Critica Sociale - anno XXXVI - n. 6 - 16-31 marzo 1926

Lasc:t o Se hi a v; ri ti~ca ,I oCia e RIVIS~A QUINDICINALE DEL SOCIALISMO • : nno . . - emestre L. 15 Nel Regno: Anno L. 24 -- Semestre L 12 - Ali' Estero A L It 30 s DIREZIONE: Milano - Portici Galleria, 23 - AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni, 4 _ Milano Anno XXXVI - N. 6 Il Numero separato L. UNA Il MIiano, 15-31 Marzo 192,6 SOMMARIO POLITICA E ATTUALITA': La "tragedia,, di Gine-i.:ra (Rabano Mauro). Coltura socialista e revisione (Il) (Prof. Giovanni Zibordl). STUDI ECONOMICI E SOCIOLOGICI: Il concetto della. «libertà> nella filosofia di K, ·ManD, IV, V, VI (Prof. Arturo Labriola). · · Per la « terra a chi la fa 1·endere » ne/1.a Gran Bretagna. V, V I (Alessandro Schiavi). FILOSOFIA, LETTERATUHA, FATTI SOCIALI: Ciò che si stampa: Problemi dellfi Sc•uola (Aopi). Gio,·gio Sorel come teorico del SociaUsmo: Le analogie con '.I'er– tulliano (Franz Weiss). Tra le Riviste: Ma,·a;ismo e Sov'iett'ismo (e. m.). Il Num. 4 di "Critica Sociale,, ci è richiesto da parecchi abbonat'Ì, che scrivono di nqn averlo ancora ricevuto. Evidentemente, essendo stata sequestrata la 1a edi– zione, alcuni uffici postali hanno pensato di seque– strare, per loro conto, anche la 2a espurgata che rion lo fu. Le precauzioni non sono mai troppe ! A.i reclamanti invieremo un secondo esemplare ... fin che la scorta ci basterà. Altro rimedio non co– nosciamo. L'AMMINISTRAZIONE. La "tragedia,, di Ginevra Come tutti sanno, il Consiglio della Società delle Nazioni è composto di 11 membri. Cillt-– que sono tali per diritto divino ed il loro seg– gio è eterno come la divinità. Sono le cinque Grandi Potenze vittoriose, quelle che, avendo formato la Società per adoperarla a conti– nuare la guerra nella pace, si sono attribuite tale priv.ilegio. Gli altri sei membri sono di di– ritto umano, ed il loro seggio è a tempo, CIO– me ogni investitura elettiva. Essi infatti sono stati eletti per designazione concorde delle Grandi Potenze. Una legge poi di fondazione della Società prescrive la necessità del voto unanime per la validità delle deliberazioni della Società. Opportunissima legge nel pen~ siero delle Grandi Potenze, che vedevano nel– la Società continuarsi la loro alleanza di guer– ra. É troppo giusto infatti che una Società di alleati si governi con legge di unanimità, essendo ogni alleato troppo geloso della in– dipendenza dei proprii interessi per lasciarsi obbligare a impegni di pace e di guerra - che sono impegni di vita o di morte - dalla coar lizione dei suoi compagni. Così la macchina Bibfia~g~~~rìofWiài~Bava a meraviglia; ma f';lnzionava, nel suo giuoco giuridico-costitu– z10nale, çome una Società delle Nazioni al-lea– te, come un Sindacato chiuso cli vincitori che dovevano tenere testa ai vinti mal domi e nel qua~e un? solo bastava a tenere in iscaè~o tut- ti gh altri soci. . _, Ma ecco, un ~el, giorno, n~lle. _viscere pro– fonde ~cll~ Soc1eta del~e N az1çmi qualche co– sa co1~1ncia a muov~rs~. Non fu quello il pri– mo segno che la Societa era una cosa di car- 1,1eviva~ non un pupazzo meccanico? All'ora fu tosto sentenziato che la Società delle N a– zioni stava per morire, Anche i medici della vita politica collettiva possono sbao-liare le d~agnosi -~ome. i loro colleghi della Jta indi– viduale b10logica... Sì: qualche cosa si muo– v~v,~ nel profondo dell'organismo ginevrino, lì n idea fecondata dalla ·miseranda necessità di 1;1-nioneeuropea, un'idea emergente dalle rovine del dopo-guerra e dagli aspri bisocrni della ricostruzione, un'idea che reclamata l'accordo di tutti gli sforzi per la difesa comu– ne di questa piccola Europa contro ia qua– le si armano l'Asia e l'Africa e anche la filan·– tropica America - vincitrice dei vittoriosi - · u_n'idea di u~iversalità per la pace e la giusti~ zia balzava, inalberando un «Protocollo» im– pegnante tutti gli Stati alla reciproca t~tela ed alla rimessione di tutte le loro controversie in arbitri, rinunziando alla privata giusfrzia ed ai privati armamenti. Era la necessità stessa, ma era troppo bello ... Le Potenze, trascinate dall'entusiasmo applaudirono, firmarono, ma non ... ratifica~ rono. I pionieri veggenti e generosi furono ro– vesciati dai loro avversarì nei Parlamenti. Ma.~ Donald si inchinò. Herriot si riparò tra le file del Cartello che i socialisti si diverti'ro– no a trivellare di colpi, senza tuttavia man.– darlo all'aria ... Ma alcune delle Potenze, im– pegnate soltanto per fare il coro nel grande teatro ginevrino e che avevano approvato il Protocollo, si legarono al dito il loro voto - disperso e inutile - giurando nel loro inter– no che, presentandosi propizia l'occasione, se ne sarebbero ricordate ... L'idea di far vale– re un giornq èffettualmente il proprio suf– fragio dovette fin d'allora prendere forma concreta nella loro coscienza, e la facilità del– l'eventuale insurrezione dovene sorridere lo– ro come una lusinga, come un gesto di vo– lontà e di potenza, come una rivincita di li– berti umiliati... Il « Protocollo » era troppo bello per la co– mune levatura degli epigoni. Austin Cham– berlain si vergognerebbe di ber,e ai fonti di Utopia. Egli è un «realista», come si crede

RkJQdWJsaXNoZXIy