Critica Sociale - XXXV - n. 20 - 16-31 ottobre 1925

CRITICA SOCIALÈ Quella 1-elleralura, malurala alla fine d'uno svi- grandi dottrine, nè dei grandi pensieri, nè dei luppo cullurale dello spirito franc~se, che, tanto grandi uomini. Il Medio-Evo, l'antichità, il cr.i– nel campo ·delle pure letLerc, qnanl,o .nel campo s-lianesimo, e anche l',ep.oca sua, e poi Pascal, ~fon– de! pensiero astratlo (Carlesio, Malebranchc, tesquieu e lo slesso Rousseau: ma egli non li Montaigne, Pascal!) aveva ormai toccalo i cul- comprese. Li descrisse, li invertì, li circuì, li de- mini più eccelsi dell'indagine ,e dell'arte di espri- molì, finse ammirarli, li ·odiò~ li colpì, li esaltò~ mere il pensiero; formatasi sotto la protezion(' a YoHe, secondo gli umori, secondo i momenti. cl'ùn'aristocrazia, che, pervenuta dai nuovi èeli senza ricordare oggi quello che ne av,cva detto ieri, borghesi, sap,eva di non polcr consentare più uul- lui, lo s·criUore enciclopedico ed instancabile che la, e perciò punto si preoccupava delle consc- cominciò a verseggiare a 18 anni ( 13) e terminò di guenze pratiche d'un pensiero auda~; in con- scrivere ad 86. Egli può essere una pioggia ai comitanza d'uno sfacelo dello Stato tradizionale, scintille, non sarà· mai una fiaccola dell'umanità. non più illustrato dal' folgore dellie vittorie; in È vero che una pioggia di scintille che precipita corrispondenza di una situazione sociale, che, con incessantemente. per oltre setlant'anni, quanti se lo spettacolo delle miserie della massa, spingeva il ne possono assegnare alla sua attività di scrittore, pensiero alle soluzioni più estreme; quest~ let- fa più luce e meno fumo di una fiaccola, ed è ui11, teratura fu rivoluzionaria in sè, senza preoccupar- incanto per gli occhi. l\fa restiamo nella meta– si troppo chi o q1.1aleclasse e se tutte le classi ,o fora: fiacoola no? E non siamo allora innanzi nessuna class-e dovessero della rivoluzione avvan- ·ad un singolarissimo enigma storico? laggiarsi; sovversiva, perchè evidenlemente tullo IL giuòizio dei coniemporanei non conta sem- ciò che esisteYa meritava che non esistesse, e so- pre; conta in una certa misura e quando assume stanzialmente prolelaria per l'oyvia ragione che orrte forme. Nel 1755, a _sessant'un anno, stabilit0 soltanto chi patisce lulli i mali della società può a F<"rncy, sopra quallro feudi contigui comprali essere interessalo a cambiarla ed a fare una ri- da lui, e che si estendevano nel medesimo lempo voluzione radicale. Ecco perchè a· questa ]{'lte- su due regni e due repubbliche, cioè sui tcrrHori ratura i-1 rivoluzionario ritorna s,cmpr-e con amo- di Francia, di Ginevra, cli Savoia e cli Svizzera; r·e e con gioia; ed anche ad un s-ecolo e mez- egli divenne, per la sua azione e per il suo influsso: zo di distanza ci trova moltie cose che gli occor- il Yero padrone del mondo. Il secolo cli Voltaire! i•òno. Chi quel secolo lellrrariament,e rappresentò Egli ebbe per cortigiani tutli i re delJa terra. Il (n~m è, il secolo XVIII, il secolo di Voltaire?) e papa stesso, abbagliato, ma11dava da Roma la sua - quel sovversivismo letleràrio incarnò, ha le· arie assoluzione al « caro figlio Voltaire ». Il non es– cli un buon borghese, amico degli agi, doi comodi sere in corrispondenza con Fcrncy era la più e dei quattrini, punto ami.oo del chiasso s0tlo ]e grande prova di barbarie, che si pol-esse citare s11efinestre 1 e lutto inlimo di re, di- banchieri, di contro un monarca o un princip~. Soltanto il V('C– grandi dame e cli dame cli alcova; si dice persino chio sultano Mustafù ebbe l'inciviltà cli non man– alieno dalle rivoluzioni, e disposi.o - si dice - 'tlargli i suoi' omaggi, irrilato probabilmente per– ad accontentarsi di qualche mediocre riformetla chè il M~omelto di Voltaire era un sempJice uomo am:ministrativa (11). Ma quando a quel s~co}o si e non un mess-0 di dio. Ma Vo}tairt si prendeva la rilorni e l'opera gigan~escà cli costui si squaderni 1 cosa con alliegria: « l\fousLap11a, caché dans son in un lampo inlcllelttiale, innanzi al proprio spi- palais, bai11c, n'a ricn à faire, el ne m'écrit ja;- rito, allora la cosa cambia aspetto, non senza per mais ». --:- Questo i contemporanei; rna, un mez- altro che 1'0sli ,un pJ.