Critica Sociale - anno XXXV - n.19 - 1-15 ottobre 1925
248 CRITICA SOCIALE l'oro; ma è altresì vero che anche il valore dell'oro, e perciò la capacità d'acquisto della moneta aurea: ha subìto in quel periodo di ter_ùpo,e prima e poi, notevoli oscillazioni. Giuseppe Galletti, che è oggi senza dubbio uno dei più competenti e scaltriti in qùesto genere di ricerche statistiche, potè redi– gere - sulla base dei. dati offerti dal Bollettino Statistico della Società delle Nazioni - la seguenle tabella di numeri-indici, appunto p,er dimostrare l'inopportunità della proposta del salario-oro: NUMERI INDICI del costo della vita ~~-- del corso dell'oro originarli suli'oro=IOO Anno 1923: Stati Uniti Inghilterra . Madrid Parigi Milano Anno 1924: Stati Uniti Inghilterra Madrid Parigi Milat10 -Maggio 1925: 100,0 106,4- 133,5 , 317,8 419,4 100,0 110,2 144,6 369,0 442,8 171,0··. 171,0 173,6 163,2 177,3. 132,8 333,5 104,9 494,0 117,8 170,8 170,8 175,0 158,8 184,0 121;2 368,8 100,0 527,2 119,1 Stati Uniti 1.00,0 Inghilterra 100.,3 172,0 171;5 Madrid 132,8 18.9,0 142,3 Parigi 373, 7 390,0 104,6 Milano 474,4 591,0 124,6 Il confronto fra la prima e la seconda colo:n;na indica il divario fra le oscillazioni del valore del– l'oro e quelle del costo della vita~ divario il cui ammontare è appunto indicato dalle cifre della terza colonna. A Milano, per es., ,nel maggio del 1925 occorrevano 124,6 lire-oro p,er poter com– prare la stessa quantità di merci che nel 1923 si compravano con 100 lire-oro. E questo si ricon~ nette con quanto lo .stesso prof. Prato avvertiva doversi, agli effetti pratici, tener presente, nel– l'esame della questione: che, cioè, « fino a quando la moneta d'un paese non ha perduta ogni spe– ranza di rivalutarsi, almeno parzialmente, il sa– lario oro rap·presenta per gli operai il pericolo di un peggioramento ·reale in determinati momen– ti ». Se, per esempio,. egli soggiùngeva, si fosse creduto opportuno di adottare il salario-oro nel ~~mentb in cui s.i ebbe, .poc~i mesi addietro, la pm forte svalutazione della lira che molti preve– devano dovesse continuare e accentuarsi oggi per essere avvenuta una parziale rivalutazione ·della lira (in conseguenza, sia del cospicuo raccolto di grano, sia di altri fatti di.varia natura che determi– narono una temporanea diminuzione nella richie-' sta di :valuta estera), si dovrebbe avere una di– minuzione di salari, mentre, viceversa son cre– sciuti i ·prezzi di tutte le' cose anche ~ispetto al momento di massima svalutazione della lira sia perchè gli aumenti delle merci (e sopra tutto di certe merci la cui fabbricazione richiede un' certo periodo di tempo) si fanno risentire in ritardo sia p~rchè c'è divario tra le o·scillazioni del valore del– le singole merci e del. valore dell'oro che è una · merce anch'essa, oltrechè misura del ;,aiore delle . altre merci. . * * * . Nè ci P.arè mol!,<> valido l'argomento nuovo che 11 TF~ves: crede _di.Pot~r trarre dal fatto che pa- . re~~I:ne. i11:du~t~ie .italiane, rappresentanti molti miliardi di capitali, hanno, da alcuni mesi, adot-. tato. per le loro merci la « scala mobile » · o in aliFL ,termini ( comè dice il Treves ma evidehte– ~e~te non è esatto ~ol~r stabilir~ uha equivalenza ba ·le _due es.press10m), la «lira-oro». Infatti quelle mdustrie operano sul mercato internàzi-0- Bibiioteca Gino Bianco nale, sia perchè acquistano all'estero una parte cospicua della materia prima di cui abbi– sognano, sia perchè vendono all'estero una parte dei loro prodotti, sia perchè debbono, anche nel mercato interno, sostenere la concorrenza (sia pure sotto la provvidenziale egida dei dazi pro– tettori), degli analoghi prodotti esteri, il cui prez– zo, negli scambi internazionali, deve