Critica Sociale - anno XXXV - n.16 - 16-31 agosto 1925

108 c ·n rT10A ROClALt ------ --- ---,-- -- lrcbbe aver qualche valore per la di~esa, da· u~ punto di vista nuovo, di un proYYedm:iento C:O~J vecchio e così validamente combattuto come e 1 l dazio sul arano. Ma se anche fossero meno inge– nui, l'argimento deJla neoessità. di stimolare ed aiutare ,una trasformazione tecmca lanlo coslosa e arrischiata potrebbe giustificar~ t~1;10 stanz!a– mento di forti somme per prem1 d mcorwggia– mento, per distribuzioni di semi, per a!1ticipazioni di capitali, ma non mai ~n pr~vvedm~ento che, premiando nella stessa misura 11 neghittoso che. non arrischia un soldo per migliorare 1e pro– duzioni, e !'agricoltore auçiace e appas~ionato, i!. quale, coI).vinlo della bonta del nuovo _s,istem~, s1 espone, per attuar1o, ad una. pro~ab1le i:ovrna, viene a cosliluire un vero e propr10 prem10 alla ava1~izia misoneisla ed infingarda, ed un ostacolo ad ogni trasformazione audaoe della tecnica agra– ria. La realtà dimostrala ormai in modo irrefuta– bile è appt{nto questa: che il dazio sul grano è un 'mezzo per assicurare la réndita fondiaria a quei grandi e medi proprie_tai:!i, che nulla hap. falto nè vogliono fare per migliorare la produtti– vità delle loro terre; il dazio sul grano è _una_ misura di difesa e di couservaiione, non è mm uno strumento di progresso e di conquiste. I Ma appunto per questo suo carattere ben _uo1:o, si spiega anche facilmente perchè, proprio m questo momento, si sia riconosciuta d'un tratto la neoessità di ristabilire·il poco simpatico balzello. Questo provvedimento va messo in relazione con altri atti compiuti dal Governo. Esso segue, a breve distanza di tempo, al licenziamento del Dc SLefani, contro cui s'era venuto determinando, in gruppi capitalistici potentissimi; quèll'accani– menlo che tutti sarìno. Esso è concomitante alla abolizione dell'imposta sui dividendi e a qualche altra analoga riforma tributaria, ·ad agevolazioni concesse ad alcune - per ora·~ forme di· credi-: to, anche con eventuale aumento di circolazione. Un uomci di Governo che voglia assicurarsi la continuità del potere non può affidarsi all'appog- . gio esclusivo o preval,ente di elementi irrequieti e intransigenti, che costituiscono una base estrema– mente malsicura e obbligano a continui sforzi di - equilibrio. Egli ha bisogno di una base meno in– fida e più salda, eh~ si trova - stando l1ecosC! come erano nel 1876, nel 1902, nel 1914, nel, 1922, come sono ancora oggi -:--- nei ceti economicamente più potenti che il Paese ha: i proprietari del Mezzogiorno e delle Isole, i grossi fittavoli della bassa padana, l'Alta Banca e le industrie che da essa dipendono. E' un'esigenza a cui nessuno dei Govèrni della Yecchia Italia si è _sottratto, e 'non si sottrae nep– pure il Governo dell'Italia ·nuova; ed è un'esigenza che hà la sua logica e determina inesorabili con– seguenze. Il regalo che si fa oggi agli agrarì giusti- . ficherà domani ·una maggiore condiscendenza alle pretese degli zuccherieri, una maggiore intransi– genza nella discussione del trattato di commercio con la Germania, nuove, concessioni ai siderurgie( che già si profilano nelle vantate benemerenze; statali per la riapertura dello stabilimento dell'Il– va ai Bagnoli, e nella campagna contro la Francia per gli ostacoli opposti alla importazione dei rot– tami; ma che si riassumeranno principalmente nella decisa opposizione ad una politica di rivalu– tazione od anche di effettiva e definitiva sl'abì- · lizzazione della lira. . C?sì, ~opo quahr'atini di guena e dopo sei anni ~1 vita mcerta o ,tumultuaria in cui pareva che, m un senso o-nell altro, dovessero.rinnovarsi com- BibliotecaGino