Critica Sociale - anno XXXVI - n. 7 - 1-15 aprile 1926

. ' 102 CtUTlCASbCìALE • mollo più sviluppato che in Ameri~a anc~1e·'p~r il fatto che nella maggicor parte delle 1!1d~stne britan– niche i datori di lavoro sono membn duna Federa– zione che conclude dei concordati nazionali ?Olle Trade Unions relativamente ai salari e alle ore d1 l~voro; e perchè la maggior~ _omoieneità. della J??PO~az.1on~ !n– glese rende molto prn facile che 1_11 ~me~1~a 1_01 gan1zza– zione delle Trade Unions, per cm s1 venf1ca 11falt~ che i dalori di lavoro subiscono il controllo troppo svilup– pato e arbitrario delle T~·ade U1~io,:zs. . __ ..· Il Saraent spieaa quali· sono .1 s1stem1 pm comurn usati dalle Trade U nions. · . . . Il primo punto_ è che _le Trad~ U.,mons Inglesi si r.– fiutano di a1.1tor1zzare 1 loro affihat'I. a lgvorare per– un numero di ore sufficienti pei' permettere ~na c~n– correnza effettiva coi più temibiff rivali europei clell'm- àustl'ia inglese. . . Infatti è noto come la riduzione della produzi:one sia dovuta alla limitazione obbligatoria delle_ore d1 la– voro che sono determinate non da necessità econo– micl~e. nella situazione, ma imf)oste dalla facolti'\ di contrattare delle Trade Unions.' Il seco'ndo punlo, è che effettivamente es~ste la limi– tazione del rendimen,to ed, anche se le Umons non la ammettono, pure vi sono molte prove per tlimostrarc la sua esistenza. In molti casi l'abitudine di lavorare lentamente è talmente radicala e stabilita da così .lungo tempo, che nè il à.1tore di lavoro nè il lavoratore si rende conto che la limitazione è praticata. I muratori inglesi me~ton? il_lopera 500 1:1~tt~)I~i al giorno, mentre. gli amencam, _siano pur~•-a!~1liah a_elle Unions più rigide, ne mettono 111 Of:?erapi~ -cn 1_.250. Dice il Sargent che le Trade Unions br1tanmche non contrastano i u.so e l'introduzione cli macchinario spc- , ciale ne)l'inàustria ma che le lbro pretese sono tali che rendono estte1-{ia111ente costoS'o e quasi impossibile all'industriale l'installare e l'adoperare un macc.hinar.o sufficiente per assicurare una pr.0duzi-one efr:cace ed a ·un prezzo abba,stanza basso per sostenere la con– correnza sui mercati esteri ed interni. Per esempio, quando viene impiantato un n_uoyo macchinar~o o dei nuovi metodi di produzione, le U n:ons stabmisoono che solo operai qualificati, che percep:scano dei salari cli oper~ii qualificati, potranno o-ccuparsi delle mac– chine, quando anche dei manovali o degli operai semi.– qualificati potrebbero farle furlzio0are. Le Un'ons inol– tre limitano il numero delle macchine che possono es– sere dirette da un solo operaio. Per quanto riguarda il sistema di rallentare il lavoro, le U nions britanniche si o·ppongono all'amm:ssione di nuovi membri nelle loro fi'le per aiutare e acce1erare la costruzione di -abitazioni. Le Trad.e U nion~ si son.;i pure opposte energicamente a tutti gli sforzi tentati per costruire delle abitazioni adoperando sistemi, che avrebbero permesso di compiere il lavoro impiegando solo operai non qualificati -e di assicurare· la costru– zione in un tempo molto. più breve di quanto s:a ri– chiesto attualmen\e. Questo è verissimo e ricorderemo. a questo proposito che, specialmente in Scozia, lo scandalo è giunto ad un tale punto che il Governo ha dovu.tò intervenire per permellere a tre Compagnie di continuare la costru– zioue di case operaie del tipo We _r: case, ciloè, in le– gno ed accia:o, le cui diverse sez.oni, preparate se– paratamente, non hanno più che cla essere riunite sul posto». Fin qui la ex-Conf ederazio:nie:'dell'Industria. - o;sia, pe1~essere più esatti, degH industr~ali ita– lian~, ie;icemente oggi inseriti nel regime. E noi v-0gliamò conoede,re che tutto ciò che essa narra circa il ca-camiing e l'aulop:rotezionismo della propria pelle e della propria dignità, ch'ess-a attri-– buisc.e agli operai organizzati di .Alb~one,risponda alla pura verità. Se non vi rispondesse, sin::r~ra– mente lo deploreremmo. Perchè cotesta lotta tit'a– nica, durata più di un secolo,. con la quale, la mano d'opera i:ngl~·se, fornendo un