Critica Sociale - XXXVI - n. 3 - 1-15 febbraio 1926
/ }· 36 CtUTICA SOCIALE 11problema ·etico e culturale nei rapporti colmovimento socialista I. L'esigenza etica dell' umanismo nel marxismo. "' In un artioolo del 184,!, di vivaoe polemica con- tro i principi sociali del Cristianesimo, Carlo Marx opponeva alla predicazione cristiana, ten– dente ad inculcare nella classe lavoratrioe uno spirito cli rass'ègnazione aUe proprie miserie, una rivendicazione della profonda esigenza etica del movimento proletario. « Il proletariato, che non « vuole lasciarsi trattare da canaglia, ha bisogno « del suo coraggio e della sua djgnità, della sua « fierezza e del suo senso di indipendenza assai « più che del suo pane·». . L'agitazione del proletariato non muove tanto dall'ansia dei: bisogni materiali, nè tanto cerca ra– gione e soddisfazione in .un appagamento nrnno scarso di essi, quanto sorge dal risveglio della co-' scienia umana, che si ribella a un trattameµto da bestie e a una condizione di se,rvitù oppressiva; le stesse rivenclicazio11i materiali esprimono una profonda esigenza spirituale, che n01le condizioni della vjta del lavoratore vuole aff,ermata e r,ispet– lata la dignità umana di esso. Il proletario comin– cia a sentire in sè stesso l'uomo; e la dignità della natura urnan,a diventa in questo risveglio di con– sapevolezza una esigenza al cui imperativo l'uomo ride~t-o non si può e non si deve sottrarre•: la fie– r,ezza e il senso di lìbertà valgono più del pane; perchè nell'avidità di questo si mostra solo il bru– to, nel bisognp di quella si-afferma l'uomo che è in ognuno di noi. _ Qu:esto conoetto, della ribellione· alla disumani– tà del1e condizioni di vita proletaria, che se,gna il pass·aggio dalla incoscienza del bruto alla con– sapevo1ezza dell'uomo, era nello stesso torno di tempo svolta da Eng_els in commento al Carlyle (Die Lage Englands nfil Deutsche-franzosische Jahrbii.chef del 18~4). Carlyle· metteva in luce il destarsi di un impulso di ribellione negli ope– rai per la coscienza di soffrire il male e l'ingiusti– zia: quest'impulso, diceva, è-innegabile, anche se si possa deplorare. No, replicava Engels, questa , collera non si può bìasimare; chè anz;i soltanto in essa appare il risveglio d'l!na coscienza umana,· consapevole diell'iriumanità delle proprie' oond1- zioni e decisa a liberarsi dalla servitù. Quelli che tale ribellione non sentono, non si curano nè della propria qualità di uomini nè del destino di tutta l'umanità: morti nello spirito, si lasciano Ji1al– trattare dalla sorte 1. e si ubriacano bestialmente d'acquavite e di piaceri sessuali. Anche Carlyle lo riconosceva: « l'irlandese (egli scriveva) con i suoi-cenci e il suo rito selvaggio dorme tutto lieto nel primo canile o porcile ... Vive nella sua spor– cizie e noncuranza, nella sua violenza di ubriaco,· perfetta incarnazione della abiezione e del disor– dtne. Chi si cià la pena di nuotar,~ e tenersi al1a su– perficie, può qui vedere un esempio èLelcome l'uo– mo possa esister,e non nuotando, ma calando a fondo ». E per ciò, di fronte a simile rinuncia al– la qualità e dignità di uomini, Engels commenta– va: «.gli operai sono uomini soltanto fin che sen– tono la collera oontro la classe dominante· diven– gono bestie tosLo che si pieghino docil~énte al giogo,.e invece di pensare a spezzarlo, cerchino di rendere gradevole una vita di schiavi » • Non pare di sentire echeggia.re in queste parole la grande voce di Rousseau? «Renonoor à sa li– bérté c'est renoncer ·à sa qualité d'homme aùx B "bl" tdroits-'11; l'hµJ.uanit~ mème à ses dévoirs.' Une 1 10eca Gino ts1ancu .. telle renonciaticm est incompatible avec la nature de l'homme ». Le rivendicazioni proLetarie intese quali esi– genze di un passaggio dallo stato dei bruti a que!