adeguarsi al rapporto fra il valore della moneta aurea e quello della moneta nazionale del paese di fabbricazione. Ma per i salari operai che servono à comperare merci esclusivamente, o quasi, nel mercato m- .terno, e merci in grandissima parte prodotte all'in– terno, parecchie delle quali risentono in misura minima - o non risentono affatto - la conoor·– renza internazionale, per le quali quindi le oscil– lazioni dei prezzi interni seguono un andamento assai diverso da quello d~i prezzi esterni; per i salari, dunque, le ragioni che consigliarono alle industrie elettriche e alle officine del gas l'ado– zione della lira-oro nella. vendita dei loro prodotti, non esistono sè non in piccolissima misura; certo in misura infinitamente minore di quelle che sug– geriscono invece, almeno per ora, di mantenere o rivendicare la scala mobile dei salari, secondo i criteri generalmente adottati negli ultimi anni della guerra e fino al 1922, e tuttora in vigore in parecchi stabilimenti. · Vero è che, come osserva il Treves, il salario-oro non rende impossibili aumenti u.Iteriori delle pa– ghe; al modo· stesso, soggiunge, che qaestì avve– nivano prima della gU<~rra, quando, per la pa- . rità fra la carta e l'oro, si può dire che i salari fossero pagati in lire oro. Ma è evidente cµe di– versa ,è la cosa in un periodo di stabilità (o di tenuissime e lente oscillazioni) nel valore delle merci, quali erano gli a:µni prebellici, e diversa è jn un periodo di oscillazioni forti, rapide, inro– stanti, quale è quello che ~ttraversiamo. Nei ri– guardi della misura a.ei salari ne verrebbe una inutile complicazione di calcoli, per arrivare allo stesso risultato. cui ·si arriva più facilmente col ..metodo già accennato della scala, mobile propor 7 zionata al costo della vita. Il qual metodo non im– pedisce neppur esso le variazioni dei salari reali: aumenti in _periodi e per mestierit in cui e per cui c'è forte richiesta di mano d'opera; diminuzione in periodi,e per mestieri, in cui e per cui l'offert.a della mano d'opera è sensibilmente superiore alla domanda, o nel caso che la mancanza di libertà tolga ai sindacati operai di svolgere efficacemente la loro opera di resistenza e di difesa. Quanto alla questione ·generale, del modo in cui si d~bba risolvere il problema della lira, e se l'a-– doz1one della moneta aurea, con conseguente «.stabilizzazione >> del valore attuale della l!ira car– ta, ne sia la più vantaggiosa soluzione, questa è questione più ampia e più ardua, che richieae- rebbe più' lungo discorso. IL VICE. Il problema delle classi medie di RODOLFO MONDOLFO. La Casa.editr~ce de La ..Giustizia (Milano, Via A. Kramer, 19) l!a pub.bl1.çato m _un elegan~e '!olµmetto, al prezzo di L, 2, .l attu_allss11:10 f!d mteressanllss1mo studio: Il problema delle classi medie d1 Rodolfo Mandolfo, che già vide la luce nelle nostl'e colonne (N.ri 9-10 e 11-12) col Preambolo di Filippo Turati, anch'esso già da noi pubblicato in un precedente fa- scicolo (N. 16). . t:el Pream~olo, nella. C~itica c_o1;1e ,.nell'opuscolo, occor• sezo parecchi farfdllom tipograf1c1: 1 due fieni dell'asino <!iBurida_no diventar~no due fini; ~a classe impiegatizia rende, invece d1 vendere, l opera proprza al pari dei salariati· la povertà delle statistiche demografiche italiane di cronica' che· era, diventa comica, il che può parere un insuito alla miseria; e ta_c<;iamo _gli sv~rioni minori. Ma è sperabile che l'intuito sqll!szto dei lettori - avrà corretto, o correggerà le sviste del proto e la fretta dei correttori.· ' Com~nque, lo studio di R. Mond_olfo, dal riapparire nell'opu– scolo m un solo contesto, acquista pregio ed efficacia, . /
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