Critica Sociale - XXXV - n. 20 - 16-31 ottobre 1925

268 CRITICA SOCIALE bene a non fidarsi delle cifre e a chiedere piuttosto mo.no !ITafie su determinate località tipiche ~venti un'c~n omi~ aoraria uniforme; ·monografie nelle qua– li anzitullo bis~onerebbe esaminare, nel loro sviluppo, le condizioni tecniche, economiche, demografiche ddl'ambiente còme elemento per illustrare la situazione della ,'proprietà. 2.o - Un'analisi del fenomeno del I razionamento. - Il frazionamento dei latifondi. - Le riforme agrarie. In li11C'n generale si può affermare che il numero del– le aziende agrarie va aumentando in .tutti i Paesi del mondo - da quelli a popolazione densa dell'Europa occidentale, a quelli a popolazione rarissima dplle Ame– riche. ì\f:1, quando noi abbiamo fatta questa oonsta– l;.uionc, non abbiamo fatto che un primo passo, bei~ lontano da una conclusione relativa al prolilema dei rapporti fra la esistenza della piccola azienda agraria e il principio della socializzazione della terra. Tl fenomeno del frazionamento del terreno presenta caratteri diversi secondo le condizioni dei Paesi dove esso si errettua. Più spesso esso avviene a spese di grandi aziende organizzale e funzionanti srconclo sistemi di collur~ esl,cnsivi (1). La ragione d'essere della pres~nza d1 queste µraneli aziende (l,atifondi) è anzitutt0 nella scarsa popolazione unitaria e, in segnito, in nn com– plesso cl-i condizioni tecniche ed economiche (diffi,– collà cli trasformare i sistemi) e sociali (interessi co– sliluili che si difendono). Ma l'addensarsi della popo– lazione crea ed aumenta ogni giorno - ove l'emigra– zione non intervenga ad eliminare l'eccesso di braccia e di bocche - lo squilibrio fra i bisogni della collet– livit~1 (bisogno di lavoro e bisogno di pane: che sono poi la stessa cosa) e lo staio scarsamen~e produttivo della terra. Ne deriva una pressione della classe lavo– ratrice, che scoppia di qi1ando in quando in agita• zioni anche violente (moli di Sicilia del 1894; occupa– zione elci terreni del 191P e 1920) e crea- la ncce.ssità di provvedimenti. Le riforme agrarie in diversi ,Paesi dell'Europa orientale e centrale (Russia, Lituania, Po– lonia, Tzecoslovachia, Rumania, Grecia, ecc., ... e ten– tati~'O in Italia) sono prodotto di un tale stato di cose. Queste riforme ag1;arie tendono appunto a frazionare - a buone condizi,oni (2) - il latifondo, che è la espres– sione \1alurale·dei sistemi estensivi. Accanto al frazionamento, favorito clall'interve1rto statale (diciamo favorito e non creato: in fondo non si fa che accelerare, facilitare una tendenza al fraziona.– mento, che è imposta dal naturale svilupparsi del'la vita sociale), c·è il frazionamento che si compie spon– taneamente. L'inchiesta parlamentare sulle condizioni dei contaclirii nelle provincie meridionali e nella Sicilia - che va diventando vecchia, come l'Inchiesta ]acini, senza essere stata letta - documenta il fatto impor– tante del frazionamento dei terreni dovuto sopratutto. al ritorno degli emigranti. Ognuno di questi, tornando (1) Un richiamo opportuno, se anche scolastico. Di solito si considerano solo due categorie di sistemi. colturaJi: gli esten– si11i e gli intensivi. Ve ne sono almeno lre: a) Sistemi estensivi: nei quali relemento terra predo– mina su lutti gli elementi della produzione. b) Sistemi attivi: nei quali !'-elemento lavoro ha preso una parte prem"inente nel meccanismo produttivo. c) Sistemi intensivi: nei quali all'elemento lavoro si asso– da, in misura considerevole, l'elemento capitale. (2) I proprietari di latifondi non sono, in principio, ,contrari nlle riforme agrarie. Sono contrari alle riforme, in quanto ese– guile mediante intervento di Stato: il che vuol dire mediante, l'espropriazione. E:, tra~otto in prosa, una questione di da– itaro: la pressione della classe lavoratrice per arrivare al fra– zionamento della terra porterebbe fatalmente, se non ci fosse cli mezzo lo Stato, ad un aumento nel valore della terra - e i venditori ne approfitterebbero per vendere le zone perifea riche dei loro fondi e tenersi, meglio valorizzato, -perchè più armo_nicament~ disposto, i! nucleo_. Tuili sanno, per esempio, che 111 Argentma 1 grandi proprietari possong fare vita di lusso soltanto con gli aumenti progressivi del valore delle loro terre, determinato dalla crescente domanda. Donde una intensa agitazione dei lavoratori di quel Paese, perchè lo Stato intervenga, con una legge, a regolare il necessario passaggio di proprietà e il