Critica Sociale - XXXV - n. 21-22 - 1-30 novembre 1925

CRITICASbCIALE 279 nico, sorse e fu gloriosa, prima ·che altrove in Italia. • · Una rapida mutazione economica si potrà avere· in Italia, quando l'elettricità potrà sviluppare la tecnica in luogo del carbone. Questa-tecnica, seb– bene venula tardi, potrebbe sempre farsi un nuovo mercato, specie colla tendenza di tutti gli Stati ad estendersi nell'Africa e nell'Asia. Carlo Marx, nella prefazione alla prima edi-– zione del Capitale, dice che una gran parte del-. l'Europa contineRtale deve soffrire, « oltre i mali dell'epoca attuale, una lunga teoria di mali ere~ ditarii proveI;J.ienti dalla sopravvivenza di metodi antiquati di produzione, col loro seguito di rap– porti sociali e politici contli'arii allo spirito dei tempi». · . Tra lo spirito pubblico latente, e la vita politica di questi 34 anni dell'Italia, vi è stato un malin-: teso, un dissidio continuo, che non ha permesso il sorgere di 'partiti _politici. Dopo U laborioso pe– rio,do parlamentare che va. dal '60 al '70, la nostra situazione ha prodotto incertezze degli uomini, e perciò l'Italia va sempr~ più diventando la terra prom~ssa dei ciarlatani politici. In un articolo scritto molto_tempo fa nellaNuo– va Antologia, il prof. Salandra diceva che gli Italiani molto chiedono allo Stato e poco gli vo-· gliono dare. - Tutte le forme di democrazia, di in;iposte, di finanz~ di controllo ecc., vigenti nell'Italia del Medio .Evo e della Rinascenza si obliterarono nel secolo XVI. Il- nostro Parlamento è stato intro- · dotto per èombattere un potere regio che si cre– deva potesse divenire tirannico, ma non ha ·ri– preso il posto degli antichi Parlamenti italiani, ad esempio quelli che furono fn vigore nel pe– riodo dei Comuni. Parlamento vero vi sarà _quan– do si avrà conflitt9 chiaro di interessi, e gli uni si' schiereranno dalla parte dei forti e gli altri da quella dei deboli. · Per questa mancanza di un Parlamento quale si deve avere, è vero ciò che il prof. Salandra affermava. · Noi siamo venuti .a Roma quando il Papato po– teva ormai fare a meno del potere temporale. Ve~ diamo, infatti, che if Papato esiste fottora. Rin– novato dal concilio di Trento, esso era abbastanza potente per rimanere arbitro i:Q.più cose. Così, sotto i Governi assoluti, indiscussa era la potenza papale. Dichiaratosi lo Stato indipendente dalla religione, allora è sorto quel partito clericale, che · · si propone appunto di tutelare nell'attività dello Stato 'gli interessi della reli~ione e prima non ave– va pertanto alcuna ragion d essere. L'avvenire d'l– ta-iia poggia su queste tre basi: una rivoluzione industriale, un partito politico agrario, un par– tito politico cattolico militante. La scorsa fatta attraverso la storia d'Italia ci ha servito per dimostrare in che consiste la storia attiva, e quanto, per l,o studio della storia mo– derna, è necessario riandare al. passato; e ci ha servito anche a spiegare ciò che l'Italia è, e non quello che taluni vorrebbero che fosse. Il -col– locare l'Italia al suo vero posto ci ha servito rn– fine a dimostrare che nella storia c'è lo svia– mento e la decadenza, e che~ uscendo fuori dalla politichetta, si può scientificamente studiare il perchè di certe determinate condizioni: Nell'Italia, attraverso i secoli ,è successo lutto ciò che è successo nelJa storia universale, perciò il suo stato è di non conoscere la propria storia. L'Italia è ancora ammirata esteticamente dallo straniero,. Ed è un fenomeno singolare che l'Italia ha obli– terato talune forme ingenue del contadino. Non abbiamo il proletario, ma l'artigiano perfetto. La rinnovabilità della borghesia non cesserà BjbliotecaGino Bianco che q·a.ando si sarà formato un vero proleta– riato .