Critica Sociale - XXXVI - n.8-9 - 16 apr.-15 mag. 1926

CRITICA SOCIALE 127 !lega~o _il pericolo. ~aue~ c<;mside_raequivalenti Il socialismo proletario e 11nvoluz1onarismo pic– c0lo-borghese, dra_ppeggiato in mantello sòcia– lis_t~,.ma non mostra in ciò un eccessivo ~pirito -~rihco ... Nè è meno pericoloso e inammissibile il suora– gionamento politico. Ciò che .se.para Bauer dai bolscevichi, è., com'egli confessa, il terrore adope– rato contro i socialisti e gli operai; è solo pei so– cialisti ch'egli reclama l'amnistia, la libertà della stampa, il diritto di organizzazione: ed è con un sentimento di fierezza, per noi inéomprensibile, ch'eg~i ricorda di ~ver ric~sato a Marsi,glia di sot– toscrivere un ordme del giorno reclamante per la Russia una piena democrazia 1 dacchè « una intera libertà _sarebbe ancora pericolosa ». E la teoria delle due misure,. stigmatizzata da Adler. che consiste nel considera1:1e i Russi come sel- yaggi... . Bauer riconosce la necessità della dittatura t,er– lòOrista durante la .guerra civile. Non la discu– tiamo. Martoff, a buon conto, era di o_pposto pa– rere: in piena guerra civile (e B~uer parve allora d'accordq) egli insorgeva non solo contro le vio– lenze consumate su operai e socialisti, ma contro il terroré in ~enerale, protestando con raro co– raggio contro le esecuzioni senza giudizio dei Granduchi. dell'ammiraglio Tchastnoff e dei preti. Si può ora ammettere che i socialisti, oessata da cinque anni la guerra civile, rivendichino, come vorrebbe Otto .tfauer, la libertà per se soli? « Troppi odii si sono accumulati. .. ». Ma non fu appunto per l'ineguaglianza politica e sociale, pel soffocamento assoluto della democrazia? Bauer non cava dall'esperimento di questi otto. anni le Yere conclusioni, non vedendo che ogni soppres– sione anche parziale della libertà e dei diritti ci– vici contro i nemici di classe del proletariato si rilorce in fatto pesantemenl.e contro Jo stesso pro– leLariato. È proprio adesso - scriveva P. Dan nel 1922 - che la democrazia deve diventare il noslro, scopo immediato, perchè, nel rinascere del capi– talismo sia privato, sia di Stato, e nella trasfor– mazion~ borghese e burocratica del bolscevismo, tutle le offese della democrazia saranno scontale dolorosamente sopratutto dai lavoratori. Sull'esempio bolscevico, anche molti socialisti, dopo la guerra_ 1 affettarono il disprezzo versò ~a « democrazia formale». Come se la democrazia· non facesse parte del nostro ideaLe socialista, non fosse la condizione necessaria di una lotta vittorio– sa del socialismo e la sola forma possibile della sua realizzazione! È solo separando democrazia e socialismo, che si ,può credere al miracolo delle realizzazioni socìaliste sotto la dittatura bolsce– vica, che schiaccia ogni attività indipendente del proletaria·to e del ~~polo; e c1:1esi può sti~~1:1e possibile una rinascita del movimento operaio m– dipendehte, nell'asservimento universale, fatta ec– cezione pei soli socialisti. Afferma Bauer che rinasce negli operai qua1- che fiducia nel regime sovieti~~- Da eh~ c?sa Jo desume? Se fosse vero perche 1 bolsoev1ch1 sop– primerebbero in fatto i diritti e le libertà « privi– le,giale » che la Costituzione rmonos~ ~ll_aclass<; oneraia? Non negano essi, per prmc1p10, Ggm ,: democrazia operaia » ? Otto Bauer è un tronpo cospicuo es1)onente del socialismo internazionale· perchè sia lecito non tener conto delle sue affermazioni. Già a Ambur– ao. e più a Marsiilia, si constatò il danno dei .. ~uoi erronei ap_l)rezza~ent~ s~l bols?evis1:Ilo.~ ~ an– cora non aveva parlato d1 risultati sociahst1 ot– tenuti sotto quel dis~olismo. Propagare in pro- Bib lieffi!~à1~ffìcf~~P{d8'rebbe le conseguenze più funeste, ince·ppando l'evoluzione ideologica delle masse occidentali, già troppo lente a liberarsi dal mito bolscevico, e la liquidazione della scissione che ne pro~enne al· movimento operaio. I· lavo– ratori dell'Occidente, in particolare i Tedeschi,· gli Italiani, gli Ungheresi, pagano ancora troppo caro quelle illusioni. Gli operai russi hanno un pro-· fondo interiesse a che esse vengano disperse, a'n– zichè avvalorate dai membri più cospicui della Internazionale. È proprio in causa dell'oppres– sione che subisce, che il proletariato russo è più specialmente interessato a che il proletariato mondiale continui qulla lotta contro il regime so– vie_ttista, che i partiti socialisti sostengono in Rus– ,sia pure sotto un regime di terrore inaudito. Ma l'intervento socialista che, dal primo giorno della dittatura bolscevica, persiste a· invocare S. B. Axebrod, il fondatore dei socialismo democra– tico russo, suppone un apprezzamento realista e veramente marxista della realtà del bolscevismo. Non si persuaderanno gli operai di Occidente a sostenere i compagni russi nella campagna anti– diUatoria se, in cambio di sottolineare il carattere borghese-bonapartista dell'attual1e bolscevismo, si ~econderà la leggenda che la Russia dei Sovieti cammina verso 11 socialismo, e che una completa pemocrazia sarebbe, per la H.ussia, prematura e pericol,osa. Il socialismo mondiale è particolarmente inte– ressato a _por fine a questo equivoco in una que– stione tanto delicata .... PIETRO GARVI. . Per "la terra chi la farendere" '· . nella ~ran Bretagna 8. - La politica agraria socialista. L'Jndependent Labàur Party, il Partito so~ialista m– Wese, ha· formulato nel 1~29,, in base a studii di una .Commissione di cui fu gran parte H. N. Brailsford, ii capisaldi della politica agraria. Negli scritti che la illustrano (1), molti punti di contatto vi sono, com'è na– turale, specie nei riguardi del1e cause e degli effetti del– ,l'attuale crisi agraria inglese, còn l'inchi,esta «liberale». ' « L'avvenire dell'Europa - è detto nell'introduzione _del programma agrario - è tuttora incerto, la ripresa :deUe nostre esportazioni di anteguerra è molto proble– matica. f: impossibile provare l'antioo compiacime!1to 'Col quale l'opinione media soleva considerare la nostra •indipendenza dal commercio estero. La nostra specia– lizzazione nelle industrie urbane, specialmente nelle manifatture per l'esportaz~one, è andata ·pericolosa– mente troppo oltre. La lezione di questi anni del dopo guerra si è, che noi abbiamo portato il processo. di in– dustrializzazione a limiti estremi, sconsideratamentè. Noi importiamo quasi metà degli alimenti, tanti cioè quanti potrebbero esser prodotti in patria, per un va– lore di 200.000.000 di sterline (L.il 24 miliardi.). Do– vrebbe essere saldo obbiettivo di una· politica n:1zionale, . stimolare la produzione di alimenti in patria». Itwece, _ilsuolo inglese è anelato sempre più trasfor– mandosi in pascolo permanente per allevamento di be- (1) S. L. P. Agriculture Committee: A Socialist Policy for Agriculture. . . . . H. N. Brailsford: Social1sm for lo-day. (S. L. P. Pubhcat10n Depa"rlement, London, 1925).

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