– lo di uomini, dalla condizione di servi(ù a quella di libertà, mostrano così piena e h1minosa la loro natura etica e la loro rispondenza ad un impera– tivo morale: appare evidente, il valore spirituale delle stesse rive,ndicazioni materiali, sorgenti dal~ la ribellione alla disumanità della vita proletaria presenbe. L'aveva ben riconosciuto· anche Mazzini, pur nel suo idealismo etico: « Eccovi un uomo al-qua– le un lavoro assiduo procaccia appena ciò che è necessario per esistere; si mangia il suo lardo e le sue patate in luiogo che diresti covile, non casa; poi affranto giace ,e dorme; la sua vita morale e fisica è vita di bruto. A che giovano i libri per quell'uomo? Per quali vie potete voi ridestare in lui l'anima intormentita? ». « Noi non possiamo esigere che egli educhf il. proprio intelletto 1 men– tre ei deve lavorare a guisa di. macchina 1intera giornata per ottenere pochi e incerti alimenti ». E volgendosi agli operai: « Voi avete bis0gno che cangino le vostre condizioni materiali, perchè pos- . siate svilupparvi moralmente; avete bisogno di lavorar meno p~r poter oonsacrare alcune ore della vostra giornata al progresso dell'anima vo– stra». Vero è che Mazzini aggiungeva: « bove.f:e cer– care.ed oltener0 questo miglioramento; ma dovete cercarfo come mezzo non-come finei oercarlo per , senso di dovere, non unicamente d1 diritto: oer– carlo per farvi migliori 1 non unicamente per farvi materialmenle felici »..Ma chi pot_rebbe sostenere in buona fede che il socialismo marxisiioo sia m– surrezi,one di egoismi brulati alia ricerca di sodd·i- sfacimenti materiali? , Sorgendo dall'umanismo di.Feuerbach, il mar– xismo sente l'iesigenza profonda della huma[l.itas: p.er l'individuo e per la éollettività. E _in questa esig~nza rimane fermo, inspirando ad essa tutta la sua critica della società ·presente, il calore della sùa aUività di propaganda, l'affermazione e il de– lineamento della.società futura,-alra ooi·c_reazionc stimola e sollec~la l'azione rivoluzionaria del ·pro– letariato. Questo, nella sua con<:lizionè di « dis~manità », dev'essere . il rivendicat,pre per ecoellenza del- 1' lwmanitas. Aveva detto Engels nel Die Lage En– glands :, « l'uomo ha soltanto da rioonosoersi ..., da giudicare secondo la sua es~nza, da foggiare il mondo secondo le esigenz,e della sua natura ve– ramente umana; e oosì ha sciolto l'enigma dei no- ·stri tempi». E t'aspirazione àl passaggio dallo stato di disumanità e divisione di classi all'umani- tà con~ociata, dal regnò della necessità a qù-ello della libertà, dalla società attuale, in cui la posi– zione privilegiata della classe--dominante è cpn– dizionata dalla soggezion~ e oompressione della classè lavoratrioe, ad una associazione futura, nel- la quale il libero sviluppo di ciascuno sià condi– zione del libero sviluppo di tutti, rimane sempre ., l'anima di'tutto il movimento del socialismo mar- · xistioo. La differenza fra questa esigenza _morale del h1arxish10 e quella di tutti gli utopisti è nella st1a connessione con una profonda coscienià storica, per cui essa rientra in una dottrina critico-prati– ca. L'esigenza morale non si desta e non opera co– me fattriM di storia, se la coscienza e la voloatà di essa non soFgano dall'urt·o con le condizioni rea– li che la negano: per questo ~oltanto la classe che si trova a soffrire della disumanità può essere la rivendicatricè par excellence della humanitas. E questo rapporto dialettico fra le condizioni esi– .stenti e la volontàfa l'azione storica si mantiene
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