Critica Sociale - XXXVI - n.8-9 - 16 apr.-15 mag. 1926
. CRITICA SOCIALE 119 ----------------- una classe rispetto al capitale, ma non ancora tale in se stessa. Nella lotta, di cui noi non abbiamo se– gnalalo che alcune fasi, questa massa si riunisce, si ·costiluisce in classe da se stessa. Gli interessi che ess'J. dift>ode divengono interessi di classe. l\fa la lotta tra classe e classe è una lotta ,politica ». gliore salvaguardia contro i privilegi e i parli- . colarismi dei gruppi; privilegi, particolarismi, e– goismi che 1:mno in gran parte frutto della morale individualista. La concezione classista. che im– plica uno sforzo di negazione e di superamento del capitalismo, è quella che meglio risponde, an– _che dal punto di vista dell'interessè dei terzi. Gli operai che entrano in quest'ordine di idee lottano bensì per i salari, ma tendono sopratutto ad as– sumere e a controllare direttamente la produ- zione. V • Lo sciopero economico è il fatto per cui un' grup– po di operai viene a trovarsi in conflitto momen– taneo con un gruppo di capitalisti per una diver– genzà che non mette in questione il possesso dei mezzi di produzione da parte dei primi, appunto perchè il problema del possesso non può essere ri– solto .per via di scioperi particolari, nè pacifici, nè violenti. La resistenza, gli scioperi, &ono, quin- Corpi coQsultivi, riconoscim~nto giuridico, di, effettivamente « conflitti » 0 « lotte » del la- Sindacato unico voro, ma non possono essere la lotta di classe, I corpi consultivi rappresentano un terreno che è sempre una lotta di carattere politico. In d'incoI,1tro fra operai e padroni fuori dell'azienda quanto sono fatti episodici· e subordinati al fatto di produzione. Qui la discussione non è più porta- generale della lotta di classe, i socialisti accettano la sulla tariffa, ma su provvidenze di carattere gli scioperi quando sono necessar'ì, ma non hanno generale che spelta allo Stato di attuare, sentilo il alcun interesse a moltiplicarli o ad esasperarli, parere dei tecnici e delle pa~ti più direttame~le come non possono essere aprioristicamente con- interessale. Ciascuna parte può starvi, dunque, trar1 ai congegni che tendono a ridurne il numero in piena indipendenza-di spirito, e non vi è peri- e la durata senza menomare la libertà degli o- colo che questa collaborazione conduca ad am- perai. morbidimenti o a compromessi incompatibili con Il Sindacato va preso per quello che é, per quel- l'idea di classe. - lo che può dare, e non si deve pretendere da esso La controversia, se. convenga o meno partecipa- più di quanto è nelle sue possibilità. Esso è, prima re ai corpi tecnici consultivi dello Stato, è per di tutto, un ottimo strumento per mitigare lo sfrul- noi risolta in senso affermativo. Lo Stato moderno lamento diretto del conduttore d'opera sui suoi tende fatalmente alla moltiplicazione dei proprii dipendenti. Non è da credere ch'esso riesca a ri- organi, e i Sjndacati sono ._portati ad assumere durre il profitto del capitalista al disotto del sag- sempre nuove funzioni ,pubbliche. Sorge, a qu-e- gio normale, ma riesce certamenlé ad armoniz- slo .punto, la questione del riconoscimento giuri- zare me$liO i salari coi profitti, a impedire che la dico. ·come può lo Stato inviestire i Sindacati pa- concorrenza fra imprenditori si faccia a tutte spe- dronali ed operai del diritto di rappresentanza se del lavoro, ad espellere dal processo produttivo negli istituti di legislazione e di previdenza, se i gli industriali inetti, a migliorare, insomma, la Sindacati stessi non sop.o riconosciuti qalla legge? condizione del lavoratore, sì dal lato economico E a quali Sindacati lo Stato affiderà la rappresen- che da queUo morale ed igienico. lanza, se sono più di uno_per ogni ramo professio– nale? Il prohl,ema è già virtualmente risolto. IV Si possono seguire due metodi per dare veste l,c- Moiiopolio della mano d'epera gaie ai Sindacati rispettandQ la iibertà individua- e controllo della produzione le: il primo consiste nel concedere il riconosci– mento ai Sindacati di tutte le tendenze - i quali Il Sindacalo tende a monopolizzare la man0 d' o- ne facciano domanda - dando a ·ciascuno una pera. I mezzi coattivi, a cui rioorrono le organiz- rappresentanza proporzionata al numero dei pro- zazioni per aumentare la percentuale degli orga- prii soci; e il secondo nel raggruppare professio- nizzali o per ridurre, comunque, la passività dei nalmente gli opera:i e i datori di lavoro in apposite disorganizzati, degli assenti, dei crumiri, ne sono liste elettorali, per la nomina dei rispettivi rap- la prova migliore. Il monopolio è osteggiato da- presentanti negli organi statali. L'uno e l'altro gli economisti liberali; ma è questione di in.ten- metodo possono essere adottali conlemporanea- dersi su di esso. La libera concorrenza, che gli menle. Nel primo caso sono elettori i Sindacati, economisti vorrebbero, non sparisce affatto finchè nel secondo gli individui, siano o non siano orga- non è interdetto a nessuno di organizzare un Sin- nizzati. dacalo in concorrenza ad un altro Sindacato. Noi Il secondo metodo è già in uso per la nomina · tendiamo a sopprimere la concorrenza perchè è dei probiviri. Non è in contraddizione coi nostd causa di indebolimento dei salariati, ma intendia- principii .l'addivenire alla ,costituzione dei corpi mo che al monopolio si debba giungere per il na- di mestiere, assegnando ad essi l'ufficio di rappre: turale sviluppo del principio di solidarietà. sentanti l~gali e riconosciuti per la stipulazione In.somma, il monopolio, in guanto viene come dei contratti di lavoro. Solo si richiede che J'en- conclusione del processo formativo della solidarie- te.giuridico sia ordinato su base democratica e che tà professionale, non solo non può essere .respinto, rimanga salva la libertà degli operai di organiz- ma deve essere sollecita~o da chi,non fa del sinda- zarsi in Sindacati di fatto, secondo le loro prefo- calismo a fondo capitalistico. I particolarismi e renze sociali e politiche. gli egoismi che porta seco in germe non devono ' Il Sindacalo unico è una perfezione del prooesso preoccupare eccessivamente, perchè vengono fa- formativo dell'organizzazione di classe, un bene cilmente neutralizzati dalla concorrenza in allo o superiore che il proletariato deve voler raggiun- allo stato di minaccia allorchè si vive in condi- gere, anche se non riuscirà mai a possederl,o in- zioni di libertà. Ad ogni modo, l'indirizzo, la pras- teramente, e la cui conquista dipende da lui solo, B 'bl. ~èl..a fi~lità classista costituiscono ancora la mi- dalla sua forza morale. Nessuno potrà mai donare 1 101. 1 ca \.:JlnO ts1anco
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