Critica Sociale - XXXV - n. 18 - 16-31 settembre 1925
I. 232 CRITICA SOCIALE tranno fare uno sciopero dimostrativo, ma non ab- diritti e nei doveri, 0011 una divisione che poteva con- bandoneranno mai, nel caso di resistenza contro i pro- sentire a ciascuno il massimo perfezionamento delle prietari O conduttori dei fondi; il b~stiame, delle loro proprie attitudini, si presentavano, teoricamente, come stalle che per metà loro-appartiene, nè lascieranno mar- le imprese che non solo consentivano il _massimo im- cire sui campi abbandonati quei prodotti di cui uns piego di mano d'opera e garantivano il massimo di pro- . parle costituisce appunt-o il frutto del 1oro lungo e fa- duzione, ma che, analogamente alle grandi imprese in- ticoso lavoro. dustriali, avrebbero aiùtato e affrettato il processo di Una organizzazione che li assista nell'assunzione del socializzazione degli strumenti di produzione. fondo, che li proteggà nei 'casi frequenti di violazione Se non che queste imprese non solo esigevano forti - da parte del proprietario - del patto di mezzadria, capitali, che i braccianti -non possedevano; ma esige- che li tuteli nello scambio dei loro prodotti, che innalzi vano sopratutto una così elevata coscienza nei lavo- il tenore della loro cultura generale e professionale, è · ratori, che questi si sentissero incitati ad una migliore quanto necessita a questa numerosa categoria di la- e maggior produzione senza.la spinta dell'interesse im- voratori. mediato, individuale. Ma 1 mentre molti si illudevano i\fa non n!:)l SindaGat•o, e nelle sue forme specifiche a.i vedere questi salariati correre al lavoro con la stessa di lotta, essi potranno trovare la soddisfazione di que- gioia, « con cui si· corre ad una festa », oome i lavora- sti bisogni, i quali sono in gran parte comuni alle tori ideali dei falans,terii di Fourier, non fu lieve il altre categorie di piccoli coltivatori. Un tipq veramente loro disa:[)puqto, quando constatarono che quei lavora- esemplare di organizzazione, che dis:tnpegna .ottima- tori portavano invece nell'azienda c~operativa gli stessi mente tutte qlli!ste mansioni e tutela nel modo migliore . istinti, gli stessi criterr, la stessa mentalità con cui lavo- l'interesse di questi medi ceti agr:coli, può riscontrarsi ravano nelle imprese private; e approfittavano, anzi, nella·« Cassa dei Contadini di Regg.'o Emilia>), costi- spes·so e· volentieri, della minor disciplina e della mag- tuita in forma cooperativa. gior libertà che in queste loro imprese godevano, per È a,ugurabile che la Federazione Nazionale dei Lavo- rallentare il ritmo del loro lavoro. ratori della Terra e la Confederazione Generale del Questo errore di valutazione sul grado di maturità - Lavoro, entrambe-interessate, vogliano,. in questo mo- dei lavoratori fu il ·più funesto che noi commettemmo mento in cui ogni azione ~ contesa o stroncata, <ledi- nel campo della cooperazione, e fu questo- errore che carsi allo studio di questa importante riforma nella determinò la orisi in molte di coteste imprese. Tutte maggiore organizzazione dei lavoratori della terra,-dopo le -defièenze· di c"ui soffriva la cooperazione agricola essersi peraltro lioerate dalla erronea pregiudiziale che - tecniche, economiche, finanziarie - si sarebbero agc- le forme di oonduzione famigliare s~ano, in agricoltura; volmente'· superate se essa avesse potuto fare assegna- forme arretrate e caduche, destinate a scomparire, 1 mento su di un maggior rendimento del lavoro dei pro- giacchè questo processo di progressiva scomparsa non - prii associati. _ accenna affatto ad attuarsi. · Se queste imprese vollero salvarsi dovettero in fret- Le forme di conduzione famigliare della terra per- ta trasformare le conduzioni e, dove le conduzioni non marranno nel' prese11te asselto economico, come anche si potevano trasformare, diffondere ovunque quelle in un diverso assetto di economia agricòla, il quale· forme di compartecipazione che coin~eressavano diTet-. .voglia servirsi dell'interesse individuale del lavoratore tamente i _cooperatori ai pro~otti dell'impresa. Questci