Critica Sociale - XXXV - n. 17 - 1-15 settembre 1925
I .CRITIC~ .SOCIALE 221 merci nostri, di occupar.e più mano d'opera i11 paese. Nei negoziati con l'America e ,l'Inghilterra l'abilità nostra, perciò, deve mostrarsi più nel- 1' ottenere cr,editi larghi e ad ottime condizioni che non col celare artificiosamente la nostra capacità di pagamento. . Luigi· Lillia, calcolando al 30 giugno 1925 le conseguenze prodotte dalla svalutazione della lira sui nostri debiti interni e all'estero, mette in evi– denza e in cifre i danni· prodotti dalla svaluta– _zione agli Italiani e come risparmiatori e come, contribuenti. Eraldo Fossati fa- una sintesi dei Dibattiti sui debiti interalleati e' spiega le ragioni, per cui debbono essere accordate riduzioni nel- 1' ammontare del capitale e nel tasso dell'interesse, nella liquidazione dei nostri debiti coll'America e coll'Inghilterra. Teresio Gola espone in chiare ta– belle statistiche le Spese e le Entrate dello Stato nell'ultimo dodicennio, indagando con criteri scienlifici l'andamento della pressione .tributaria, che, lieve durante la guerra, si è andata aggra– rnndo dopo l'armistizio sulle classi abbienti· per rilornare, durante il Governò Fascista, sfavore– vole ai ceti meno abbientì coll'aumento delle im– poste indirette. Infine il Dott. Mario Pugliese cri– tica con argomenti serii l'abolizione dell'imposta successoria e indica come può essere ripristinata con vantaggio pel fisco e per la giustizia Jribu– taria. · Per cortese comunicazione dell'Istituto Edito– riale Scientifico possiamo anticipare ai nostri !et– .tori le conclusioni; che il Griziotti pone al suo stu.– dio sulla Politica della Lira. L'argomento è complesso, delicato e della mas- , sima importanza per la classe _ lavorafrioe e per i medii ceti, che dal Gri,ziotti, in pieno accordo coll'opinione espressa cla Rinaldo Rigola sulla Giustizia e coi dati dell'inchiesta recente del [Ju– reau International du Travail, sono indicati come le grandi vittime della svalutazione. Sul problema monetario il nostro ·Partito non ha potuto ancora raccogliere tutt~ l'attenzione ·che merita e che i ,compagni d'altri Paesi nelle nostre condizioni vi dedicarono giustaµiente per la di– fesa dei consumatori, dei salariati e dei piccoli ri– Sparmìatori, perchè i nostri cuori e le nostre menti sono occupati nella battaglia per le libertà politiche. Ma il problema esiste ed è formidabile. Deve essere studiato e presentato -alle masse. La questione dei salarì in oro e quella della ri– valutazione della lira sono fondamentali per la tutela dei salari reali e- per la conservazione dei piccoli risparmi dei lavoratori. Lo studio del nostro amico Prof. Griziotti, che qui sotto pubblichiamo, e megHo ancora. il vo– lume, che egli presenta coi suoi allievi dell'Uni– Yersità di Pavia, ci offre un notevole contributo per ~pprofondire l'esame del problema. Invitiamo i nostri collaboratori competenti alla discussione, che qui ·è aperta: LA CRITICA S_OCIALE. \ La soluzior}e, che presento, del problema della lira ùà la chiave per la restaurazione della nostra vita economica e finanziaria e per il progresso spontaneQ di tutta la fo.rtuna nazionale. La riforma monetaria nori è presenta.la come un artificioso provvedimento di deflazione nè monetaria nè creditizia, ma è prevista come la conseguenza del processo df rivalutazione della lira, che rende super.,_ flua molta carta moneta e porta a una spontanea de– flazione del credito, ossia alla riduzione del volume della ,circolazione. Per iar salire la lira si deve necessariamente far~ affidamento sui prestiti aU 1 estero da contrarsi colla garanzia dello Stato per operazioai, che interessino le industrie e i commerci del nostro Paese. La politica dei prestiti implica il riconoscimento. dei debiti interalleati, da computarsi in lire carta per Biblioteca Gino Bianco · il valore. dèUe forn"uure e dei noli addebitatici, fatta però deduzione delle imposte è d~i ·trib1;1ti d'~gni n~– tura che su essi furono prelevati dagli Stati credi- tori. . Questa soluzione, a-mio avviso, corr-isponde agli in– teressi g~nerali. e agli impegni dell'Italia. Essa però· ha ripercussioni molteplici sulle diverse categorie d'interessi -che si hanno nel Paese: onde as– sume l'aspetto di u·na questione eminentemente