Critica Sociale - XXXV - n. 18 - 16-31 settembre 1925

236 CRITICASOCIALE è dato soltanto dagli elementi -e dalle ragioni econo– miche dell'impresa; esso è costituito molto spesso da erosioni a danno del salariato, a danno del consuma– tore, a danno del fisco. Ed è pr-0prio tutto questo che rende favorevoli alla impresa cooperativa, e che rende l'impre~a cooperativa moralmente superiore alla impresa speculativa. Senonchè, proprio appunto per questa superiorità morale, che è anche economicamente vantaggiosa al consumatore, l'impresa cooperativa, come l'onesto in mezzo ai meno onesti, si ritrova in condizioni di inf0- riorilà. Per le quali i lavoratori, che non possono per· quella via pervenire a solleciti e definitivi progressi, sono costretti a lottare anche nel campo del salario; sia per accelerare l'evòluzione verso una diversa e più progredita forma di organizzazione, sia per otte– nere, anche nel sistema .del salariato, un trattamento 111 igliore. E' pienamente spiegata, dalla opposizione di inte– ressi fra profitto e salario, la resistenia opposta dal– l'impresa capitalista; 1 e così qnche il cammino che fa la· causa del salarialo, mano mano che l'organizzazione dei lavoratori procede a rafforzare l'elemento lavoro in confronto dell'elemento capitalistico. , Ecco perchè i primi accenni alla rappresentanza operaia e al controllo delle fabbriche sono stati con– dannati ad insuccesso, m~ntre invece oggidì il principio va sempre più guadagnando terreno. Per la rappresentanza operaia si può risalire a c·r– coslanze di fatto e ad elementi razionali. Sono cir– costanze di fatto che· hanno gradualmente determinato il problema e le sue possibili soluzioni: lo svìluppQ della grande industria conseguente all'introduzione e allo sviluppo delle macchine; il conseguente incre- · mento del salariato; ed, infine, il formarsi di coalizioni, in seno al salariato. Dalla coalizione nasce spontanea e per necessità di cose la rappresentanza. Coalizione d'occasione e rappresentanza d'occasione; coalizione permanente e rappresentanza permanente. La massa che sciopera costituisce nel suo seno la Commissione che la rappresenta, onde nasce l'accordo collettivo, il contralto collettivo. T .a pratica della ooalizi.one determina e consolida necessariamente, sul tei:reno economico (prescindiamo pure, pel momento, dalle interferenze politiche), -le_ Unioni di mesliere, Trade 11n!ons, Camere del Lavoro, Federazioni nazionali, Sindacali. *** Cammino analogo nel campo del pensiero percorre il concetto della rappresentanza economica. Qui in ve- -rilà l'analogia di ciò che accade nel campo politico non può sfuggire. Nel campo politico, dalla Rivoluzione Francese in poi - ma anche prima, per lo sviluppo -della Costitu- · zione inglese - il concetto dell'associazio_ne, della rap·– presentanza _elettiva, prende piede sempre più-. Ed è -difficile scindere da questi strumenti il concetto di una tutela degli interessi. Se le masse o le classi o le categorie o gli aggregat~ di interessi omogenei non tro– vano miglior via della rappresentanza elettiva per la dif'esa o la tutela dei loro comuni interessi verso lo Slalo e nello Stato, è breve il passo a riconoscere la possibilità di simili mezzi nel campo economico. La ragioneria, la ·contabilità e l'amministrazione ar– riva no ben presto a dare- consistenza alla finzione che separa l'azienda dalla persona del titolare, crèandone rispetlivamenlc le due personalità del debitore e ciel crcclilo1:e. Il diritto positivo porta il suo contributo n~'lla distinta .pe~sonalità della società anonima, anzi di qnalunque società commerciale, o della ditta. L'Ec!onomia interviene con lo studio obbiettivo della impresa considerata in sè'°e per sè, tanto neI'la sua or– ganizzazione cd organicità, quanto· nei suoi clementi nei fattori della produzione. E da ciò una con:s:dera~ zione affatto distinta dell'andamento dell'impresa e del suo maggiore o minore successo nel campo libero BibliotecaGino Bianco . della concorrenza; e