Critica Sociale - XXXVI - n. 3 - 1-15 febbraio 1926

CRITICA SOCIALE 43 economicamente dominante, lo Stato non segue per altro meccanicamente l'impulso che l'interesse immediato di detta classe tenc~erebbe ad imprimergli, ma reagisce su quell'impulso _medesimo, tenta di frenarlo (o, più di rado, di ravvivarlo), di ·spostarne le dir~ttive; cerca di conciliare impulsi discor– danti; obbedisce a ispirazioni meno istintive e più razionali, si sforza di provvedere armonicamente a un, complesso di esigenze resistendo alla preoccupazione esclusiva di un'esi– genza particolare; cerca di non comprQmettere la possibilità o siçurezza <li un beneficio lontano, ma più sostanziale, più va– sto, più durevole, per il raggiungimento di un beneficio vicino, ma ristretto ed -efimero. . Anche rigettando la dottrina che pone lo Stato come entità Il. sè; la quale sta sopra la Società e si sforza di so1tto– metterla e vive per un fine, pratico o trascendentale, affatto diverso da quello per cui lottano nella Società individui e classi o per cui -lotta la Società stessa come somma o com– binazione di individui e classi anelanti ciascuno al proprio massimo beneficio; anche rigettando - dico - questa dot– trina, è chiaro che i modi di vivere e di agire dello Stato sono sostanzialmente diversi da quelli del nucleo sociale a cui favore esso esercita le suè funzioni: O· sia tutta la Società, secondo una qualsiasi dottrina solidarislica, o sia in.vece una determinata classe sociale, secondo la concezione agonistica insita nel marxismo. La interpretazione materialistica non esclude, infatti, in– clude anzi, ·per la sua visione dialettica del fatti umani, le reazioni che i fatti esercitano sui loro fattori; che le crea– zioni politiche esercitano pertanto sui fatti economici da cui promanano. Per questo ·appunto il socialismo marxista è po– litico e non puramente sindacale, e addita al prolètariato anche la conquista dello Stato come mezzo per uscire vittorioso dalla lotta /economica che esso comballe. E l'idea della dittatura del proletariato, sulla cui esatta interpretazione tanto si è di– scusso e si discute .e si discuterà, implica certamente il con– cetto che il possesso dei meccanismi direttivi dello Stato possa servire, nel momento del trapasso, ad aiutare ed affrettare la distruzione del vecchio ordinamento economico-sociale e la creazione del nuovo. Lo Stato non è quindi soltanto un espo– nente di forze che operano su di esso, ma è esso stesso una energia attiva, capace di reagire su quelle forze e di influire sul risultato--della loro azione e dtl loro contrasto. A quesla più esatta concezione socialista dello Stato si rian– noda qualche punto fondamentale della polemica fra i segnaci delle due opposte concezioni (la riformista e la rivoluzionaria) del Socialismo. A propugnare il metodo graduale delle con– quiste proletarie, da attuarsi anche mercè transazioni ed ac~ cordi temporanei, i riformisti furono mossi essen.zi.alment_e da! concetto che, pur nell'inesorabjle destino della l?tta rec~– l}r'oca, le classi hann<_> anche qualche zona q'interess1 comum, oppure che v'hannò momenti in cui, non av•endo nè l'una nè l'altra parte la forza per prevalere, giova ad entrambe accet– tare una tregua nella lotta, la cui continuazione offrirebbe a ciascuno di loro un -pericolo di danno troppo superiore alla speranza del vantaggio. Ma ad alcune espressi?ni: carnt_te~i– stiche della loro azione « collaborazionista • (richiesta d1 in– tervento governativo in certe competizioni, opera volta a promuovere la legislazione sociale! appog~io ~ _det~rminati indirizzi di Go-verno e, in certi paesi, partec1paZ1one diretta al Governo) i riformisti furono mossi anche dal co~cet~o che lo Stato ha una propria capacità di iniziativa e d1 azione e può anche sottrarsi all'impulso delle forze da cui de~iva e _d? cui prende fisonomia e indirizzo, e può anzl - come s1 e detto - reagire contro quell'impulso, o fr~narlo, se esso si manifesta in modo istiirtivo,,.disordinato, chè possa compro– mettere la sicurezza e la tranquillità dell'ordinamento che lo Stato ha il còmpito ·dl proteggere. Da questa capacità di rea– zione nasce appunto la funzione equilibriatrice che lo Stato può compiere in determinati momenti, _e nasce anche - no– tiamo fra parentesi - il carattereellco della. sua azione. . • • * Al problema dello Stato nella dottrina marxista ~a de_di~ato un libro il dottor Luigi Dal Pane (1). L'autore, g1_ovan1~s1m~ (ha passato da poco i vent'anni), nutrito di saldi _stu~J, de! quali i lettori della Critica hanno potuto avere un sitggw nel– l'articolo che il D. P. ha pubblicato nel N. 8 del 1925, - è seguace della concezione rivoluzionaria, in appoggio della quale egli espone argomenti che anche a eh~ segue! conie noi, una diversa tendenza, rivelano serietà ~d acume ?' pensiero. Ma dalla passione di difendere la concezione propria egli si è lascia,to trarre ad una troppo ampia ~>Ol~mica_ contr~ iJ riformismo, la qua-le gli ha fatto perder d1 vista, m ce.rh - - (1) Luigi Dal Pane, La conce,:ione mar:c~st_icadello ~lato, con introduzione di Teresa Labr10la. - L1c1mo Cappelli, Bo– logna, 192~ pagg. 196. - L. 10. Biblioteca ~ino Bianco momenli, il problema essenziale che egli si era proposto di trattare. Ilo avvertito io stesso, poco sopra, che il problema della funzione dello Stato ha connessioni notevoli con la ge– nerale polemica fra e riformisti • e e rivoluzionar ii •; ma il Dal Pane ha dato troppo largo sviluppo a certi aspetli di questa polemica, che col pro~lema dellò Stato non hanno diretta relazione: per es., al generico rapporto tra riforme e rivoluzione, alla Iw12ione della violenza nella storia e, sopra tutlo, al confronto fra la concezione volontaristica e la con– cezione fatalistica dell'evoluzione sociale, sulle quali si inlral– ticne a lungo e lorna più volte, e che egli inesattamente con– sidera corrispondere rispellivamenle alla intcrpretaziooe ri: rivoluzionaria e riformistica del pensiero marxista. La trattazione procede cosi un po' frammentaria e non bene organica e coerente e si indugia su argomenti pole– mici marginali, anche là dove parrebbe voler arrrontare il problema nella sua intima essenza (come, ad es., nel cap. V, che ha per titolo la critica dell'interpretazione riformistica della teoria dello Stato di K. Marx). Per la stessa ragione l'A. è clistollo dal proporsi allri quesiti, che pure forma– rono oggetto cli vivaci polemiche e che sono strettamente connessi col soggetto ·fonda.mentale del suo stuclio: per es., quale s~rà lit funzione dello Stato in una società socialista o comunista; e - ricerca pH1 interessante e più •attuale• - se il sindacato operajio o le istituzioni parlamentari o quali allre istituzioni costituiscano l'embrione della organizzazione politica della futura società socialista. Pur con qu'esle mende facilmente spiegabili con la giovane età dell'Autore e che ci auguriamo di veder corrette in un ampio rimaneggiamento çlel lavoro, che merita, per l'impor– tanza teorica e pratica dell'argomento, cli esser ripreso, - il librò del Dal Pane è una buon;i promessa. Muo. PUBBLICAZIONI PERVENUTE IN DONO. Roberto Marvasi: Amanti e poeti. - Pagg. 128. - Roma, 1925, Libreria politica moderna (L. 10). Sergio Pa~unzio: Lo Stato fa-scista. - Bologna, 1925, L. Cappelli edit. (L. 7,70). Attilio Bara-del: Nei solchi dell'odio. - Pagg. 186. - Edi– zioni Toltaloni, Torinò_, 1925 (L. 8,50). Enrico La Loggia: Il problema demografico. - Pag$. 168. - Biblioteca di coltura politica. a cura d1 Franco Ciarlan– tini. - Milano, 1925 (L. 8). Pi'etro Kropotkin: Il mutuo appoggio; un fallare dell'evolu· zione; traduz. e prefaz. di Camilla Beroeri. - Pagg. 304. - Milano, 1925, Casa editrice sociale, Viale Monza, 17 (L. 10). Giuseppe Missio: Mammona e Dio. - Pagg. 278. - ì\lifano, 1!)25, Casa editrice Sociale (L. 8). Karl Kautsky: Rosa Luxemburg et le Bolchevisme. - Bnt– xelles, 1922, Librairie du • Peuple •· (L. 0,60): Emilio Colombina: Per la pace politica e sociale in Europa. Memoria premiata nel concorso italiano pe_rla pace. -:- ì\-Iilano, 1925, Edizioni della , Rassegna lnternaz10nale •, Via Passa- ,sarella, 20 (L. 3). . _ Gerardo Vernarelli: La capitale. - Pagg. 206. - Treviso, 1925, Cattedra italiana di pubblicità (L. 13). Una nu~va opera di Arturo Labriola È uscito il Voltaire e la fHosof ia della liberazione di ARTUROLABRIOLA, edito da Alberto Morano, in Napoli (L. 19). Ne diàmo il sommario: Introduzione; I. L'uomo Voltaire; II. L'espe– rienza inglese di Voltaire; III. Il su peramer_ito della Metafisica; IV. L'antichità; V. La satira .della civiltà; VI. Voltaire e il socialismo fran– cese del secolo XYIII; VII. Tolleranza. Appen– dice: Umanitarismo; VIII. Il significato storico e l'eredità della filosofia della liberazione; IX. Voltaire agli italiani. - Conclusione. Dell'opera ci occuperemo prossimamente. Dott. Giovanni Zibordi - Reda1lore responsabile lff. n,. WltoLllllil- IIWI(21) Yia.larNHrl, 2- Tll. 31-1Z4

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