Critica Sociale - XXXVI - n.8-9 - 16 apr.-15 mag. 1926
126 CRITICA SOCIALE ----=--------------~-~-~-- popolo russo\ ,e non già per~hè mette~~b~ ter– •mine all'espenmenlo bolscevico. I soc_iahsti non possono, non debbono ammetter,e che si sottopon– ga a simili esperim~nti, so.. o_r~lu~to_con_met<;>d1 tier– roristi, un paese d1 150 nubom d1 a.b1tan!1. A~– meltiamo pure che, nella nuova .~ua fase, l_esper1- mento bolscevico non conduca prn alla rovma eco– nomica della Russia e alla perdila di milioni cli vile· ma è mai possibile accellare, per uno speri– men'to, l'arresto inevitabile dello sviluppo econo– mico culturale e politico della Russia, che con– segui'rà alle nuove esperiJénze. bolscevic~1~? Si do– mandi al popo1o russo, operai e co:nlad1m, se con– senlono a far la parte dei conigli nelle esperienze di I aboratorio ! Veniamo al fondo della questione. Ollo Bauer afferma che « ciò che esiste in Russia non è an– cora il socialismo, ma non è più :il capilalismo; 0 una fase transiloria misla, nel quale la grande in– dustria, il commercio e-slcro e gran par le di ,quello interno sono in mano dello Stato, e il reslo è delle Cooperative; in gran parte dell'economia il ca-– pilalismo è soppresso ». E più oltre• constala dei progressi, delle tendenze di sviluppo, che lasciano sperare- - se si lasciano i Russi tranquilli - in · · nuo,·i successi, che daranno Ja prova della pos– sibilità cli far senza dei capilalisU. Sono gli argomenti dei bolscevichi, ma non sono la realtà. La vedova di Lenin-e, Krou,µskaia, di– chiarò all'ullimo Congresso comunista che i pro– gressi e,ffelluali nel campo economico avevano « monlalo la testa » a molli comunisti, togli~udo loro lo spirito critico necessario ad anahzzare i processi economici e sociali russi. Ahimè! la ri– nascila economica della Russia confonde, non sol– tanlo lo spirilo dei comunisli, ma anche quello di tahmi socialisti eminenli. È innegabile che la vila economica _siva ristabi– lendo in Russia. Ma ciò nulla prova a favore del bolscevismo. Anche sotto lo czarismo vi erano pe– riodi di prosp:erità: si. attribuivano fors•e• al re– gime? Al contrario, fu l'incompatibilità del regime czarisla col libero svolgimento ·economico, cne provocò due gigantesche rivoluzioni. L'economia donrina la politica. Anche sotto un regime 0 politico che la comprime, l'economia si dischiude delle vie e crea delle forze che, presto o tardi, spezzeranno l'edificio politico condannato a sparire. Ciò val,e anche pel bolsce– vismo. Esso incepperà, fino a un certo punto, la reslauràzione economica, ma non riuscirà ad ar- restarla. · li ristabilimento economico è innegabHe, ma che cosa - dev0 chiedersi un socialista - 1o rende o ossi bile? Su che base economica si compie'? Con qua;e indirizzo? I risultati clell'applicazioH.e in– tegrale del soviettismo ci furono rivelati dal (< co– munismo di guerra ». Il ristabilimento economico npn cominciò che dopo che· fu inaugurata, al suono del cannone di Cronsla,dt, la nuova politica economica. La Nev. ristabilì, in uria certa misura, j rapporti capitalistici ne'1 campo dell'agricoltura e del cwnmercio. e la restaurazione non avvenne che in ,r.roporzione a tali concessioni. Ciò cne Bauer. e con lui i bolsoevichi. conside– rano come elementi del ~ocialisrn,o nell'economia nazionale russa (la nazionalizzazione di quasi Lutta l'industria, e il commercio estero) non .~: in fatto, ~lle co~dizioni della Russia, che un osta– colo al libero sviluppo delle for~e produttrici. Lo slesso Commissario çlielle Finanz.e Sokolni– koff, mette in dubbio l'efficacia della n'azionaliz– zazione del commercio estero. L'industria così delta socializzata, o nazionalizzata esiste e si svi– luppa, 1. 0 grazie al capital1e che te' fu lasciato dal regime czaris ta; 2. 0 grazie allie dotazioni dir-et e BibliotecaGino Bianco · e indirette del Tesoro, ossia della massa dei çon– tribuenti, operai e contadini; 3. 