Bianco plelamente le basi del noslro ord~n:1mento p~li– tico o sociale si dimostra ora chiaramente 1m– tenzione di ritrovare l'equilibrio sovra una ba~c che non differisce per mtl1a da quella del vecchio regime. *** La sloria d'llalia nell'ullimo cinquantennio r · quella di un paese generalmehle p~)Vero ed ~ struttura precapitalistica, n~l quale 11 pote:r:e ~f– fettivo è tenuto in due terzi delle sue provmcie, da poche centi~aia di grandi proprietarii o con: duttori di 'fondi nelle altre da u,[l numero assai più ristretto di finanzieri, i quali per la pov~rtà del paese devono contare sopratuttp sull~ chen: tela diretta od indiretta dello Stato e sm favor1 che questo può largire nelle forme più ~iverse, e spess9 meno visibili. Ma questo gruppo r1s~retto . di dominatori non ama, salvo rare eecez10m, as– sumere la ·responsabilità diretta e manifesta del potere; essa preferisce ese:citar_l~ per interpost~ persona e trova sempre 1 suoi ,rappresentanl1, pìù o 1-r{enodocili ed ingenui, in gue_lla 1rnmero– sissima piccola e media borghesia 11;1tellettuale, da cui si seguitano a reclutare, come s1 sono sem-– pre reclutati, i tre quarti dei legislat?ri,_gli ammi– nistratori dei ,Comuni, delle Provmc1e e delle Opere Pi,e, e tutto l'immensç> eserr:ito dell_a bu_ro: crazia · lulta gente, che, almeno fmo agh ultimi anni è stata di una onèstà superiore ·a 'que.Ha di rn'.oltissimL altri paesi assai più ricchi e pro– prediti del noslr~, _che è stata a~z,i, 1;1el_la mag– gior parte, merav1ghosa pe~ auste~1ta d1 vita~ ret: titudine privala, ma a çm le misere cond1z10m eeonomiche e l'impossibilità di uscirne colle pro– prie forze, han tolto ogni ~ffettiv~ indipe_nd~nza di azione di fronte a~ podu potenti, che d1 dietro le scene seguitavano sentprc a. lirare i fili. Di questa si~Lua7:ione si stava per ~1Sci1~e dopo il 1900 ed in particolare nel quadr1enmo 1903 - 1907' che fu il periodo del più intenso incremento della' ricchezza nazionale e deUa più rapida tra– sformazione della struttura economico-sociale del nostro paese. Parve _allora che _le due nuove forz~, affermantesi nella vita economica, della borghesia ·cioè che per la prima volla nell'età contempora– nea. si ~ffacciava nella vita italiana con le ge– nuine caratteristiche ·del suo ceto, e del proleta– ri~to che acquista va finalmente ·fisionomia e co– scienza di classe·;· parve che quelle forze do - vessero det·erm,inare un rinnovaJnento nella no– sl1·a vila p'ubblica. Ma la politica, che abitual– mente si chia'lna gjolitliana, ma che fu, press'a poco, di lutli'i G?verni succedulisi i1l quegli _anni, riuscì col p1·0Lcz10111smo, con le commesse d1 Sta– to. coi favori a singoli gruppi proletari, a dividere quelle forze·· ed a privarle di ogni virtù rinnov.a– Lrice, mantenendo' sempre l'eq1clilibrio sulle vec– chie basi, solo eccezionalmente e lievemente al- largate. . La battag,lia contro il protezionismo e contro · le mille forme d'intervento dello Stato nella vita ·. economica parve allora a molli un'eresia di stu– diosi. Yiventi fuori della realtà. Ma oggi che quella politica si riprende ne1le identiche forme, ma in– dirizzandola senza infingimenti a fini che anche ai meno avveduti osservatori è facile constatare, . oggi tutto il proletariato socialista, ed anzitutto il proletariato che non è irregimentato nei quadri del littorio, ha finalmente compreso che non si può fare il minimo conto su quelle forze ohe vivono dei favori del Governo, e che soltanto la lotta econo- ,micà, condotta sopra un terreno di perfetta ugua– glianza e libertà riesce a temprare le forze per_ le future e. sicure conquiste. · GINO LUZZATTO.

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