( 5). Fino a che punto -la storia è prevedibile Il socialismo non promette un avvento utopi– stico, apocalittico, voluto, ma un avvento che si predice entro i limiti in cui nella storia è possibile prevedere. Augusto Comte, caJ?o della nuova scuola positi– vista, ·è ·nemico del principio della preyedibilità. nella storia e n~ga il carattere scientifico della: storia, in quanto egli aveva il pregiudiziq che non è scienza qùella in cui non è applicabile .il pro– cedimento matematico. Prevedibilità nella storia non implica la pre– cisione di un conto, nè !',esattezza meccanica con cui si possono prevedere i fatti astronòmici; si tratta di prevedibilità morfologica, çhe significa ricondurre il complesso delle condizioni coesisten– ti in un dato momento_storico aHe leggi ·di vita e di sviluppo degli or~anismi. . . . · . Date certe condizioni di relazione, accadono certi fatti che ne sono effetto. La società non è identica all'organismo umano, perchè è composta . di individui viventi ciascuno di per sè; ma quando più individui si trovano assieme in certe condi– zioni _comuni, si ·creano una forza che agisce su-. ciascuno di loro. Il Manifesto dei. Comunisti ci dice che la pre– sente società è nata dalla dissoluzione della società feuda_l,ecorporativa. Non si tratta di una nuova specie umana che sia nata, perchè è stata la dissoluzione stessa del vecchio organismo che ha dato origine alla società nuova. Cioè, ad esem– pio, in una corporazione certi maestri debbono es– sersi fatti potenti ed aver ridotto i loro dipendenti in condizione di salariati. Come la società borghese è nata dalla società feudale senza che ciò accadesse iri uri giòrno,-così si a.mmette che la società capitalistica ne pre– pari un'altra dentro di sè, in quanto accumula e accentra· .capitali, proletarizza la classe dei pro– duttori,· allarga il mercato, aumenta le possibilità di crisi. Se la società continua a vivere così, è il suo stesso procedimento internò, non un fatto esterno che ne determinerà il cambiamento. Se il procedimento si regge,· ciò è fatale che avvenga. La sola presunzione della dottrina si è che da· ora in poi il processo proseguirà sempre sulla via del progresso. Gli ideologi ed i soggettivisti che criticano que– sta dottrina Yorrebbero sapere quan_do ci saTà il Comunismo (6) nel mondo. Invece, non si tratta che di prevedere i1 principio direttivo. La forma della sodetà comunista sarà caratterizzata dalla eliminazione della forma capitalistica. Non si tr.at– ta di un ritorno a una forma antica, poichè il Co– munismo è concepito come il risultato dello svol– gimento storico prodotto dal crescente sviluppo delle forze produttive. - (5) Questi periodi che precedono presentano ·qualche dif– ficoltà e incertezza di interpretazione. Pare tuttavia che il Labriola voglia dire: • Nelio studio della storia d'Italia si è tenulo assai più conto di ciò che essa ha avuto di comune con lo svolgimento storico degli altri paesi, che non di ciò che essa ha avuto di peculiare. Perciò l'Italia conosce poco la sua storia e meno a0:cora, naturalmenle, la conoscono gli stranieri, che l'ammirano solo per le sue bellezze artistiche e naturali. Anche nel valutare la situazione presente (del 1893-94) dell'Ita– lia, si è dimenticato che essa, tanto nel campo della produzione industriale, quanto (e più) nel campo della produzione agri– cola, non ha ancora una strullura capitalistica, ma conserva con larga prevalenza le forme dell'artigianato ... Perciò non è prevedibile in essa un prossimo tramonto del predominio borghese, possibile solo quando si sarà formato un vero ' proletariato ,. (6) Superfluo avvertire che qui e in a-Itri punti la parola • comunismo • è usata solo in riferimento alla termin<:Jlogia del Manifesto di Marx e Engels, senza il più lontano rapporto con la particolare significazione oggi attribuita alla parola,

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