Critica Sociale - anno XXXV - n.19 - 1-15 ottobre 1925
, ClUT1CA SOClAt~ rivoluzione, ripetendo la promessa, pur da una riva affatto opposta ed avversa, nel 1919. Che importa se la riva era avversa ed oppo~ sta? Certe idee si trasmettono, certi contagi si propagano malgrado ogni antagonismo: anzi! Gli estremi si .somigliano e si toccano. E la illusione diffusa - sincera negli uni, perfida negli altri - che dopo la guerra venisse, a un dipresso, un grosso rivolgimento di tipo socialista, si diffon– deva,. e traeva gente, contemporaneamçnte, alle bandiere d~l nascente fascismo, e a quelle dell'e– strem~smo bombaccescu .. E questa gente si pre– stava a quegli eccessi, che facilitaroùo. di lanlo il trionfo della corrente formatasi « di là ,, : E ne doveva venire la· rivoluzione ... dell'ottobre 1922 e dell'ottobre 1925 ! Noi, noi soli;.,.non ancora costituiti ip. partilo, ma dentro nel· .P_. S. ufficiale, tenemmo duro con– tro questi miraggi e queste intossicazioni di guer– ra e di abili profittatori e specnlatori dei sotto– .proddtti psicologiiei di guerra. Noi' Ron ci stan- cammo di ripetere che il Socialismo viene per Ja evoluzione della economia e per la corrispon– dente coscienza dei lavoratori, ie che vano è cre– dere di affrettarlo per artificio e di• statuirlo od imporlo per decreto; noi prevedemmo, con ri– gorosa esattezza che il tempo va giorno per giorno confermando, il cammino a ritroso che la rivolu– zione russa avrebbe compiuto sul terreno econo– mico; noi dicemmo che il proletariato si « impor– rà " alla borghesia, ma con la capacità di sosti– tuirla nella sua funzione; e ·oon la dimostrazione di questa capacità si procaccerà l'adesione di mol– ta gente « neutra ", senza la quale adesione è stol– to credere di poter dominare e reggersi. Onde il principio della maggioranza, il metodo democra– tico, caratteristico del programma del nostro Par– tito al suo forrnaTsi, n_on perchè anche gli altri partiti praticamente non lo applicassero o taci– tamente non lo accettassero, ma perchè noi soli osavame proclamarlo, incuranti che i vicini di si– nistra (e anche di destra) ci deridessero come i quietisti della « metà più uno " e i posapiano della via più lunga. *** Questi atteggiamenti, questi pri-nc1pn nei quali si concretavano nettaménte i Cjratteri del P. S. Unitario, la finalità socialista, la concezione. gradualista, il metodo democratico, la tattica del fronte unico fra tutti i lavoratori del braccio e della mente e (per la specifica lotta conti~o si– tuazioni reazionarie eccezionali) anche fra noi e elementi della borgh~sia :che si ·schierino contro di esse - erano i soli 'Veramente antifascisti. Non pochi dei nostri, specialm~nte fra i giovani, che perdono di vista la sostanza centrale delle cose e si lasciano attrarre dalle parvenze, e sti– mano « più avanti " e più a sinistra chi -dice pa– role più grosse, non· tengono conto del fallo che questo safdo riaffermare il principio marxista cl .cl socialismo che si determina dalla evoluzione del– l'economia, contro il volontarismo, e del metodo democratico d.elle maggioranze contro i diritti ri– voluzionari delle minoranze o élites, ·è veramente la sola posizione ideale e politica -che si con– trapponga tenacemente, intransigentemente al fa– scismo. Tutti gli altri, i comunisti fin da princi– pio, i massimalisti e i repubblicani più di recente, si lasciano trascinare nell'orbita di pensiero del •Sole che trionfa: • Cre<lo che nessuno suppon·à ch'io mi riferisca alla particolare lattica di questi partiti rispetto al– i' Aventino. Parlo dell'animus della loro maniera di lottarè ... o di prospettar le linee e le velleità della lotta; parl9·della mentalità ch'essi rivelano. Certe essenze psicologiche sono potenlemenlc Bibliotec.a Gino