Critica Sociale - XXXVI - n. 3 - 1-15 febbraio 1926

CRITICA SOCIALE 37 stretto e -costante nel processo contin"Q.-0 dell' « ar~ rovesciamento della praxi's » . Qui Marx è contro Mazzini e contro tutti i moralisti utopistici· ma in quanto essi siano utopistici, non in quanto af– fermino una esigenza morale, che anche in Marx anima e fa calda e vibrante e fremente di un pathos generoso tutta la crilica della società pre– sente e l'incitamento del p}'.oletariato ad un'azione che è anzi tutto sacrificio, ad un cammino che è irto di triboli; m,a che dev:e condurre alla conqui– sta finale dell'umanità, pei.· ognuno e per tutti. Per questo il coraggio, la fierezza e il senso d'indi– pendenza e di dignità sono, come aveva scrilto Marx, .più neoessarii che il pane al proletariato, cui tocca, secondo le espressioni di Marx e di En– gels, la missione storica della redenzione dell'u– manità. , 2... Personali.tà ed educazione. . ~ A queste riflessioni mi richiama la lettura di un bel libro recente di Alfredo Poggi ( 1), scrit– tore che è oggi fra i più attivi e fecondi in quella schiera animosa ed entusiasta, che mostra con l'esempio del proprio fervore la nobiltà e potenza m-0rale dell'idea socialista. Egli afferma con gràn– de vigore, contro ,ogni disconoscimento e frainton– dimento, il valore elico dell'azione per l'emanci– pazione della classe lavoratrice: azione che è tutta un processo di educazione delle coscienze, un'o– pera di formazione spirituale dell'uomo libero, inspirata all'esigenza universalistica della dignità umana, di cui risveglia il sentimento e suscita la v,olontà rivendicatrice \llel proletariato, per con– quistarne, attraverso l'azione di classe, il pieno riconoscimento per tutti gli uomini. . 11 movimento socialista (nota giustamente il Poggi) segna ila reazione del prol,etariato contro la riduzione propria a cosa, contro la_conversione della personalità del prolelario in puro strumento di produzione di ricchezze: è rivendicazione della dignità di fine per ogni persona umana; è l'af– fermazione più intiera dell'esigenza di libertà per tutti gli uomini. Potrebbe il movimento socialista assumere ad insegna di questa sua grande lotta liberatrice la proposizione di Cesare Beccaria: « non vi è li– bertà ogni qual volta le leggi permettono che l'uo– mò cessi di essere pe-rsona e diventi cosa » . Questa proposizione precorre l'affermazione kantiana che la..personalità umana debba essere s~pre considerata come fine e mai come un mezzo. E giustamente il Poggi collega la finalità redentrice e liberatrice dell'umanità, Ghe il marxi– smo assegna quale missione storica al ~r,oleta– riato all'universalismo della morale kantiana. K~nt aveva (com'egli ebbe a dichiarare) ap– preso da Rousseau ad onorare gli uomini, a sen– tire la bellezza e dignità della nalura umana; e dalla stessa fonte ne traeva la consapevolezza quell' H umanismus di Feuerbach, dal quale. Marx ed Engels presero le mosse per giungere ana con– cezione socialista. Ma col sorgere della grande m– dustria il problema, che aveva preoccupat~ Rous~ scau della riduzione di ogni uomo a fraz10ne di uòm~ e ruota di un ingranaggio ~n c<:mseguenza della divisione del lavoro, appariva m pieno a Marx e ad Engels nella sua natura di problema sociale e nella sua gravìtà per _la classe lavora– trice. Gli operai, che -l'industria riduce a hands (mani) - secondo l'espressione che Engels ac– coalie dal Carlyle - e asservisce nel lavoro al fu~zionamento della macchina, si trovano !Il.alG– rialmente e spiritualmente negala la cond1z1one (1) Socialismo e cultura, P ..Gobet~i, ed., Torino (pagg. 244_, L. 10), che si connette con 1 altro hbr? d~llo ste~~o a~lor~: . . S[q!o.ifhjqa, Scu'2{q (ed. Bemporad), d1 cm la Crillca s è g1a 81bl1c.