0 grazie allo sfrut– tamento degli operai impiegali in quelle indu– strie: 4. 0 grazie ai _.prezzi enormi del manufatti. cioè sempre, a snese degli operai e dei contadini. La storia delÌa vita economica dei Sovieti nel periodo della Nep presenta una serie di brusche variazjoni. Ogni tentativo di rinforzare la econo– mia s'tatizzata provoca una crisi terribile, dopo la quale si fanno concessioni forzale al principio del capìlalismo privato, &ulla cui base si s,~tup– pano anche oggi' 22 milioni cli azi,ende contadine. 'Lasciamo dunque la possibilità di « sperimen– tare » su un popolo di ta:nti milioni. Un'espe– rienza non ha senso se nòri. ne esistono le con– clizion i e premesse necessarie. Come può dunque arnmetter~ 1 _per un .solo minuto, un marxista del Yalore cli Bauer, il possibile successo dell'es_pe- · rienza soviettisla? Come può ammetterlo, contro le stesse confessioni bolsceviche. in un Paese iso.: lato, arretrato, quasi tult<.'lagrièolo e per niente preparato al socialismo? Solo gli utopisti dello· scorso secolo pote-rono pensare a una realizza– zione socialista, in un Paese qualsiasi, giusta un piano preordinalo, indipendentemenbe dal livello. delle forze produttrici, dalla divisione della so– cielà in classi, dal numero e dal grado di organiz– zazione e di educazione del prolefariato, dall'am– hiente internazionale ecc.; e ~olo i Blanquisli cre– dettero che bastasse un~ minoranza risoluta a im– ,;padronirsi del potere, per imporr.~ il socialismo a un popolo che non ha coscienza dei suoi proprì interessi. 1 < La Russia - afferma Bauer - sta :passando dal capitalismo al socialismo ». Le J)rove? Per.sino fra i comunisli se ne dubita seria– menle, ed è proprio .questo dubbio che _provocò 'fra essi lc· più violente discussioni. Otto Bauer. .lui. non ne dubita: eliminati i capitalistL duncrue si va al socialismo. Ma la nazionalizzazione delle industrie non implica· affatto il caratt-ere sociali– sta. La nuova etichetta non deve illuderci su la ·realtà delle cose. Engels, nelle letter1e a Bernstein, insorgeva già con~ro i tentativi dei teorici borghesi cli scambiare il c~_pitalismo di Stato col socialismo. « Noi dob– biamo - scriveva - ricusare questa teoria ». Lo ,Slato - protestava egli - e il Socialismo .. sono 1cluecose diverse: e dimostrava come cruesto ;vseu– :dosocialismo no:n fosse. da vn lato .. che una rea– zione feudale e dall'altro un pretesto per estor- .cere denaro. · Anche dimostrava che· cotesto socialismo mira a trasformare un gran nmnero di oroletarii in funzionarii. accanto a un esercito disciplinato di O~)erai. Si dirà che Eniels aYeva sott'-occhio u.110 Stato borghese; ma converrebbe anzitutto pro– ,·are - ed è impossibile - che la Russia .diventò realmente uno Stato operaio, che ivi è la dittatu1·a dPl e· non sul proletariato. Nè l'industria è socia– lizzala so'.o perchè l'impr,enditore privato è sosti– tuito dallo Stato impersonaie, truccato· da socia– Jista. Lo stesso Kamenefi: dovette riconoscere che, salYo "il mulamento del proprietario, nulla era cangialo nella struttura sociale• ed economica del– l'industria. Ecco perchè - egli constata (Pravda, n .. 212) - « gli operai de.lle imprese nazionaliz– zale si considerano, non padroni, ma ·s~lariati ». Ecco perchè - scrive egli diplomaticamente - mostrano una eccessiva susceltibitità quanto ai salarii e alle· condizioni del lavoro, e ricorrono sempre più agli scioperi. Quegli operai - noi pensiamo - appre·zzano la « industria russa so– cialista » meglio cli Bauier, che crede alle eti-· chette socialiste appiccicate dai bolscevichi sulla Ne!) cap.italista. tJno dei ni.aggiori ,errori di Bauer è il non veder.e la trasformazione borghese-bonapartista del par'– Lito dirigente-, della quale gli stessi bolsc,evic~i non
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