Bianco volatili e contagiose, specialmente quando chi le · professa, vince. Allora, la bontà delle concezioni, che egli proclama, è suggellata ·dal successo. Il fascismo dice: - Che idee, che princi_p>ii,che di– ritto! La questione è di forza! - E il co.munismo, allocco, ripete ed assente, e « incassa >> approvan– do ... in attesa di mettersi in grado di restituire. Il fascismo proclama che l'era vecchia è ver– gognosa e perversa, e ,che guai a chi pensasse tor– nare a quelle ignominie; e la gioventù antifas~ista approva e plaude, assicurando che di quell' « i– gnominia » anch'essa è convinta, e che, se si do– vesse tornare a quei tempi, non v_arrebbe la pena, ~te., etc. E il resime sogghigna, loda questi buoni sentimenti. .. e rimane al potere. Il fascismo dichiara che la vita è lotta e· che l'età dei placidi compromessi e della miseranile .prova delle pacifiche urne è tramontata per sem– pre.: e vi sono dei giovani, dei nostri migliori, che, in nome di un idealismo nobilmente esaspèralo di martirio, fanno eco, glorificandosi di vivere in · un momento eroico, e gridando ch'è finita la fa– cile esistenza delle .epoche normali ... Come se an– dare a votare senza randelli (e senza pren·derc xandellale: prendere, si badi bene, senza nem– men ricambiare ! ) fosse una viltà, e non la regola di tutti i popoli civili, e come se le epoche della cosidetta piatta tranquillità - pur- con tutte .le · loro macchie - non fossero le epoche in cui il proletariato italiano ascese alla forza e alle con– quiste più memorabili! Come se quel principio del viver libero e civile, senza sq-qadre e senza terrore, non fosse il metodo democralico proprio delle nazioni più progredite in tutto il mondo! *** Così agisce, per sottili, paradossali azioni e rea– zioni, il contagio di certe,· meglio che idee, posi– zioni mentali, o stati d'animo: Io difendo i fon– damenti morali e politici del nosl ro partito, contro le malattie epidemiche che l'atmosfera favorisce, e il cui pericolo viene non solo dai partiti affini che hanno il ruolo di « guerrieri » in nostro confronto, come il massimalista e il repubblicano, ma dal fascismo stesso, al quale, spesse volte, chi crede di avversarlo più fieramente, finisce a somigliare di più. IJifendendo questi principii, e il metodo demo– cratico, io non mi nascondo affatto le circostan,z,e, che rendono quel metodo, quella mentalità, in– tempestiva, perchè ineffici~nte. Ma, se 'ben si guardi, non è quel « metodo >> che fallisce. f: una tatNca diversa, che può mostrarsi necessaria: mà per far trionfare quel « metodo ", per rimettere in onore e in soglio quel metodo, il quale, per la • importanza che un metodo assume in speciali lempi> assurge oggi quasi a· principio, acquista il valore di un or_ganico carattere diffei:cnzialc, di un blasone inconfondibile del nostro partito. È ,spiegabilissimo che il mancalo esito di una lattica, corrispondente a quel metodo, a quella mentalità, a quell'animo ch'è proprio de-1nostro partito, e il bisogno di una lattica diversa, possa trascinar seco, nella delusione e nella condanna, anche il metodo e il resto. E tanto più quando _1 vicini, i compagni di Aventino di ieri, che allernk– vano però anch'essi il successo .di quella lattica e di.quel metodo, e ne avrebbero colto i frutti non malvolentieri, oggi dicono: « f: tutta la menla– lilà vostra ch'.è sbagliala, è tutL-o il metodo e lo spirito che dovete cambiare! ». Allora non pochi, per scarsa salaezza di radici e per l'infuriar del vento che domina, piegano e inclinano a somigliare a quegli oppositori, che a .lor volta somigliano al fascismo. . Ebbene, noi no! La nostra intransigenza mor~-1-c e dottrinale ci fa restar fedeli alla bandiera .del ,.
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