Critica Sociale - XXXV - n. 17 - 1-15 settembre 1925
218 CRITICA SOCIALE sciuti nella tradizionale mentalità schematica in– transigente, come un proposito di attrazione verso elementi «borghesi», e di abbandono. delle classi lavoratrici manuali - giusta· i più benevoli giu- dizii dèi massi_rnalisti e dei comunisti ! 1 Ma, oltre di ciò, il m<>vimentointeriore di irre– quieludine e di rielaborazione viene da un feno– meno naturalissimo di rinascita di germi, che si ritenevano sepolti, sotto l'influenza di un clima analogo, e da un fatto di contagio di germi infet~ tivi dall'e!iterno, dall'opposto. · L'atmosfera di vioienza fa risorgere, tanto quanto, nei giovani soprattutto, il « socialismo di guerra ». Altri spiriti, altro contenuto,. altre for– me: ma il moto psichico è il medesimo. Oggi come allora, e per una contagiosità del fascismo evi– dentissima, -si dice che la guerra ha sconvolto le forze consuete e le leggi normali della Storia, che i vecchì metodi dei tempi ordinarì non servono, · che la mentalilà a cuì quei metodi si riferiscono è superata, che i vecchi non comprendono i gio-. vani, e i giovani, pur venerandoli, non intendono i vecchi, e ·non possono seguirli. , Risorgono, quindi - sotto lo stimolo e il tor– mento di ,u,na situazione difficile e di una fas~ par– 'ticolarmenle scoragg~ante della lotta - 1~ impa– zienze, le recriminazioni, i miracolismi, le lusin~ ghe, i progetti; ripullulano, a piè del tronco saldo del « nostro» socialismç,, tanti vecchi virgulti tra– dizionali, e tanti altri polloni che si immaginano di essere giova:ni e nuovi, e sono più vecchi dej vecchi: vecch'ì come il sogno, antichi come· la chi– mera! * * '/: . /aire in tempi ordinarii e agli effetti dei comizii e delle elezioni, e buono a nulla "in tempi decisivi (il massimalismo nostrano), non è proprio dell'I– talia, pe:rchè in Italia ci sia stato Filippo Turati, e ci sia il Fascismq. Esso (com~ notavo in un pre– cedente articolo) è fenomeno -uHiversale del dopo-· guerra europeo, esso si espresse nel grandioso Congresso di Marsiglia, e ad esso convien tener fede. La revisione è la più grande •forza degli uo– mini e dei partiti, è il sale della critica che li con- . serva perennemente nei mutabili climi della real– tà. Ma essa dev'essere frutto di pacate esperienze e di anal-isi serene, non di ripen.timenti improvvisi e di _incostanza impaziente, sotto l'impres~i,one di · circostanze che giungono nuove solo perchè non . si erano previste, e di delusioni ché non sono che il contraccolpo di troppo facili miraggi. Un par– tilo, che si è « definito » per effetto di Uff lungo procedimento selettivo, non può mutare il suo spi– rito se non ritornanç)o nei lerritoriì di. coloro, dai quali si è distaccato. Ora~ se il dist::tcco fosse avve- • nuto per ripicco o per dispetto, il rilorno sa– rebbe lodevole resipiscenza ed ammenda di una meschinità e di un. errore - anzi di un delitto, perchè dividére i partiti del proletariato per leg– gerezza o puntiglio o vanità è semplicémente de– litto. Ma· poichè i1 distacco accadde per il. matu– rarsi di una incompatibilità di caratteri e di me– todi cl,le veni.va indicata da più di, 20 anni per parte nostra, e che d'altronde corrisp9se a un fenonìeno genei:ale del socialismo nel d9poguerra,. la revisione significherebbe ripentimento puerHe e volubile, davanti alla prima porta che si trovò chiusa. Ora, coloro che più fermamente resistono· ai r_évirements, ai mutamenti, non dico di tattica, ma di spirito e di animus; coloro che ammoniscono Senza contare che tali ripentimentl vanno a non cambiare la. forza di un esercito se si cambia totale beneficio di altri partiti, concorrenti, che Ja foggia del berretto at soldati; e che richiamano - · nella gara demagogica « al più rosso», non riu– più tenacemente il nostro partito ai nostri prin- sciremmo a superar mai, ma che hanno interesse cipii,. coi quali na,scemmo, o sui quali - final- . ad attirarci a questa gara, perchè, ni.entre sanno mente viltoriosi dopo tanti anni di interne batta- che il primato, su quel teri:eno, sarà sempre il glie - ci differenziammo sorgendo come « par- loro, comprendono che per tal mod9 essi fanno Lito» nel 1922, non difendono (come sembra- che perdere a noi l'altro primato, il nostro, quello per appaia a. tah,ino) una· « chiesa»;' un dogma, un cui godiamo il credito fra tanta gente seria nc]]c credo con inesorabilitfl, bigotta. Gli è che 1 qua,ndo . file del proletariato, e nella vita politic11 d'Ita~ia; un partito si è formato in sèguito a selezionie lun- quello per cui i lavoratori ci seguono, o - anche ghissima, per un lento processo di successiv~ di- fischiandoci talora, nei momenti d'impazienza e scriminazioni e eliminazioni, per una depurazio- d'impulso - ci gu~rdano come coloro che ,non li ne, per una di!itillazione, per una serie di espe- 'ingannano; ~he ,volemmo educa~li alla. sincerità, rienze che portò a delle conclusioni e a delle se- alle valutazioni freddamente realistiche delle si– parazioni, non può deviare dalla propria: linea tuazioni,. delle forze p 1 roprie e delle altrui, che 1 ·se non a costo di rjcadere nell'errore, non· può scelta una via e definita· l'a nostrra concezione so– « ,ritornar su sè stesso »'se non a patto di ritornare cialista, badammo a ess~re _noi, f-ermamente, co– indietro.. stanteinente, osti~atamente noi, senza misurare la Non si tratta di infallibilità è di dogmatismo, nostra condotta e il n>(i)stro passo sulla condotta rp.a di un fatto,, per dir così, automatico in un è sul passò del « vicino qi sinistra,,; che alle partito che non si .muove più nella visione e nel -classi operaie parlammo il linguaggio della verità metodo « generico » d~l Socialismo, ma che, per e non della illusione, e che volemmo. tenerle a concorso di volontà sua e di çircostanze esteriori, noi unite col vincolo della fraterna e rude schict– ha fissata la sua visione e consolidato un· suo me-· tezza, e non con 1e colorazioni artificiose. dei con– tado in un modo « specifico ». ~ non per volere cetti .o del linguaggi.o, perchè altri non ce le _por 7 o puntiglio o capriccio di alcuhi uomini,· favo- tasse via nçlla mostra dei concorrenq a chi vende rit~ ( ! ! ) dagli eventi; e non - neppure - per il. vino più vermiglio. , avvenimenti particolari all'Italia. Questo è H nostro primato e la nostra forza D fatto del « Socialismo 'democratico», del suo vera, _oggi.come ieri, anzi infinitamente più·. di definirsi, precisarsi, flffermarsi risolutamente ier1, perchè oggi più che mai l'arena pol~tica è cqntro l'estremismo insurrezionista e dittatorio e piena di gente che ha mutato e continua a mutare . . anch~ contro il vago riv,oluzionarismo, bcm à tout Questo è l'insegnamento vero d~i nostri mi- BibliotecaGino Bianco
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