Critica Sociale - XXXV - n. 21-22 - 1-30 novembre 1925
280 CRITICA SOCIALE ------------------------------------ ____________ _____. Marx non ha mai delto che il Comunismo sia lo stato migliore dell'umanità. Non si tratta di dire che il Comunismo è la sola forma razionale della società, ma che il Comunismo sarà razionale · quando sarà necessario. Esso si presenta come fa– tale -riso,luzione di un processo storico. Finirono, è vèro, il Cartismo, il primo movimento proletario tedesco, la Comune parigina, ma in trent'anni si poteva trasformar,e uno stato sociale che dura da secoli?. (7). Se in Germania non è ancora sorta la rivo– luzione- proletaria, vi è però nato il capitalismo che, al tempo del Manifesto, non c'era. Anzi, il impedimenti posti al trionfo del Comunismo sono la ripr,ova della verità della dottrina ( 8). E i;:>ur,e il movimento Cartista ha ser, 1 ito a produ'rre l'abo– lizione del dazio sui grani, la prima introduzione della giornata di otto ore, ecc. Il Comunismo non pretende di dimostrare ·che la ·sua dottrina è la sola vera, la sola giusta, ma che, alla stre~ua delle condizioni attuali, non ve n'è ·altra possibile. La dottrina della interpretazi,one materialistica della storia è arrivata a questo punto che non può es– sere co,rnbattuta che con le propri,e armi. Gli utopisti, dalla HinascBnza alla Rivoluzione francese, '.erano tali pcrchè dai contrasti di classe ritraevano una suggestione a immaginare a loro modo una società fondata, o sulla giustizia o sulla l\guaglianza astratta, ma ignoravano la leg– ge della formazione (' accumulazione della ric– chezza. La imperfezione degli ideologi sta in ciò, che essi saltano dalla critica alla concezione di un mondo nuovo. S'intende pertanto che qui non è il caso di parlare di prGYrdibililà. Poichè essi parti– vano dal- concetto dello stato ottimo e, trovando la società mal,e organizzata, ritennero bastasse che pochi ·bandissero i I disegno di. una riorganizza-. zione secondo principìi ideali, perchè tutti li se– guisserd. Ma, in tal modo, essi prescindevano dal– Ja critica e dalla politica. Marx, invece, partì dal princip,io del necessario adattamento dell'idea alle condizioni di -fatto. Nell'aver ritrovato nel modo di funzionamento effettivo e reale della forma economìca (che è, nella presente età storica, il capitalismo) il p:rimo motore della vita sociale, sta la essenza ~iella sco– perta compiuta dalla dottrina del socialismo scientifico. Da questo fondamento nasce la pos– sibi.ità di previs10ne del futuro assetto sociale, che è già _preannunziato nel Manifesto dei Comunisti. Quando infatti esso dice (§ II) «, il capitale non è u~a fo~za personale, ma f U!}a forza sociale », contiene m germe le conclus10m che Marx esporrà nel libro uscito· 20 anrii dopo, Il Capitale. . Il prob:ema della prevedibilità st_a dµnque in c10: nel calcolare tutte le forze costruttive e di- , struttive della società, per vedere se si fanno equi– librio; perchè il gforno in cui non si faranno più equilibrio e le seconde prevarranno sulle pri, -me,·comincerà la rivomzione. Marx n:revede che la soci-età futura sarà coum– nisticll. ma non ·orevede che il fatto avverrà co.d il>, ~O'<Ì. nerchè la configurazione complessa de))!> "oc.ietà europea sfugge alla possibilità- di una v; sione singola. Tanto meno è possibile tracciare ,,n cmadro preventivo dell'ordinamento che avr.,_ (7) Così è detto négli appunti, ma - pensiamo - ·non esattll:111;ente.Una tale osservazione sarebbe infatti in con– ~radd1z1one con_ lut.ta la concezione marxista rigidamente u~terpretata e segu~ta dal Labriola, per la quale 1~lunga durata d1 un assetto . sociale non è un elemento della sua solidità ma è_anzi con~izione per cui si siano in esso sviluppati i gernu. della ~oc1età nuoya che ddvrà'. uccidere e sostituire la vecchia: per 11che non e breve, se le condizioni sono mature lo spazi.o di ,trent'anni. ' ·. (8).P~nsiamo voglia alludere alle persecuzioni bismarckiane, 11 .. cm msucc~sso era stato eloquente riprova dell'i.nelutta– b1htà del movrmento ·socialista. BibliotecàGino Bianco la società nel Socialismo· - il quale 11011 è se non una forma particolare dell'ordine sociale - appimto perchè le previsioni particolari sono im– possibili in quanto troppo complicate sono le con~ tingenze storiche anche in un piccolo ambiente, come potrebbe essere la Grecia. Per questo nel– la_ dottrina socialista sono possibili molte illu– sioni e saranno necessarie molte alterazioni; le quali porteranno a correggere ·molti errori. Il Socialismo non significa abolizione della pro– prietà, ma socializzazi,one della proprietà. Qui non si tratta di un fatto che si combina da un partito, da .una setta, ma è il portato delle forze stesse che fanno la storia. Fin qui può arrivare _la pre– vedibilìtà morfologica, la determinazione dei par– ticolari è da abbandonarsi alle forze operose della storia. Ma questa trasformazione, questa Rivolu– zione proletaria, come sempre Ma~:J5:, l'ha chia– mata, e non sociale, perchè sociale è tutto ciò che avviene nella società, non avverrà, secondo il Ma– nifesto, pacificamente. Di queste trasformazioni pacifiche compiute per concessioni dei dominatori, la storia non ne conosce. Nè, per altro, Marx par– la mai di una rivoluzione da farsi, da dichM.rare, da doversi y,ol,ere, ma di una rivoluzione che ne– cessarianiente. verrà, se continueranno le condi– zioni pi·esenti della storia. Infatti Marx, con la interpretazione materialistica,. non ha detto che la storia sia un risultato della nostra volontà, ma che gli uomini hann0 cambiato volontariamente dopò che si sono trovaU nella necessità di do~ 1,?er cambiare ( 9). E compHo della politica cogliere l'occasione in 1 cui le forne sono in movimento, per servirsene al fine che si vuol ra,ggiungere. Marx, come era i:n tutta la. sua attività di studioso, sempre un sol uomo, quale filosofo, quale economista, quale pub– blicista polemico e critico di Lassalle, tale è stato anche nella sua attività di uomo politico. Egli è stato ,un feroce nemico di tutte le tirannidi di . ' tutte le monarchie, di tutti i dispotismi; perciò, si è tr,ovato ad essere vero internazionalista. Marx hà av'ut-0un senso squisito del valore rela– tivo dei popoli d'Europa, in quanto potevano con– servare e preparare il movimento unitario 'inter-– nazionale. Egli non era un dottrinario; non ha. :mai contrapposto uno schema astra:tto di una po– litica socia1ista alla politica che si poteva con-• cretamente svolgere in ogni singolo paese. Que– sta èompléta sua capacità di orientarsi nella si-– t1;1a~ionereale dei vari paesi, ha f~tto s~ eh~ eglii s1 _sia sempre trovato d'accordo coi partiti di op– posizion:e, eh.e lottavano nei diversi Stati dL Eu– ropa. Questo spiega come, senza di lui l'Interna– zionale non sarebbe andata innanzi. ' Q1;1~sta polit!ca; c_h~ risulta dalla vi~ione dei.rap- . porti mternaz1-0nah, e stata d'allora m poi la gui– da del Pai;tito socialista, e sempre si è tornati su questa lmea della connessione con riferimento alle condizioni politiche di ciascun paese. ~arx !ondò !a sua politica. sugli stessi principii sm quali ·fo;rido la sua dottrma economica. Già .dal 1848, nel Manifesto dei Comunisti ·si trova esposta questa tesi fondamentale: c'è ~na tendenza alla accum~lazione capitalistica per ef– fetto della quale la ricchezza si accentrerà in ma– no dL pochi e aumenterà quindi progressiva– mente il numèro dei proletarii. Il giorno che da questo processo scaturiranno le condizioni e le . (9) Anche qui, come in altri passi dei noti saggi del Labrio– la, è data, al processo dialettico in cui Marx fa consistere la storia, l'interpretazione che si ricava dalle famose glosse a Feuerbach, e specialmente dalla terza; mentre.una famosa fra– sé del Labriola, • l'autocritica delle cose », parrebbe escludere dal processo dialettico l'influsso attivo della volontà. Su di che si veda R. Mondolfo, Sulle orme di Marx, Terza ed. vol. II e specialmente i primi tre saggi ivi raccolti e l'ampio' scritto ~u Feuerbach e_Marx.
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