po– litica, Pertanto, allo scogo di completare l'esame. dell'ar– gomento, è opportuno mettere in luce i gruppi, che possono essere favorevoli o .contrari alla rivalutazione della. lira, ·pur aggiungendo- l'avvertenza che alcune persone possono far parte di più grùppi e avere inte– ressi. anche disparati e contrastanti. La rivalutazione d~lla lira viene a ristabilire in par– te, nel campo economico e finanziario, le condizioni prebelliche dell'assetto sociale, che il deprezzamento ha modificate mediante spogliazioni più ancora che con semplici alterazioni nella distribuzione della ric– chezza. Il deprezzamento ha prodotto questi effetti: 1.o ha beneficato i debitori e danneggiato i creditori si pubblici che privati._ Per 11011 farsi un quadro sociale inesatto deJla situazione, bisogna tener presente che fra i debitori sono da contare le Banche, le Società commerciali, gli industriali, i commercianti, gli agri– coltori, i grandi proprietari, i fittabili, lo Stato, le Pro– vincie e i Comuni; fra i creditori son'o sopratufto i piccoli risparmiatori, ,i pensionati, i .salariati, gli im– piegati pubblici e privati, che vivono es.elusivamente del frutto del loro capitale e non del lavoro. I rentiers ,veri e propri hanno i grandi patrimoni investiti nelle terre e nelJe azioni. Non è vero, perciò, cl}.e .il de– prezzamento della moneta sia un efficace moderatore degli effetti cumulativi dell'interesse composto e di quelli della eredità dei patrimoni e che abbia attenuato gli effetti della rigida distribuzion~ delle antiche ric– chezze e del distacco fra propriefà e lavoro (1). Nem– meno è vero che la rivalutazione porti un trasferimento .di ricchezz~ dalle classi attive, dei· commercianti, in– dustriali e agricoltori, alle classi inattive (2). Essa .ristorerebbe la condizione di chi vive del solo salario o stipendio o di chi con le pene di tutta l'esistenza si è acquistato un patrimonietto per la vecchiaia o pei figli e dà valore ai minimi risparmi, ai peculii in formazione, che sono il frutto della parsimonia dei nostri 'lavoratori e che devono servire a rinvigorira col capitale la sorte di un popolo di operai, al'tigiani' ·e contadini, laborioso, ma povero di I capitali; 2.o ha diminuito il potere d'acquisto degli impie– gati, dei risparmiatori, delle classi intellettuali, degli operai. Il salario o è rimasto inferiore al deprezza– mento della moneta o lo ha raggiunto in ritardo, dando causa, per ogni pareggiamento, a un ·ulteriore aumento nel salario reale; il che rappresenta un arresto nel movimento, che le mercedj avevano seguìto in Italia avanti la guerra per avvicinarsi alla rimunerazione del lavoro all'estero (3). La svalutazione, quindi, ha danneggiato i consumatori (4); 3.o. ha favorito gli speculatori, per le più ampié oscillazioni nei prezzi, e gli intermediari, d'ogni natura. dal commercio alla Banca, i quali traggono il loro compenso su prezzi di merci e di beni cresciuti in misura più elevata del deprezzamento .della lira e su masse di valori-, quindi, _più grandi di prima; , 4.o ha avvantaggiato i produttori, che pagano con– tadini e operai meno di quanto dovrebbero con la moneta sana e, ad ogni ribasso della lira, guadagnano (1) J. M. KEYNES; La riforma monetaria, traduz, di Piero Sraffa (Milano, Treves, 1928, L. 14), pagg. 12 e 13, Il KEYNES ha spolverato e rimesso in circolazione il vecchio sollsm a del secolo XVII in difesa della bancarotta, Scriveva l'Abate Ten:ay: « Une banqueroute d'Etat est une chose nécessaire, une fois tous !es eiècles, pour empècher les particullers d'~tre tcop riches et l' Etat trop pa.uvre ,., Cfr. J, LlilSCURE- Le problème budgétaire - Oomment le résoudre - Paria, Sirey, 1925, p., 18-19. · (2) J. M. KEYNES, op, cit. pag, 183, (3) RINALDO RIGOLA, in « Salarli vecchi e nuovi> (nel giornale La G-iustizia, 5 maggio 1925), illustra. lucidamente questo punto, (4) Tali conclusioni sono conferma.te dagli avvenimenti 'studiati nei Paesi a valuta deprezzata. nell' Indagine molto interessante condotta sul salario reàle e sui consumi delle classi operaie in Germania, Austria·, Po– lonia, fino al 1924: BUREAU INTERNATIONAL DU TRAVAIL: Le8 condi– tions de vie des ouvrien dans les Pa.ys à change déprécié, Genè– ve, 1925.
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