Critica Sociale - anno XXXV - n. 15 - 1-15 agosto 1925

ùRÌTÌOA sooiAtiD isi destinata a garantire la stabilità dell'importante· rifor– ma operaia. Le legislazioni nazionali in materia· sono disformi e spesso più ristrette della Convemzione (la legge belga è tra le poche che ne abbiano allarg-ato al~ quanto la portata), ma sopratutto le legislazioni na– zionali sono instabili, e più instabili ancora sono i con– cordali C'Ollettivi. Basba un mutamento di Governo od una crisi .ad annullarne l'efficacia ..L'importanza della riforma è tutta, si può dire, nelJa sua base internaziona– le. La Convenzione vincola i contraenti per un periodo non infedore ai 10 anni ed è vigilata dalla S9cietà delle Nazioni. Si viene· così a garantire· ai lavoratori i grandi benefizi ~nerenti al principio de1le otto ore,, e si pongono in pari _tempo le industrie su uno stesso piede di concorrenza per ciò che· riguarda l'orario di lavoro. · Il Partilo Socialista, che è l'interprete, sul tarreno parlamenfare, del pensi.ero delle classi lavoratrici, non ·poteva non occuparsi di questQ problema, dato che la giornata di otto ore e ~la legislazione sociale sono carne della sua carne, avendole agitate fin dal' giorno che ricompose l'Internazionale. E non è senza un certo compiacimento che ved_iamo affidata ad un laburista inglese la Relazione su questo oggetto. Coloro, clw fanno carico al MacDolilald di non avere ratiticata la Convenzione nel breve periodo che fu al Governo, dimenticano che i laburisti non disponevano in quel momento della maggioranza parlamentare. La 1oro as– sunzione al Governo fu il 'risultato di un accordo con gli altri partiti, accordo· che non si estendeva sino alla ratifica della Convenzione. L'opinione della maggioranza inglese è anoora oggi contraria, ma, quanto al Partito del Lavoro, non c'era da dubitare che, se fosse dipeso unicarn'ente, da lui, la iratifica non sarebbe mancata. *** Nuova ai dibattiti internazionali è invece l'altra que– stione, relativa allo sciopero economico. Non cono– sciamo fino a questo momento le idee del relatore su tale argomento, ma è lecito supporre che il Congresso possa essere chiamato a discutere sull'efficacia dello sciopero come mezzo per migliorare le condizioni dei' lav-oratori; fors'anco della pòssibilità e conveni,enza ,di sostituirlo con qualche oos'altro. Comunque, è e-erto che i lavoratori - specie dei Paesi di più aulica esperieùza sindacale - sono assai meno feticisti dello sciopero economico di quel che generalmente si creda. I notissimi « Reports », che pre– sero nome <lal Whitley, movevano principalmente dal disgusto degli operai inglesi, troppo spesso costretti a logorare le loro migliori enégie in una clefatigante, guerriglia, la quale aveva quasi sempre s.copo di di– fesa o di riconquista di posizioni perdute. Conosciamq questo malanno. Si stipulano concordati, talora ad ampia base territoriale, ma poi c'è il singolo che non li rispetta e bisogna tornare da capo oon l'agitazione. 11 riconoscimento giuridico clel contratto di lavoro, chiesto dai lavorMqri di quas: lutti i Paesi, Jmn ha mai signìficalo se non la volontà che è in essi di liberarsi. dagli scioperi improdullivi e .vessatorii. Gli Inglesi, sul finire della guerra, andavano più in là, e volev·ano vedere se fosse possibile, attraverso ai Con- .sigli misti, sopprimere la maggior parte degli _scio– peri, salvando, naturalmente, i diritti della pressione sindacale. Ma il problema vuol essere considerato sotto ui1 allro aspetto, ed è forse per questo che trova la pro - pria sede naturale di discussione in un co·n_gresso·non strellamente operaio. La strutlura economica della so– cietà va trasformandosi di"giorno in giorno. Per quanto lenta possa apparire alla nostra impazienza, questa trasformazione molecolare pure si compie, Lantochè noi oggi non siamo più nella condizione di dover O<'– cuparci