Critica Sociale - XXXVI - n.8-9 - 16 apr.-15 mag. 1926

CRITICA SOCIALE 135 .. Fra tutti i poeti-e pensatori eminenti delfa Spa– gna c0ntemporanea, l'Unamuno è il solo che si · sia distinto per H dinamismo della sua persona– lità. Recentemente il noto critico tedesco Curtius scriveva di lùi: « Egli è il guardiano e l'eccitatore della sua nazione: a lui so1o la Spagna deve il prestigio della sua cultura originale » • • La Spagna lo bandì., come Firenze bandi Dante come la Francia del secondo Impero bandì Victo1~ Hugo. L'Unamuno., ripetiamo, ne· resta inconso– labile. Infinite volte, nel libro di cui discorriamo egli interrompe il suo ragionamento la sua di~ mostrazione, per lasciare sfuggire unegrido d' an- · goscia, un nostalgico richiamo alla sua terra lo.n– tana. EQli dice: « Da questa ospitale Paria-i dove scrivo. non posso contemolare i monti. auasi sem– pre coronatl di neve, che a Salamancà nutrironò Je radici dell'anima mia, . nè il deserto, la steupa. che a Valencia. dove si trova il focolare del m.iiò figliuolo primogenito. riposava il mio spirito, nè il mare dal Cluale ogni giorno io vedeva ~ Fuerte-: ventura nascere il sole. Questo fiume stesso~ q_ue– sta Senna, ~on è il Nervion della mia città natale, Bilbao. dove si sente il uolso del mare. il flusso e il riflusso delle maree ... ». E dice ancora, quan– do è ci unto alla fine dell'opera: « Scrivo aueste linee lunai dalla mia SpaQna. mentre la mia Soa- 2:na agonizza, mentre agonizza in essa il cristia– nesimo. Essa volle propagare il cristianesimo .a colpi di spada, proclamò la cr,ociata contro gli infedeli: a colpi di spada morirà. E di spada avvelenata. L'agonia della mia Spagna, è l'agonia del mio cristianesimo, l'agonia del mio chisdotti– smo: l'agonia di Don Chisciolte. Ma c'è anche una Spagna della risurrezione e dell'immortalità, e questa io, l'esule doloroso, l'ho qui con me., nella l~rra d'esilio ... ». L'Agonia del Cristianesimo, Ebro di pensiero e di meditazione, successione luminosa di concetti brillanti e di osservazioni profonde, di verità ori– ginali e di paradossi, non può essere riassunto in un arlièolo. Fortunatamen~e, la lettura di esso, finora riservata ai pubblici delle maggiori nazioni, non a quello della nostra, è ora accessibil,e anche al pubblico italiano, mercè la traduzi,one che uscirà fra pochi gionri per cura della « Casa Edi- . trice Sociale » di Mila:q.o. E questo articolo non vuol essere ~na recensione, ma semplicemente una presentazione. Per l'Unamuno, il cristianesimo è un valore dello spirito universale che ha radice nel più in– timo dell'individualità umana. Suo scopo è risol– vere il problema della nostra salvezza individuale e personale. Di qui nasce una prima tragedia,·una prima agonia: perchè la verità è qualcosa di col– Jetti vo di sociale, in certo modo di civile: vero è ciò su 'cui tutti ci mettiamo d'accordo. Il crisliane– simo invece è qualcosa di incomunicabile. Per questo esso a_go!1izza_ in ciascuno di 1~oi. . . .. Agonizza (ricordiamo che agonia s1gmlica lotta) colui che vive, lottando: lottando contro la vila medesima. E contro la morte. Santa Teresa diceva: « io muoio di non morire- ». « Quella che io ti esporrò, o lettore, è la mia agonia, la mia lotta cristiana, l'agonia _delcri~tia– nesimo in me, la sua morte e la sua risurrezione in ogni momento della mia vita intima ». E pro– segue: « Ogni cristiano, per mostrare il su~ cri: stianesimo, la sua qgonia cristiana, deye ciJre d1 sè: ecce christianus, come Pilalo disse: ecco l'uo– mo! Deve mostrare la sua anima di cristiano, quella ch'egli si è fallo nella sua lotta, nella sua agonia di cristiano ». E ancora: « lo non mi stancherò di ripetere che. ciò che unisce di _più g1i uomini fra lorq, sono le Biblio~5i'rfài<si%n~oche unisce di J)ÌÙ un uomo con foi stesso; ciò che fa l'unità intima· della no– stra vita, sono ie nostre intime discordie, le con - traddizioni interne deUe nostre discord1e.