•,oblema.-Si tratta acle·sso di zo secolo dopo la morte di VoltaiFe, il più freddo comprenòierlo. cal-colatore che. si sia mai conosciuto, il TaUey– rancl,· non. parlava mai di una sua visita a. Vor- . Pioggia di scio tille o fiaccola? . La ire, fattagli 'in giovinezza, senza commuoversi. Faguet, da bu-0n conservatore, non ripsce a rac- La sua fode negli dei, negli uomini e ne,i :principiì capezzarsi. Vollaire aYeva delle qualità' (- si con-· era ormai spenta; ma credeva anfora in Voi– cede; e si capisce che quelle letterarie le, av-àa taire. « Se Ferney non fosse stato reso alla Fran– luUe - ) : pietà umana, compassione, sdegni elo- eia, io non avrei mai firmato il trattato di Vien– qucnti e sinceri. Ha scritto dieci memorie per ria- na »·. E lo scrittore, che 1Si era fabbricato un bili tare Calas, una Yentina p,er De Morangiès, che nome ( 14), ebbe la soddisfazione di v.eder creare non fu una vittima del fanatismo; ha difeso Si- col proprio nome un sostantivo ed un agg,etth·o: mon, La Barre, Lally; ha profuso in quest'opera '< Yoltairianisme » e << voltairien », entrambi am- di rivenclicazi.one. giudiziaria e morale tesori di mcssj nel vocabolàrio della Hn.gua francese ( 15), energia, d'intelligenza, e quattrini, lui, che in fon- non solo, ma in•quello di-quasi tutte le lingue lei– dg sapeva apprezzare il denaro. « J'ai fait un peiz terarie. Persinò,nel Censore di Gogol « Volterian– de bien, c'est mon meilleur oli.vra,qe »: è un bel zi » è qualificalivo cli rivoluzionario. Ad ogni uo- vei-so di Voltaire, ed è anche vero; nessuno con- __ _ testerà a Voltaire. il bene che egli ha fatto come- difensore delle vittime del fanatismo, degli op- (13) La sua prima ode desJinata alla pubblicità è qniella . per il covo di Nolre Dame di Parigi, del 1712. Ma Duvernet :pressi,. ~om,e amministratore serio ed ordinato, pretende che egli faceva dei buoni versi sin dall'età dei come rigeneratore dei propri contadini, come cri• 12 anni! Compose versi fino a p.ochi giorni prima della morte tioo benevolo dei giovani, l-0ro ordinatore e loro che avvenne il 30 maggio 1778. ' guida. « Mais quand on revient à l'ensemble i I (14) Si sa che il nome di' famiglia di Voltaire, era Arouet. - ,. · d , , • · • · ' Donde venne quel « VoHaire »'1 L'abate Nanotle dice che è r~msp_1re pas une gran e venera!1~n, m admir~- t'anagramma di Arouet, aggiuntov1Jdue lettere, I. j. (le· jeune); l.l_onb1en: profonde » ( 12). Perche ?. Era uno sp1· - ma sarebbe uno strano e ,zoppicante anagramma (Les erreurs rito Jegg1ero che non penetrava,al fondo n'èdellie · de ':oltai~e, Lyfn, l.Ti'0, yol. I, p._198). - È più probabile che abbia rag10ne l autore dei Souvenrrs de la marquise de Créqui il quale pretende che Voltaire è un'alterazione di « Veautaire; (tl) • Consei>vatei.1r arclenl et inquiet ,il a horrcnr de toule• grande révolntion clans l'.irtifice- socia! ~t memc de tonte théo– rie polilique ~énérale et profonde ayant pour mérile et ponr d~nger de pcnélrer et _partanl d'ébranler, en pareille ma– t1~re, _le foncl des choses •· E. Faguel, Dix-huifième siècle (\ o_lla~re) 1 p. 2H. - ~vece un tedesco; che l'ha capilo, scri– v~ra .d1 ln1: • E ve_nuefmalJ~1cnte \'oltain', che non ebbe paura d1 n11lla, e ".1011 r1~11ascq1a1 a mezza stra1la ,.. L Popper-Lii,– keus, Volta1re 1 eme Chaa·akt,eranalvse; \Vien un<l Leipzig Hl25, pag. 254, . ' (12) Faguet, Dix-huitième siècle, p. 240. BibliotecaGino Bianco 'piccolo podere ereditato dal giovane Arouet. Infatti egli firmò per molt~ tempo • Ar~met de \'oltai~e •· - Una terza ipotesi e che egh prendesse 11 nome, con beve alterazione dai pro– tagonista d'una tragedia del XVII •secolo: Balde, 'reine des, Sarmales ». d~lto Voi/are; questo l'ollare di B(Jlde è una specie di Etlipo, che minaccia i sacerdoti e vuol comprare i loro segreti a peso d'oro. C'è qualche cos~ del carattere del nostro. (15) Littré, tiel sno grande Dizionario della Lingua francese alla parola vollairianisme, spiega: « espril d'incredulité rail: leuse à l'égard du christianisme ».

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