ammirabik1 esempio seguìto poi - ma a molta distanza - dai pro'.elariati delle altr.e nazi,oni civili, è riùscita a difendersi dall'oppressione e dal sanguisug.io on1icidn d1 cui parlano i famosi' Reports cibati ne!la pri111a parle del Capitale di Marx, no:.1 fu - a parlar propriamente - che la grande bat- BibliotecaGino Bianco taglia per la co.nq ~ista di uma.vi ~a el~m.entarm~nte umana alla maggioranza dei c1ttad1m, e la libe– razione, avve·ratasi per la prim~ volt3:, dalla la~– vala schiavitù del lavoratore; hberaz1,one che 1) · Cristianesimo aveva invano predicata nei primi tempi, e s'era poi rassegnato a rinviare ... alla vila nell'al di là. In altri termini, il rimpianto del Bollettino degli industriali sembra risolversi nella 'nostalgia dei tempi preumani e nel ram'.marico che Ltn poco di civiltà abbia cominciato a regnare in questo basso mondo. *** Ma ciò che è più caratteristico, .nell'artico1o eh)(" abbiamo riprodotto, ciò che più rivela la menta– lità a cui vanno t-0rnando,. col favore .de.I clima poUtico, i nostri bravi « capitani » ( o sergenti maggiori) d'industria, appare. da un'altra ovvia .consjderazione. Lo scrittore del Bollettino enumera cinque cause concomitanti della minore resistenza che oggi presentano le industrie inglesi nella c-Oncor– renza sul mercato inter:naziionale: 1. 0 le condi– iioni dei cambii; ossia l'alto valore della moneta inglese in confronto al deprezzamento depa va– luta di altri Paesi, sintomo di una prosperità che somiglia a quella del Re Mida, in quanto sof– foca nell'oro i :fortunati possessori della ricchezza ed òslacola l'esportazione, meni-re favorisce quella dei Pa-e,si più poveri; 2. 0 l'onere gravissimo delLe Lasse ed imposte, che gli Inglesi sopportano· ( a differenza dei Francesi) con vero stoicismo, assi– curandosi quel bilancio florido di Stato, che è una delle condizioni essenziali della indipendenza ef– fettiva della Nazione; 3. 0 \o sviluppo industriale di altri Paesi; 4. 0 il decadimento, a cui fu– rono abbandonati molti degli impianti ingl,e-si, conseguenza naturale del parassitismo esercitato ormai da sec_olidall'industria inglese, beneficiante dei· vasti dominions ie ~Ila padronanza degli Oceani; 5. 0 la riluttanza degli operai a servire da carne marloriabi!e à meré>i. Possiamo supporre che le cinque cause, o con– cause1 abbiano a un dipresso, relativamente, uguale portata, di guisa che la renitenza degli ope– rai a un eccessivo sfruttamento concorra p.er una quinta parte al risultalo di qu~lla crisi che lo scrittore deplora. Ma, delle quattro prime cause, il bolleltinista nostrano, dopo averle registrate, non s'incarica più; rn:o la iuinta gli i:hteressa; solo ' contro di questa dirige 1accusa e la .minaccia. È risaputo, ad esempio, che la resistenza operaia ha, tra i suoi effetti più oostan,ti e sicuri, equeUodi· fornire uno stimolo, che altrimenti l'industriale non avrebbe, alla rinnovazione ed al perfeziona, mento degli impianti, dei metodi' di lavoraz:ione, della coltivazione dei mercati, ecc. ecc_ Quest' a– zione è l'effetto della libertà di ooalizione, e non si verifica dove, questa sia compressa o sia elimi– nata. Sempre è più facile opprimere l'operai-o stretto dal bisoeno, anzichè dare slancio ai con– gegni produttivi, il che, presuppone dell'ingegno, della i:nizialiva, della volontà, del coraggio. 'Qua:il– do il clima politico favorisce il primo metodo~ l'inàustria:e ne è bealo, ma, poichè lo sfruttamento dell'uomo ha dei limiti naturali, e pQrta al deca– dimento della stirpe, al. peggioramento dlella pro– duzione, ossia alla lenta uccisi •o.ne della gallina daEe uova d'o\o,,l'industriale va allegram€nte alla malora, credendo di mandarci soltanto i suoi col- latoratori operai. · . Finalmente, è a'nche degno di nota come il giorna'.e che riflette ufficialmente le tendenze dei nostri industriali, mentre· lamenta la testardag– gine ~~gli 0p_erai i:°=g:esi e delle 101·0 01~anizzazioni nel rifiutarsi a fare da materasso per ra p~essione capitalista, non si domanda - non gli viene in

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