'aspetto esteriore, se le appropria con gioia perchè sono rare

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