Critica Sociale - XXXVI - n.8-9 - 16 apr.-15 mag. 1926
112 C:RITICA SOCIALE strano I a disciplina collègi_a1cJ ~oi;io_s~1~1p1:e la quota-lile, la compera de1 d1nt~1 hhgtos1, ia collusione con la parte avversaria. Sono que– sti concetti neppure pensabili nei rapp,ort~ collettivi concepili sindacalmente, e nulla s1 può addurre di pi_ùprobante _per dil~?strare come diverso anzi opposto, sia lo spinto che inform~ le organizzazioni di mestiere - nelle quali è assoluta, specifica, inlangibilc la so,– lidarielù. degli associali conlro il padronato che compera la forza di lavoro - e qucl10 che anima le organizzazioni delle professioni liberali, dove prevale il principio della tulela dei clienti degli acquisitori, cioè, della pre– stazione o' assistenza 'intellettiva: ciò che ri– sponde anche alla diversa natura del bene prodotlo: materiale e traducibile immediata– mente in riccheùa pronta alla circolazione, in un caso; intellettuale e rimanente nell'àm– bito esclusivo della persona che se ne _giova, nell'altro. *** L'incertezza dei criterì onde dalla na'lÙra della prestazione si debbono differenziate Collegi e Sindacati) associazioni di migliora– mt'nto e associazioni di resistenza ecoilomica, si è mostrala, in _pieno,·rispetto al giornali-• smo ed ai giornalisti. Ora il travolgente mo– vimento corporazionista ha rotto le perples– sità e fila diritto al Sindacato dei giornalisti. Anzi 1 la tendenza prevalente .è cli non am– mett.ere altro elle la corporazione fascista dei giornalisti 1 con la delegazione a quest'ultim~ di creare l'albo dei giornalisti) di quelli, cioè, cb·c possono esercitare il. giornalismo. Il che è per lo meno strano, :liinchè è consentito di pubblicare giornali non fascisti. Come fa– ranno questi giornali a trovare scrittori e re– dattori, se per essere scrittori, redattori e di- . rettori çli giornali bisogna essere nell'albo fatto da,lla corporazione fascista·? ... In un pri- 1110 tempo, quando fu sbozzata la nuova legge • sui giornali, l' on. Ami cucci propose che fosse creato l'Ordine o Collegio dei giornalisti a si– miglianza degli Ordi,ni o Collegi degli avyoca– li, dei medici, dei ragionieri, ecc. Allora l'idea sollevò un certo stupore, perchè a vero dire il giornale moderno, ~ cui lavorano come ap- · plicati i redallori, corrispondenti,, cronisti, ecc., non è una professione liberale, ma una industria com_pleta e caratteristica. Il prof es– sionista liberale è un uomo economicamente selbstii.nding) autonomo, che non ha supe– riori, non conosce gerarchia, e si intende di– rettamente di volta in volta col cliente. Il gior– nalista invece è Ul} organo di una grande macchina; la sua azione fa corpo con quella di cento altri e la sua responsabilità è aSS!0.r– bila nelia responsabilità collettiva, rappre,L. sentata dal Dzrettore o Redattore l'esponsa-· bile. La sua soggezione funzionale è mani– fcsta'come la sua dipendenza economica dal– l'amministrazione che lo assume. Egli è una importantissimà specie; ma il suo genere è . «impiegato». Contratto di impiego :e non lo– cazione di opera, ,di un'opera, di~emo per spiegarci più chiaramente, come è quella del medico o dell'avvocato, chiamati per un con– sulto o per un'assistenza limitata alla malat– tia o alla causa. Tra gli uomini che prestano BibliotecaGino Bianco in via continuativa la loro altività ad un'im– ·presa industriale senza alcuna autonomia funzionale; e se :ri.za nessuna responsabilità verso il ptlbblico, si formano dei Sindacati, non degli Ordini. La collegialità è tra uguali) che hanno un minimum di cultura comune attestata da lauree, diplomi, ecc.; che sono sovrani nell'esercizio delJa loro funzi.one, e questa nel loro atto personale si esaurisce· tulta, non coordinandosi alla funzione di nes– sun altro. 11 rifluS$O dell'opinione dominante volta sa via.mente le spalle all'idea dell' OI'dine dei giornalisti per riprendere il concetto sinda– cale. Il gu.aio si è che si fila al Sindacato po– litioo, cioè al Sindacato dei gi,ornalisti dell'u– nico partilo ammesso, ciò che, per altra via, porterà all'abolizione del giornale di diversa opinione. Andiamo al monopolio della stam– pa da parte del partito che si identifica con lo Staio; andiamo al monopolio statale della stampa. La Russia dei Sovieti ha già attuato ·questa riforma. Ma questa riforma concepita integralmente, per tutta la portata lqgica del suo istituto, farà dei giornalisti altrettainti funzionarì del regime. Ed allora è per lo meno assai discutibile se il regime possa am– mettere Sindacati di suoi funzionarì. L'art. 11 della· legge 3 aprile 1926 divieta espressa– mente le associazioni di ufficiali dell'esercito, della marina, dell'aeronautica, dei magistrati: dei dipendenti dei Ministeri, dei professori delle scuole medie e superiori. Quale sarà, dunqnr, l' organizzazibne dei giornalisti di domani'? I giornalisti per molto tempo si erano acconciati ad una forma di associazione civile che stava bene tra l'Or– dine e il Sindacato. Non era il Sindacato per– chè era mista e perchè si preoccupava degli interessi generali del giornalismo; non era l'Ordine) perchè dal suo seno promuoveva azioni di difesa 'collettiva economica ·de_glias– sociati. Tale forma di organizzazione che ri– spondeva sufficientemente alla doppia na– tura della stampa,--- che è industria ed è fun– zione ptlbblica, onde il giornalista è un impie– gato di azienda 1 ma è anche un produttore di idee ed un uomo politico - funzionò abba·– stanza: bene,. finchè nelle associazioni giorna– listiche cominciarono a prevalere le oorrenti materialistiche sindacali, da una parte, e, dal- 1'altra, si smarrì il sensò delrietica liberale. Ora siamo a questo, che si annunzia il Sin– dacato dei giornalisti, con la porta clJ,iusa a. quelli di un partito diverso, e si reclama al ' tempo stesso la proibizione dell'esercizio ·della prof essi one a quelli che non fanno parte del Sindacato. L'associazionismo. giornalisti– co, che avC'Vasempre lottato per la sua in– dipe:ndenza dallo Stato; chiude la sua carriera mo;rtale nel sindacalismo statale, con forte pericolo che lo Stato alla fine giudichi che non si possono ammettere Sindacati di « gior– nalisti di Stato», come non si ammet\ono al– tre associazioni di funzionari dello Stato. *** Intanto il corporazionism,o che non sa. che non può distinguere, corre alla soppressione rapida così del. Collegio eome dei' Sind-a'cato.
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