~.u1no t:51anco di uomini. Il lavoro è condanna e oppressione, non estrinsecazione e affermazione della spiri– tualità e coscienza umana. Ed ,ecco l'unica via d'u– scita, per Marx ed Engels, nelJa ribellione della coscienza contro le condizioni esteriori che l'op– primono: contro la disumanilà di queste. che con– duce a un'auloalienazione (Selbslenlfremdunf!) della coscienza umana, quesla riconquista e salva sè stessa nella ribellione, nella rivendicazione delle sue esigenze, nella lotta di classe. Così la lotta di classe del proJelariato risponde a quella stessa esigenza elica, che informa l'im– perativo kantiano, e la trasporla dalla dollrina nella storia: perchè l'azione della classe lavora– trice non tende ad una finalità particolaristica, ma universalistica; non a sostituire un nuO\'O do– minio di classe a quello preesistcnlc, ma ad abo– lire ogni dominio e ogni divisione di classi. Dalla società borghese,, nella quale l'immensa maggio– rnnza degli uommi è convertila in merce forza di lavoro, « esposta a tutte le Yicis<;itudini <leila concorrenza, a tutte le oscillazioni del mcrcalo ... e non vi ·sono più che strumenti di lavoro, il cui costo varia col sesso e coL'elà ») qucsla lolla di classe tende .ad <' un'associazione, nella quale il libero sviluppo di· ciascuno sia la condizione del libero sviluppo di tulli ». Sarebbe difficile espri– mere più nettamenle, che con quesle parole del Manifesto dei comunisti, il contrasto fra la nega– zione presente del principio universale della per– sonalità umana e della sua dignilà, e l'afferma– zione futura, alla quale intende l'azione di classe del proletariato. Ora se tutla la lolla di classe proletaria è li– luminata dalla luce spirituale della rivendicazione universale della personalità umana, ben s'intende perchè Marx ed Engels nell'esercizio di questa lotta scorgessero un grande processo di educa– zione. Contro l'utopismo materialistico, che ancora con Owen attendeva dai perfetti legislalori la educazione ideale dell'umanità, ossia la formazio– ne di un perfolto ambiente sociale, che foggiasse sanamente gli uomini oggi corrotti dalla corru– zione dell'.ambiente, Marx obiettava che !'"educa– tore (legislatore) dovrebbe a sua voita prima es– sere educato; e che quindi il processo della ed~– cazione non si può intendere se non come prax1s che si rovescia. Non adallamento passim, ma spiegamento di attività, ~hc reagisc~ alle condi– zioni esistenti e, tendendo progress1Yamente a mutarle viene in questo suo risYeglio e in questa sua azio'ne a formare progressivamente' sè st~ssa. L'educazione è un processo attivo di formaz10ne della coscienza: l'uomo, che si ridesta nel lavo– ratore, conquisla_ per ques~o. ~i~veglio della c;on– sapevolezza via via la poss1b1hta d1 aifermaz10nc della sua personalità e dignità di uomo. Rude processoi che conosce ~iù spes~o sco~fil~e che vittorie nella lolla contro gll ostacoli estenor1; che deve affrontare sacrificì più spesso che bon allende:rie soddisfacimenti; ma che in questa aspra contesa raggiimge un rinvigorime_nto e a~– profondimenlo della consapeYolezza, e irrobusll– sce l'esiaenza che l'anima, facendone una forza storica ~mpre più polente ed efficace. çosì che l'azione storica appare bensì nel marxismo le– gata sempre alle condizio!li e al!e possibilità r~a}i, fialie della precorsa prax1s storica della uman1la; m~ è nel tempo stesso condizio_nata e mos_s~dalla coscienza e Yolontà delle classi, vere attrici della storia. 3. - Lo Stato e la cultura. E in quesla confluenza .di dete_r~inism~ e YO– lontarismo enlro la concezione cnllco-prahca del marxismo, il problema di educazione, che cam-

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