coi:ne di stimo1o ai lavoro i e. permarranno perchè in era la dimosfraziòne froebeliaria che non polevamo fare esse il lavoratore ha trovato un proprio equilibr10 a meno' di utilizzare quello stesso mezzo di cui si valeva economico e « un punto di aderenza al suolo, ove poter l'impresa privata: l'interesse egoistioo, personale. · « vivere in libera simbiosi con le sue piante e c-oi suoi E allora dobbiamo chiederci: quando, in quale de~ «animali». (2). Anzi esse sono dest,inate a diffondersi cennio-o in quale secolç, riuscirei:no -· senza lo <:(1- sempre più largamente nella vita dei campi, a scapito molo dell'interesse personale - a ottenere dallo sforzo de_llegrandi aziende agricole. I umano il massimp dei risultati? Lo stess-o bracciantato, questa forma irrazionale dj Le affittt1.nze collettiue a conduzione divisa ( e inten- lavoro agricolo, dovrà· evolversi in una forma superiore diamo di comprendere con questa designazione anche di prestazione di. opera, più conforme alle esigenze:· quei casi i•n cui i terr:eni- sono di proprietà dei lavo- della tecnica e dell'economia agricola e della vita urna- 1;atori associati) e tutte quelle furme di ooopei:azi(?ne na. Un indizio sicuro di questa trasformazione lo tro- nelle quali, pur sott-o un'unica direzione e con un indi- ·viamo nel diffondersi delle forme di compartecipazione· rizzo unico., i cooperatori lavorano tuttavia; unitamente e delle· stesse Cooperative di conduzione della terra. alla famiglia, ognuno la propria unità· culturale o il E allora i problerp.i dell'agricoltura non dovranno proprio pezzo di terra, tengono nel massimo conto que- esaminarsi soltanto attraverso all'interesse del salariato sto ooefficent~ importantissimo dell'egoismo umano. In agricolo, ma anche alla stregua delle numerose cate- -queste imprese a· responsabilità ben precisata il lavo- gorie di piccoli coltivatori, i quali dovranno racco- ratore non misura più nè il proprio o"rarlo nè il proprio gliersi in organizzazioni più "idonee ai loro· bisogni e ai Iavor0, custodisce oon cura gli attrezzi e le materie loro particolari inte-ressi, che vanno diventando, ogpi prime, cerca di ridurre le spese - e qualche volta, con- . giorno più, gli interessi_ della nostra agricoltura. fessiamolo pure, anche GJ_uellenecessarie - : in una parpla lavo-radi più e spende di meno; e quando queste associazioni siano arrivate ad eliminare dall'impresa le deficenze tecniche che sono connaturate :alle piccol'e aziende che restano isolate, non solo il coltivatore la– vora di più, ma produce anche di più. Quel che è stato fa.tto e quel che occorre iare nel camp~ della cooperazione. La pregiudiziale socialista cui abbiamo pm volte ac– cennato, non poteva, naturalmente, non esercitare un effetto nocivo anche sul movimento cooperativo dei lavoratori della terra. · Le affittanze collèttiue a conduzione unita parevan(, as~ai più in, armonia con la noslra concezione, che non le altre forme di conduzione della terra e dove- ., - ) vano perc10 avere le nostre preferenze. Quelle grandi affittanze, sui cni terreni immensi sten– , devamo l'occhio soddisfatto, che applicavano i più mo– derni portati della tecnic;:i. e della scienza, dove il la– voro .si compieva in oomune, ,fra uomini uguali nei (2) CELSO ULPIANJ : Le Georgiche. BibliotecaGino Bianco Ma, poichè questa forma di conduziof.le non pre– sentava ai nostri occhi i requisiti ell'ci e sociali della conduzione_ unita, noi la considerammo come 11na.for– ma da adottarsi soltanto in quei casi e su quei terreni dove non era possibile altra forma di conduzione della terra: una forma per altro inferiore e transitoria, da lasciare, per le loro. esercitazioni infeconde e solitai:ie, al ·lavoro dei popolari, fautori ad ogni costo di quelli:, piccola conduzione e di quella piccola proprietà ch'e– ran destinate a sparire! Nell'istesso modo e per le stlisse considerazioni ci siamo astenuti. da tutte quelle forme di cooperazione dei piccoli coltivatori, esperi-· mentale con indiscutibile successo, oltrechè in Italia,_
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