rispettivamente del probiema di– stributivo fra i diversi elementi che alla impresa con– tribuiscono o -partecipano. Grandeggia in ogni forma d'impresa la figura del– l'organizzatore, sia proprietario, sia dirigente per man– dalo, sia consigliere delegato o Consiglio d'amministra– zione; ma si sviluppa nel tempo stesso il concetto del controllo degli interessati (accomandanti ? soci azio– nisti a -responsabilità limitata, e persino creditori o portatori di titolo di obbligazione); e nell'elemento ca– pitalista ìl concetto di rappresentanza si sviluppa at– traverso le assemblee, i Consigli di amministrazione, o, più raramente, le Commissioni consultive e di vigilanza o di sorveglianza, e più frequentemente i Collegi dei sindaci. Il preg,udizio che ii" salariato sia esente dai rìschì, e il salario sia acquisto à forfait dell'opera manuale quasi venduta per unità ·di tempo invece di costituire una prestazione .continuata e qualitativa, esclude per lungo tempo il salariato da ogni ingerenza e da ogni controllo sull'andamento. dell'azienda. L'antitesi di interessi, che è tra gli aspiranti all'alto profitto e gli aspiranti all'alto salario, determina nella prevalenza e nella vitt~riç1.dei ~rimi la esclusione dei secondi; e dei primi la persistente resistenza contro le pretese dei ·secondi. · Fino a che l'elemento operaio riconosce come pro– prio obbiettivo o il semplice aumento quantitativo di salario, o il radicale sovvertimento dell'impresa capita– listica per la violenta so·stituzione del collettivismo, sì nell'un caso che nell'altro il concetto di una rappre– sentanza op·eraia nè sorge nè si fa valere. Sorge in– vece e si fa valere (a differenza di quel che altri /I)ensa), soltanto e non appena germoglia l'idea di una compar– tecipaziol1e e di una più intima cooperazione all'im– presa ~ alle sue sorti; quasi ·forma di costituzionalità economica; o democrazia economica che dir si voglia. *** Vero è,. e pare in contrasto con quant6 or orà si è dello, che anche il semplice obbiettivo ùell'au,mento di salario pare sufficiente a giustificare la rappresen– tanza operafa o, come si suol <:lire, il controllo opera10. Infatti si può giustificare l'intervento operaio anche allo scopo di semplice cogniz ione:. allo scopo c:oè di •avere elementi giustificativi del.la possibilità .dell'au– mento salariale. Poichè l'imprenditore giustifica il ne– gato aumento con la impossibilità <li affrontarne il ca– rico1 il salariato vorrebbe invece -trarre dalla contabi– lità stessa della azienda argomento a dimostrare che aumentare il salario è possibile senza che perciò l'imr , presa ne sia paralizzata. Senonchè, non mi pare che per tale modo l'ingerenza dei salariati sia giustificata. · ' Argomentando infatt_i con la semplice dialettica cu– riale, e considerando per un momento come <:>~posi– zione giudiziale l'opposizione degli interessi in gmocò, si potrebbe richiamarè il not-0 afor:sma che oppone all'attore in giudizio: arma non sunt sumenda de domo rei. Ma, a prescindere da ciò, ragionando in relazione alle ragioni economiche della impresa capitalistica, a · qual punto sarà• possibile al salariato giud:care cht} l'andamento dell'azienda consente aumento di ·salarii? Si potrebbe, tutt'al più, ammettere il giudizio éstima– tivo di un terzo; ma non quello di parte; tanto più che il salariato potrebbe giudicare sufficiente od esube– rante un reddito globale che l'impr~nditore giudica an– cora insufficiente. In allre' parole, è semplicemente una inversione contrastante la realtà affermare che nell'impresa capitalistica il salarlo possa intervenire a limitare il profitto o· l'interesse del capitale. Si ri– schierebbe di fugare il capitale, tanto più se è accorso per le vie del credito, e così di paralizzare l'impresa. E neppure è certo che il pericolo sia per essere previsto a tempo da parte dei salariali, e che perciò si possa sempre, od anche soltanto nella più parte dei casi, evitare. ·

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