esclusivamente dei rapporti fra salariali e imprenditori. Senza dubbio, la gestione privata, a base speculativa, continua a prevalere in tutti i campi, ma BibliotecaGino B_ianco non è men vero che le gestioni pubbliche, cooperative e sindacali, si estendono sempre più. · . Non è infrequente H caso di confliMi fra Sindacati è . Cooperative; e - ahimè! - non si può più dire che lo sciopero e la serrata siano di esclusiva pertinenza degli operai e dei capitalisti, rispettivamente. Non si tratta qui di indagare sulle cause di simi~i conflitti. Basta accertarne l'esistenza e stabilir~ che riescono sommamente -dannosi. Ecco un pun,to intorno al quale potrebbe lavorare utilmente un Congresso che sta al di sopra delle ca- tegorie·. . l\1a, se anche il Congresso si limiterà a studiare lo sciopero degli operai imp·iegati nelle aziende capita– listiche e nei pubblici servizi, troverà materia abbon– dante per lo sviluppo di"un'azione _legislativa diretta a· ridurre le oocasioni di sci,ope1,o. Fra l'utopia della collaborazione in permanenza e il oompleto assentei– smo dello Stato, vi è posto per un intervento rego– latore. epperò, i111plicitaniente,. moderatore .dei oon– flilli. Le magistrature dei lavoro, gli organi di ooncr– liazione e di arbitralo facoltativo, sono ancora in uno stato rudimenlale nella ·maggi,or parte delle nazioni. ' Bisogna togliersi di JU'ente che lo sciopero possa es– sere vietato 0011 · misure di poliz;a o abolito me~ian te forme di arbitrato obbligat,orio, e tuttavia è possibile, sino ad un certo punto, evitare sperperi di ricchezza, lasciando piena libertà di movimento al capitale ed al lavor,o. La pratica dei contratti collettivi si è larga– 'mente diffusa in quesli ultimi anni, e certi principii, quali il salario minimo, jl salario di vita, ecc., si pos– ·sono oramai oonsiderare acq"uisiti alla coscienza pub– blica, ciò che sta a dimostrare che un grande càmmi– nQ si è fatto dal' tempo in· cui si trattava la Q1etrce lavoro alla stregua di tulle le altre merci. , · *** Ciò, che, per altro, caratteriz.zerà la fisionomia ge- .nerale di questo Congresso dell'organizz~iione inter– nazionale socialista, ricomposta per la terza volta, è la lofta contro la guerra; il Patt,o digaranzia, il Pro– tocollo di Ginevra, l'aizione p~cifista del proletariato, coslituisoono i temi principali _del Congresso. Quelli . sopra discorsi vengono in seconda ,linea. Però non è difficile scorgere il nesso ehe lega intimamente gli uni agli altri. Prima comdizione per H mantenimento -della pace sono gli accordi nel campo economico. ' E questo Congresso a scopo prevalentemente paci– ·fista, che si convoca n·e1 momento in cui le nazioni tendono a costituirsi in economie chiuse e ad armarsi come non mai, non può dare la impressione di un avvenimento anacronistico, qi una oonsultazione - cli uomini che \ 1 i,vono fuori dalla· realtà .. Fuori dafla realtà d'oggi, forse, non però da quella di do'rna:ni. Anche quando postulavano le otto ore, i socialisti erano fuori dalla realtà. Giornata di otto ore e ProtocolJ.o di Giiaevra· seno due frutti di uno stesso albero, collivato con indefessa lena dal proletariato ìnternaziouale, un'albero cl)e ha appena cominciato a frnllificare. RINALDO RIGOLA, Le [OD~izioni dellavit_a operaia e l di!O[[Upazione · (Per il Congresso di M«rsiglia) Non abbiamo ancora ricevuto la Rela::ione, af– fidata dalla Direzione del Parlito Socialista Uni– tario ai compagni C. Treves,N. Levi e C, E. Pra– to, SM quello che sarà· il lema preminente del Congresso interna-donale: La politica di pace in'– lernazionale del socialismo, sia per ciò 'che r·i– guarda i problemi della sicurez::a e del disarmc, sia per la lolla della classe operaia contro i dan– ni della guerra, tema sul quale saranno relatori ufficiali a Marsiglia C. R. Buxton [J,er la Gran

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