necessario frazionamento della terra. . BibliotecaGino Bianco cou un certo gruzzolo, s'affretta a comprarsi una par– cella di terreno e a fabbricarvi sopra la sua casetta. Noi vediamo qui un fatto che trova la sua conferma nei dettami dell'economia agraria: quando l'elemento lavoro entra in misura considerevole nel meccanismo della produzione (eliminando il fatto della predomi • nanzà dell'elemento terra), allora l'azienda agraria - prima necessariamente vasta - si fr~z.i?na i!1 aziend~ medie o piccole, secondo la n~lura dei s1stem1_col~urah che le condizioni ambientali rendono c6nve111enh. Co– l-oro i quali pensano alla possibilità di mantenere alle grandi aziende éstensivamenle col~ivale l~ loro_ a~p_icz: za pur modificandovi, in senso rndustnale, 1 s1stem1 di collivazione, non tengono conto della realtà delle cose ovunque manifestantesi. Anzitul to l'introduzione dei cosidrl I i sistemi industriali (sistemi intensivi) non è clapperlulto lecnicamentr possibile. ed economicamente conveniente· r quando mai, in agricoltura, non si può salla1:r, com'e 1;retenlleva il facilonismo pseudo scienti– rico di grandi incompetenti, dal lumino a olio alla lampada elettrica. E poi, quando diciamo sistemi indu– striali. indichiamo· un gmppo di sistemi fra i quali ve n'è che v;inno benissimo d'accordo con la esistenza drll:1 piccola azienda: per esempio. l'allevamento in– tenso clcl·besliamr - anche da lalle - che nena h::iss·a valle drl Po si diffonde in ragitlnc diretta dell'appodr– ramento <lei terreni. A voler fare astrazione eia quello che in rr~11là avviene, si· può chiedere perchè mai il lavorat,ore lende al libero uso di un appezz.'.lmento di terreno anzichè ad essere nn sala11iato, A cruest::i do– manda si risponde osservando che, fra le condizioni della terra. come il lavoratore spesso la riceve, e le condizioni volute per una più abbondante produzione, c'è cli mezzo lo sforzo della sistemazione, che richiede 1111 dispendio strao1,dinario cli lavoro oltre che di capi– tali, dispendio che troverà il suo compens-o in un pe– riodo cli anni più o mrno lungo, tanto più lungo quanlo piìt grandi sono gli ostacoli da rimuovere per sistemare il terreno (1 ). t,Jcssnn grande proprietario ne assume– rebbe il peso quando dov'esse far eseguire il lavoro da mano t1·op0ra salariata; nessun lavoratore vi si accin– gerebbe sopr:i una zona limitala se non fosse sicuro _cli poler cogliere anche i più lontani frulli del suo lavoro. Esmninate, a questo proposito, la cri$i del contrailo oi enfiteusi: andò in disuso, malgrado la sua fondamen-· tale bonlà,-perchè risultava che per esso il miglioramen– to del terreno t-ornava più a vantaggio del proprietario che dell'enfiteuta, nonostante il lu.ngo periodo di lo– cazi9ne (2). La. fame di terra dei lavoratori - su cui tanto si filosofeggia - non sarebbe forse, prosaica– mente, una tendenza ad assicurare la completa garanzia cli ~n compenso per il proprio lav01;0? 3.o - Ancora l'analisi del fenomeno ciel frazionà– menlo. - L'eredità: Un'altra causa del frazionamento è la libertà illimi– tata di testare, di cui, quasi in ogni Paese, dispone il proprietario. Dove non c'è •che la terra e dbve il prin– cipio del maggiorascato non è nelle leggi, perchè non è' nel sentimento delle masse, alla morte del proprietario l'azienda si spartisce fra i figli maschi - talvolta fra maschi e femmine (3) - anche se si tratta di campagne (1) Stampavamo su queste stesse colonne, un paio d'anni fa (Critica Sociale, 1923, N. 10) quanto. segue: • La siste– mazione del terreno collinare e la organizzazione in esso · di una azienda agraria richie~ono una somma di sforzi con– tinuali e gravosi, che non apparirebbero. convenienti, se si dovesse valutarli in lire, giornata per giornata, ora per ora, perchè non sono destinati a procurare in breve tempo una notevole produzione. L'uomo si assoggetta, ad essi calcolando su vantaggi mediati, che raccoglierà se e in quanto sia sicuro di fermarsi sul luogo del lavoro. L'impresa- è, perlanto, di ca– rallere famigliare,. (2) Yedere, per esempio, sul Giornale degli economisti (annata 1913) lo studio del prof. A. Brnltini su Il contratto 1JentPnnalenella provincia di Trapani. · - (3) E: inte"r,essante vedere a que~lo proposito i mezzi che si adottano fra i medi e i piccoli proprietari per escludere le femmine dalla successione della terra: acquisti in nome dei figli maschi, falsi contratti di vitalizio, indennità, ecc.

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