Critica Sociale - anno XXXVI - n. 5 - 1-15 marzo 1926
..._----------------~- CRITICA SOCIALE; 73 gazione più aperta e decisa. E se- pretende di aderirvi ancora, o ha percluto ogni significato di rinnovamento della coscienza religiosa, o si dibatte nell'assurdo di ·una situazione insostenibile e perciò sterile. Nell'uno e nell'altro cas,o la polemica, .può interessare la bio– grafia e la cronaca, non la storia, che è vita, e non può indugiarsi a contemplare il. vano tentativo di galva- nizzare le scorie del passato. IL CRITICO. Una ricQstruzionepostuma E noto che Antonio Labriola era venuto accumulando ed elaborando molto materiale, che avrebbe dovuto formare l'oggetto di altri saggi sull'interpretazione m:i– terialistica della storia, oltr'e i tre che furono pubblicati mentre egli era ancor vivo. Questo materiale costitul la trama di quei corsi di filosofia della storia (come allora si diceva) che il Labriola tenne all'Università di Roma negli anni 1892-93, 1893-94, 1894-95, 1901-02, 1902-03, i quali suscitarono allora un vivissimo interessamento nei giovani studenti di tutte le facoltà universitari:e, e dei quali a noi resta la traeci'.1, sia negli appunti pre– paratorii del Labriola. sia negli appunti. presi alle sue lezioni da alcuni dei più assidui frequentatori, partico– }armente disposti, dal loro orientamento mentale, ad in– tendere il valore di quell'insegnamento. Da questi appunti, del Mae,stro e degli alunni, e par– ticolarmente da quelli del oorso tenuto nel 1901-02, un valente giovane, il Dal Pane - già noto ai lettori della Critica per articoli suoi qui pubblicati e per un vo– lume suo, che fu da noi reoensito, su La concezione marxisl_a-dello Stato - si è intlustriato, con feljce ten– taUvo, di ricostruire il quarto dei saggi del Labriola (1). Dico « felice tentativo», perchè il Dal Pane, che ,del Labriola è uno studioso attento e appassionato e da lui riconosce di aver -attinto alcuni elementi fondamentali qella sua formazione spiritual,e, ha ricostruito con molto scrupolo e con indiscutibile esattezza il pen– siero del suo autore. Ciò non ·vuol dire, naturalmente, che egli sia riuscito a dare al-,saggio la forma che gli avrebbe dato il Labri0la stesso, se la crudele malattia di cui morì non gli avesse im}i)edito di giungere al ter• mine della elaborazione. Dove esisteva qualche lacuna, o dove il pensiero era, negli appunti, appena indicato· ·con un sobrio açcenno, quasi come un titolo di para-' grafo bel sommario di un libro, il Dal Pane è dovuto ricorrere· ai prec~denti saggi _çlelLabriola e riferirne integralmente atcupi passi, oppure ha dovuto rico– struire da pubblicazioni del tempo certe notizie storiche e, soprattutto, tabelle statistiche che dovevano servire a illustrare le affermazioni e argomentazioni del La-. briola. Tutto ciò, ripeto, con molto scrupolo, e con una stretta adesione e fedeltà al sistema di pensiero cui è inspirato il saggio che il Dal· Pane ha cercato di ricostruire; ma- in qualche luogo appare evidente che esiste piuttosto la materia che la sua definitiva elabo– razione, che la documentazione è persino troppo ampia rispetto all'esame analitico e alla ricostruzione sintetica dei fatti 'e delle situazioni storiçhe, cui essa avrebbe potuto offrire il destro a una,. mente come quell~ del Labriola. . * * * ·Pur così com'è, il saggio è tuttavia molto interessante. Il Dal Pane gli ha serbato il titolo « Da un se~ol~ a1:].'al~ tro », che già Benedetto Croce aveva dato ai primi sei capitoli di esso, pubblicati nel volume di Scritti vari di filosofia e di politica del Labriola. us~ito dopo la IJ?,orte dell'A.; ed erano i soli sei capilt>li che avessero già ri– cevuto una forma definitiva. Il Labriola enuncia infatti, nel principio. il compito del su.9 saggio, che è ~uello di coglie.re « alcune' caratteristiche del secolo decimonono per venire a dic~iarare la configurazione del m~rndo ci– vile nel passaggio da un secolo all'altro >>. Egli prepa~ rava. ·e in parte. elaborava, la materia del suo scritto fino dal 1900, quando la guerra del Transvaal pareva rappresentare una disperata resistenza dell'autonomia economica e politica di piccoli territorii e gruppi etnici · contro l'universalismo (com'egli dice) rappresentato (1) Antonio Labriola: Saggi intorno alla concezione !11ate– rialistica della storia: IV. Da un secolo all'altro, Considera– zioni retrospettive e presagi. Ricostruzione di Luigi Dal Pane. - Licinio Cappelli, editore, Bologna. - Pagg. 165 in 8. 