Critica Sociale - anno XXXVI - n. 5 - 1-15 marzo 1926

72 CRITICA SOCIALE fenomeno transitorio che non poteva aver causa vinta sui diritti insopprimibLli dello spirito, e si sforzarono invece di conciliare quell''altro terribpe contrasto, che pareva insanabile, tra la nuova mentalità filosofica idealistica ed immanentistica e tra le nuove esigenze del– la critica storica da un lato, e la vecchila mentalità dogmatica, rigidamente duali'stica, conservatrice ed au– toritaria dall'altro .. Sembrò, infatti, ad un certo punto che la Chiesa non fosse soltanto fuori del pensiero moderno, ma addirittura lontana ed opposta alle stes– se categorie, agli stessi princ\pii essenziali del pensiero scientifico e filosofico, giacchè era parso che lé con– quiste dell'idealismo immanentistico avesseto impres– so il proprio suggello definitivo sullo, stesso cammino del. pensiero umano. Ecco l'origine ideale e ~torica del modérnismo reli– gioso: esso rappresenta l'ultimo disperato tentativo di conciliare, non la fede religiosa soltanto, bensì la fe– de cristiana e càttolica, .con 'ie esigenze insopprimibil'i di libertà e di autonomia del pensiero moderno. Lo spirito fu condotto a dissociare i( legame tradiziona– le tra la mental'ità intellettttalistica e dualistica della filosofia scolastica e le esigenze profQnde della vita religiosa, quale si è configurata nel cristianesimo pro– fessato dalla Chiesa di Rom~. Smontare l'impalcatura scolastica e tradizionale dell:a fede signifi'cava dare a q4esta un'altra espressione razionale più cònsona ed approp1:iata al clima i'ntellettuale in cui. si muoveva il pensiero moderno: significava sopratuf.to · abbando– nare il dualismo e l'intell~ttJUalismo · gnoseologico, su cui si era fortifkata l'infuizione dogmatica del cri-, stianesimo, e valutare l'espèrienza rel1gi,6sa no0 più con le categorie dell'intelletto astratto, ma con le in- . dicazioni emergenti da una nuova, logica, la logica con– creta dell'azione, della volontà, della vita religiosa.· * * * La Chiesa di Roma, accortasi della p;-ofonda tra– sformazione che la nuova corrente avrebbe implicata nella sua fondamentale costituzione dommatica, non permise che il movimento diventasse corrente viva in , seno ai fedeli e lo colpì in pieno, soffocandolo in tutte le sue manifestazioni, con diversi atti del poatificato di Pio X. La lotta fµ aspra, contin-ua, senza. quar- . tiere da parte dell'autorità ecclesiastica. I modernisti' più sospetti furono diffidati, puniti, scomunicati: le loro pubblicazioni messe all'indice e la loro attività , interdetta. Alcuni si sottomisero, tacquero in umiltà di cuore, sopportarono in silenzio il sacrificio' delle loro idee; altri pochi rimasero con eroica tenacia sulla brec– cia, ribelli fino all'ultimo agli ordini del Papa; ma la loro azione venne a cadere fuori deUa Chiesa ed a . ' perd~re quindi ogni importan·za per il rinnovamento in- teriore della coscienza rel,igiosa cattolica. Pochissimi, vissero di compromessi tra le esigenze ·dell'Autorità ecclesiastica e queUe della propria coscienza; formal– mente si sottomisero, ma ,in sostanza il loro pensiero. si ~.viluppò in continuo attrito con le vedute tra•diz:o– nali della Chiesa cattolica. Tra questi va annoverato Ernesto Buonaiuti, oggi colpito dalla più grave puni– zione, alla distanza· di circa venti anni dall'encicli'ca « Pascendi ». Singolare psicologia quella d<i Buonaiuli che rive- . ,, ' la uno spirito internamente ~ravagliato da una grave crisi, llu una lotta 'tormentosa tra dtie esigenze, una di ordine razionale e l'altra di ordine pratico e sociale. E il non aver trovato un s.uperiore principio di coor– dinazione di queste profondé esigenze del suo spirito, lo ha condotto di travaglio in tr:ayaglio alla singola– rissima posizi,one di chi no11 sa nè ubbidire nè ribel– larsi interamente. BibliotecaGino Bianco · · l conflitti di. carattere .religioso .sono, per l,a loro intimit~ e per la ineffabile malinconia spiirituale che li circonda, estremamente complessi ed opachi al,l'in– telligenza. Io non .pretendo scendere nelle misterio~e profondità dell'anima e mettere alla luce banale del giorno ciò che vive e si còglie soltanto nel silenzio e all'ombra di noi stessi. I\ caso Buonaiuti invita ad un certo pensoso raccoglimento per l'intima tragicità che circonda sempre nella vita gli uomini che annun– ciarono una nuova espressione dell'esperienzà religio– sa. Mentre Ernesto Buonàiuti sale il Calvario della sua passione dolorosa lottando con sè e cogli .altri - cer– to più con sè - potrebbe sembrare ingeneroso fer– marsi ad analizzare il suo dramma.· Però un mònilo bisogna trarre da un'esperienza così comm0vente ! Ed il mònito è che il Buonaiuti è vittima di ·un con– flitto che la storia aveva superato e ch'egl,i, per ton– to sup, aveva riacceso dentro di sè, contro le esigenze dialettiche e spirituali della sua posizione iniziale. Egli voleva riportare nuovamente l'esperiènza rèligiosa alle sue sorgenti, e, per far ciò, la voleva. incanalare nèl letto di Procuste' del~':\ Scolastica. L'ultima posizione infatti del Buonaiuti er:i in antitesi aperta ool motivo fondamentale del moderaismo, che consisteva nel_ su– peramento completo dell 1 a dualità ontologica di essere e pensiero, natura e spirito, divenire temporale e realtà in temporale ed assoluta. Ceriamente ilmodernismo non era riuscito ancora a sostituire alla mentalità scola– stica una nuova intuiziòne sicura e precisa: era, come tutti i fenomeni di cFisi relig1o·sa, più un atteggiamento negativo e demolitore che,.costruttivò· e orientativo. E la Chiesa ebbe le sue ragioni a diffidarne. Ma il vo– ler rincarire sull~ diretti ve della filosofia scolast~ca, dopo la crisi del modernismo, sig,nifica muoversi con-· tro la storia e contro le intime necessità della vita religiosa. Gli schemi e le categorie della filosofia sco– lastica sono inadeguati a compren.dere lo slancio della• coscienza religiçsa moderna, la quale, a sua volta, quando ha veramente raggiunto il calòre di vita del misticismo, rompe tutti gli indugi e le eccezioni d'im– possibilità, che valgono solo nei limiti della ragiioae finita, non si ferma ad alèun osta~olo contingente, ma rinne~a l'ordine tempgrale per congiungersi,. nel- . l'ubbidienza e nèl. silenzio, al superiore piano della vita intemporale. · Perciò l'ill_usione· modernistica è stata dissipata dalla stessa dialettica della vita religiosa, la quale o uma– nizza ~l divino, inserendosi nel tempo e nelle leggi della. tr~dizione, o divinizza l'umano, negando la tradizione e la storia, e soll,evando il presente alla dignità di atto creativo. Nel primo modo la religione diventa fede e dogma, culto e vita assoéiata, Chiesa e gerarchia: nel secondo modo la religione è sublimazione della vita individuale, è rapimento mistico dell'anima in un su– periore piano di vita, è ineffabile comun:one ~tale con l'assoluto. Il moderi;iism<:>voleva inserire l'espe– rienza veligiosa, intesa e vissuta in questo secondo mo– do, negli schemi teorici e nelle relazioni sociali ·e sto– riche della religione che, secondo ia dialettica del– l'umanizzazione del divino,, era div'.entata dogma e teologia, Chiesa e gerarchia., Ma la religione. quando è divei:itata Chiesa, ha le sue postulazi-0ni teoriche alle q~rn~i~on _sa rinunziare, e<l'.ha lei.su· e ferree esigenze d1sc1plmar1, ohe non può abbandonare. Perciò la Chie– sa di Ror?a ha condannato il moder1Hsmo,' qualifican– dolo fomite e tramite di tutte le eresie: essa lo ha re– spinto, perchè non ne comprendeva il linguaggio il quale, invero, si riferiva ad un'esperienza diversa' da quella riassunta ed evocata dai dogmi del culto. Dal pun~o di vist::i.dell'esperienza religiosa il modernismo non potrà mai i~sevirsi nella Chiesa, perchè ne è la ne-

RkJQdWJsaXNoZXIy