Critica Sociale - XXXVI - n. 3 - 1-15 febbraio 1926

./ I t CRtTICA SOCIALE 39 STUDI RELIGIOSI · Potremmo dire tutti i nostri dissensi dal concetto fon– dame~tale di ques_to articolo-recensione: dissensi, forse_ più c~e d~oncetto, d1 )1omenclatura, ossia di chiarezza espres– s1_va,perchè non ci sembra giovi alla perspicuità iI par-lare d1 un~ • fede religiosa • che è diversa, estranea, quàsi contraria a tutto ciò _che si chiamò se,mpre • la religione • (salvochè non se ne parli per traslato ossia per retorica) il . ' I ' e rievocare un • dio •, che è cosl poco il dio di tiutle Je t;ad!zioni, da poter essere identificato (veggasi fine del– I ar~1colo) con la coscienza socialista, con la volontà di libe– raz10ne del proletarialo. Ma a che gioverebbe? La noslrn è Rivista ~i discussioni e c'tascun collaboratore - special– ~en~ se flrmat? - ha dirilto ad esprimere in modç>perso– ~ale 11suo pensiero personale. E vi è poi tanta parte di vero m questa reazione intellettuale di molti giovani studiosi al materialismo materialone che caratterizzò la filosofia bor– ghese degl,i ultimi tempi, da riconciliarci anche con la forma • reltgioso-dei,stica • di Prometeo Filodemo. . '- . (Nola della «Critica»). « L'età ~o_stra soffr_e_;per il divorzio che s'è prodotto fra_ la religione. trad1z;onale, irrigi·ditasi nella conser– vazione a? ogm cost? di valo:i superati, e i bisogn~ della coscienza e dell'rntelletto m una società di elevata cùltura_»: cos) ~cutamente inizia Ugo Janni la sua Apologia del Protestanlesim_o. « L'anima moderna ·aspi– ra, sebbe~~ confus~mente, a un ideale religioso che nella trad1z1one abQta la sua radice, non la sua catena, che del focolare antico non conservi la cenere ma la fiamma. La religione che essa intravede com~ ca– p_ace di soddisfare le sue aspiraz:oni no~ è un ferreo sistema di dommi immutabili, ma una potenza di vita un~ forza creatrice di sempre nuovi valori etico-sociali' una energia divina non solo atta a santificare l'esi~ stenza individuale e ad introdur-la nella luce dell'im– ~o_rta~ità, ma aLtr_esì capace di accompagnare l'urna~ mta frno al termme della sua ascens:one fino alla conquista della piena immanenza della su~ vita ». In una parola, quel che abbisogna all'umanità è la reli– gione, è la fede, che l'insufficieaz.a di una data reli– giom~, di una _<;latafede hanno gravemente colpit~, e che indarno s1 è· cercato di sostituire con uno scien– tificisn:i-o che ha fatto, per fortuna, il suo tempo. Risolvere questo dissidio per entro i confini stessi del Cattolicesimo da· cui esso è scaturito, è stato il tent3:tivo di_ Loisy, di :ryrrell e, in generale, del mo– dermsmo ncollegantes1 poi al movimento filosofico che facea capo in Francia al -J3londel e àll'Ollé-LaJ · .J>rune. No~ era tuttavia quella la direttiva del tempo: la democrazja borghese allora imperversante, medio– cre e scettica, si orientava in un senso diametralmente opposto alla Chiesa -ufficiale e a tutto ciò che aveva parvenza di Chiesa costituita. Per essa tutto fu buono per assumer veste di religione sep-pellitrice del Cristia– nesimo: dal culto della Ragione degli illuministi a quel– lo della Scienza,· che i Sansimon:ani diffusero ben al di là della loro scl,lola; dal buddhismo, che godè in un passato abbastanza recente i favori della moda, ad altre forme di misticismo orientale che allicrnano pur . ' o oggi presso gli esaltati ammiratori di Ghandi e di Ta- gore _epresso i c_osiddetti teosofi; dal teismo razionali, steggia°:te ~ella democrazia più o meno massonica, agli evangehsmi sentimentali di certi socialisti. Confusione insomma, a toglier la quale non· basta nè l'indifferenza dello scettico, che su tutto e su tutti sparge un beat-o e spesso boot.a soi·riso, nè l'orgoglio pretensioso dello scienziato, che oppone ai tormenti della fede la van– tala certezza d·ei suoi postulati. ,}d eliminare questa confusione mira appunto la col– lezione delle 1tpologie, certo una delle più belle ed utili di cui- la genialità dell'editore Formìggini abbia arricchilo il mercato librario italiàno, seppure, com'è naturale, non esente da difetti. Di cui il primo è forse . questo: che la forma apologetica non po tea convenirsi Biblioteca Gino Bianco · · del pari a tu~te le religioni. Poichè essa presuppone, ove non vogha essere fredda esercitazione scolastica un }lito di/ fede; ma non tutte le religioni possono oggi a~ 1vare la face della fede. Esse sono momenti, ormai superati, in cui questa è venuta manifestandosi: eterna ~ s~lo 1~ fede. Ricercar questa in quelle poteva ess~rn 11 compito della collezione in esame mostrare in esse questo quid di,eternamente vivo, al tli là delle caduche forme !n ~ui si esteriorizzò, seguire insomma il pro– cesso _disv1lup~o. dello spirito umano. ~la invece questo non ~i è otlenULO, e forse non poteva ottenersi: l'opera con~1?erata nel su? complesso, è riuséila slegata, csscn~ dosi 1 v_a~ì aut~n troppo attaccati alle particolaril:\ della r~hgt0ne di[esa, oon sacrificio di quanto vi era in esrn d1 veramente immortale. Cosl il Taoismo è riuscilo un bel sacrnio informativo al _quale no~ si saprebbe negare anch~ 0 un certo valor~ cnlico, ma rndarno vi cerche1·ebbe il lettore le vibra– ~io?i d_iquella f~de che commosse, or sono 23 seco11, 1 ~m~s1, dei quali anzi nulla ci dice l'Autore. E lo stesso d~cas1 del B_uddhismo, a cui va imputato anche un difetto magg10re: quello di ridurre questo conato eroico dell~ volontà umana, che si nega nella contingenza del– la vita terrena per affermarsi nell'assolutezza del Nir– vaqa, ad una superficiale e staccata enumèrazione ddle caratteristiche più appariscenti e ad un· vuoto elenco di precetti morali, pertinenti più al senso comun(! che alla profondità della dottrina buddhist· ca. , Ma pili che a questi fior, esotici, l'interesse del lettore e certamente rivolto ai saggi che riflettono la storia del nostro pensiei:o, che seguono lo sviluppo del mondo mo~erno. L'Apologia cjel Paganesimo e quella clell'E– b:a1smo dovrebb~ro appunto guidarci nei primi passi d1 questo non facile cammino: dare: il primo la visione chiara dell'ideale pagano, ideale di equilibrio e cli sag– gezza, che cerca la bellezza nel1'ordine e la perfezione nell'~monia, ?el Cosmos, ideale che dovea più tardi sorridere a GJ:orgio Hegel ricercante nell'arte e nelle istituzioni ch'esso avea espresso la realtà del suo so– gno di compostezza serena; mostrarci il secondo la _profonda originalità dell'anima ebraica, tenacemente attaccata .alla concezione del Dio unico, geloso e severo custode della sua assoluta unità e universalità· dirci -entrambi come questa concezione di un Dio 'unico ed universale, che è assoluto Spirito venendo ad ani– mar~ quella visione di armon:a co;mica, schiudesse la via all'affermazione crist:ana, all'affermazione cioè del Dio-Uomo, del Dio che è autocoscienza dell'U– manità. Invece il Costa ci ha dato una Apologia del Paganesi– mo forse troppo apologetiea, che, se da un lato ho:1 il merit_o di eLminare certi luoghi comuni. già troppo sf~l:1tta~1,_ha però il torto supremo di ignorare le giu– shf1callss1me accuse di ibsufficienza mosse al Paga– nesimo, insuffic:enza che non consiste certo come . ' . , seco~do lm, pretenderebbero gli avversari nell'assenza d . d .. ~ ' 1_ ogmi o rivelaz:oni che risolvano i massimi proble- mi, ma nell'assenz~ invece di questi problemi, che esso Paganesimo non si pose perchè non penetrò nel vivo dell'umana coscienza. I tormenti che l'affliggono il dissidio doloroso che ne è la tortura e la salute n,od giunsero presso i Gentili a consapevolezza chiara, _onde l'affermazione del Costa: « anima naluraliler pa– gana )}, la cui dimostraziohe è lo scopo detropuscolo - del resto vivace e degno di esser letto - ci trova pro– fon"damente dissenzienti. Quanto al Lattes, una certo fta le migliori penne dell'ebraismo italiano, è indubitato ch'egli ci ha dato un libro veramente bello . .Ma esso, che vive tutta la tragicità dell'epoca nostra ed attraverso essa rivive l'esperienza dolorosa dell'Ebraismo, ne ha scritto un.1 Apologia che non corrisponde più alla filosofia dell'.\.u– tico Testamento. L'immanenza di,D;o, inteso come Spi– rito autocosciente del mondo, attuantesi nell"Azione che è il bene, è un'idea non certo conforme alla vera concezione dell"Ebraismo, il quale ha un suo D:o tra– scendente, che dà, esso, agli uomini 11na morale ete- /

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