· Non ci si mette in pace· con se stessi, come don Chisciolte, se non per morire » . Cristo stesso annurtziò di non esser,e venuto a portare la pace ma la lotta, la divisione, la di– s<;,ordia: leggete il dodicesimo capitolo del Vangelo d1 Luca: « lo sono venuto ad apportare \1 fuoco ~ulla terra: che altro voglio io, se non questo, che 11fuoco divampi? Credete v,oi ch'io sia giunto a dar la pace alla terra? Non la pace, ma la divi– si·one: da ora in poi ci saranno cìnaue divisi in , nna sola .casa. tre si· diVideranno contro due. il J~ad_recontro il figlio e il figlio contro il padre, la fl,gha contro la madre e la madre contro la figlia, la suocera contro la nuora e la nuora contro la suocer_a ». E legg~.te·il decimo capitolo del Van– ge}o d1 Matteo: « Io sono venuto a recal'e non la pace ma la spada; a separare l'uomo da suo pa~ dre e la figlia da sua madre e a sollevare contr() l'u0mo i suoi proprii domestici. .. ». Cristo venne ·ad apportare l'agonia. . _ Ed egli stesso, Cristo, oome il cristianesimo, agonizza sempr,e. Scrisse Pascal nel Mistero di Gesù: « Ge-sù sarà in agonia sino ana fine del mondo: non si deve dormire durante quel · tempo». 1 I~ ~·ealt~, questa ~)ssessione _dell'agonia è carat– teristica eh uno scrittore spagnuolo. « Sono terri– bilmetlte tragici, i nostri crocifissi spagnuoli. Essi non rappresontano il Cristo morto, dai lineameÌlti composli nella serenità della morte, ma il Crist(.) agonizzante. Il Cris~o che adoriamo in croce è quello che fra gli spasimi grida: m1o Dio mio Dio, perchè mi hai tu abbandonato? ». 1 _La fede deve essere dubbio, cioè lott.a, cioè ago– ma: una fede· che non dubita è una fede morta. Rammentate quel' passo del Vangelo di Marco (lX, 2L!), dove è detto: « lo credo, soccorri la mia in– credulità! » Dubitare ha la stessa radice duo di duellum, }otta. Il dubbio suppone il dualismo del combattimento. · Certani,ente, .nel Vangelo, oltre aUe parole di guerra, ci sono anche, e più numerose, parole di pace. Ma di una pace che è essa stessa frutto di una guerra, guerra còntro l'err,ore, contro l'in– credulità, talvolta .contro gli· affetti umani: una pace che è frutto di urr'agonia. Si suol chiamare « cristianità » l'insieme dei cri– stiani, la società dei cristiani. Espressione as– surda, perchè la sodetà uccide la crìstianità, che è un insieme di solitari. Il cristiano si fa Cristo. San Paolo 1o sapeva, che sentiva nascere', agorùz– zare e .morire Cristo in lui. In San Paolò nacque il• cristiaNesimo, e non fu dottrina,. ma yita, lotta, agonia. La dottrina era- il Vangelo, la uuona no– vella; il cristianesimo fu una preparazione alla morte e alla risurrezi 1 one; fu il culto di un Dio– Uomo che nacque, agonizzò e morì per trasmet– tere la sua agonia ai suoi fedeli; la passione ~ la morte di Cristo furono H centro del culto cri– stiano. E, come simbolo di questa passione, l'Eu– caristia, il corpo del Cristo che muore, è sepolto in ciascuno dei fedeli che si comunicano. Ma l'agonia più atroce cominciò quando, agli albori stessi della nuova fede. si urtarono nello spirito dei credenti le due conoez1oni opposte, quella ellenica dell'immortalità dell'anima e quel la giudaica della risurrezione della carne. L'urlo si produsse in primo luogo e più possente nell'animo di San Paolo: « uh ebr~o ellenizzato, un fariseo che balbettava un tremepdo greco po– lemico ». La mancala fine dei mondo con relatiYa « parousia » (il rilorno di Gesù sullie nubi) segnò la prima disillusione dei cristiani e pose fine al periodo storico del cristianesimo. Cominciò il pe-

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