0 • - L. 12 (fuori Bologna L. 13,20). BibliotecaGino Bianco • dall'Inghilterra, la vastità del cui impero coloniale pa– reva indicare la tendenza a riunire tµtto iI mondo in un solo sistema organico di produzione e di scambt Più esattamente, l'oggetto della ricerca del Labriola è l'éra liberale, come egli ripete in due o tre punti: cioè la trasformazione che essa ha operata sulla vita e sulla civiltà dei popoli, • non più atavisticamente locale, non più nazionale o mediterranea, ma internazionale. anzi interoceanica o panoceanica ,. E per questo, dopo una breve introduzione dottrinaria, in cui discorre di tenta– tivi passati di organizzare la conoscenza e compren– sione della storia secondo certi schemi aprioristici e cerca di fissare qual'è il fatto fondamentale che dà la fisonomia a ciascun'epoca dello sviluppo sociale e par– ticolarmente all'epoca attuale, egli s'addentra in un'am– pia esposi:done della situazione del mondo quale si era venuto particolarmente costituendo sulla fine del secolo XIX. esaminando lo sviluppo demografico dei maggiori paesi; la loro struttura economica per ciò che riguarda l'espansione delle forze produttive e particolarmente il crescere della grande impresa nella produzione indu– striale; il conseguente cosmopolitismo della produzione e degli scambi; la formazione dei grandi imperi co– loniali; la lotta per l'accaparramento delle sorgenti delle materie prime con la tendenza (che le resistenze degli antagonisti impedise:ono per ora ai singoli di tra– durre in atto) verso il monopolio; la formazione dei grandi organismi bancari come necessari strumenti di questo enorme sviluppo delle forze produttive. Da questa indagine egli trae gli elementi per una più esatta valutazione degli· avvenimenti politici più es– senziali accaduti nel sec. XIX e soprattutto negli ultimi decenni, particolarmente in Europa; per interpretare la situazione dei maggiori Stati e i moventi e lo scopo della loro poutica interna e internazionale. fermandosi specialmente a spiegare come si era formato quel dop– pio aggruppamento di forze antagonistiche della Tri– plice e Duplice Alleanza, dal cui conflitto semb~ava. 25 anni addietro, dipendessero le sorti del mon4o, le quali ebbero poi differente indirizzo da un rapido spo– starsi dell'equilibrio che ill quelle due opposte com– binazioni di forze aveva temporaneamente trovnto la sua organizzazione ed espressione. A vn certo punto il Labriola chiede se una dottrina la quale offre un canone d'interpretazione dei fatti pre– senti e passati, possa e debba anche offrire la bussola per. la previsione degli avvenimenti futuri; e risponde che il calcolo della probabilità storica è diverso da quel1o della probabilità matematica, perchè nella stona c1 sono interruzioni e incidenti improvvisi. La prevedi– bilità è, quindi, per il principho direttivo e non per i fenomeni particolari. Comunque, è' interessante notare come certi accenni che il Labriola fa sugli sviluppi av– venire dei fatti che andavano accadendo sotto i suoi occhi siano stati confermati dalla realtà: per e!:ì., il declinare 'della Triplice Alleanza, la necessità di un ra– pido esaurimento del compito per cui la Duplice era stata coslitnita, la probabilità che l'Italia dovesse ras– segnarsi a trovare a Tripoli un insufficiente compenso a migliori possessi che non era riuscita in tempo a con- quistare. · Il saggio si chiude con osservazioni sul Socialismo e con un largo cenno suOe vicende della Prima Interna– zionale, che non appaiono bene aderenti al resto del saggio; il cui valore preminente non è tanto nelle cose che espone (in gran parte, del resto, nuove nel mo– mento in cui erano dette, se anche oggi appaiono di– venute di dominio comune, perchè, non ostante il di– leggio di molti spiriti s~perfi<:iali, i canoni fò~damen~ tali della dottrina marxista s'impongono ormai a tutti nella interpretazione dei fatti storici), quanto è ne]\ metodo che esso insegna: vedere i fatti nella loro vi– vente unità, come un sistema di forze organicamente congiunte dalle loro mutue azioni e reazioni, nelle quali è la loro intima vita ed essenza e fuori delle quali esse non sono nulla; non già una giustapposizione di 'fat– tori che abbiano origine separata e interferiscano fra loro e s'influenzino a vicenda, serbando però la loro autonoma esistenza e fisonomia. Ripeto: quello che abbiamo dinanzi non è certo il saggio che il Labriol~ avrebbe scritt?; ma c'~ tanta fedeltà nella presentazione della materia che egli aveva preparata e ordinata per costruirlo, che l'insegnamento e l'esempio che egli voleva offrirci ci sta dinanzi con ,limpida evidenza ed efficacia.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy