Critica Sociale - anno XXXV - n.14 - 16-31 luglio 1925
' CRITICA SOCIALE 175. viaggio, non sempre privo di pericoli per la sicurezza dei viaggi,atori. Il Governo di Kerual si è posto coraggiosamente all'opera. La grande linea ferroYiaria Angora-Sivas fu proseguita così vigorosamente, éhe il 17 aprile scorso fu già potuto aprire alla. circolazione il lungo tronc0 fra Angora e Han. Entro l'anno la linea intera sarà terminata, e costituirà una prima grande arleria di comunicazioni attraverso l'Anatolj.a. Trent:!. ingegneri tedeschi furono incaricati d'iniziare f lavori di una ferrovia a scartamento ridotto, che 1rnirà Ara/fa alla linea cli Bagdad, allacciand0, ,con uno sviluppo cli 200 chilometri, alla stessa linea di Bagdad il bacino cuprifei;o dell'Asia Mi– nore. Finora il costo deJ lrasporto del rame bruto al mare, faUo con mezzi primitivi, era così elevato, che lo sfrutta– mento delle miniere era stato. pressochè abbandonato. La nuova ferrovia lo renderà fruttifero, e nuovi importanti gia• cimenti concorreranno alla produzione mondiale del prezioso metallo. Altri doveri del regime furono quelli di creare scuole e di migliorare lo stato sanitario della popolazione. Nella più am– pia misur;i consentita dalle finanze statali, il Governq re– pubblicano li assolve egregiamente. La repressione dellil. ·ri– volla curda costò molto denaro e portò alla sospensione dei cospicui lavori pubblici già in corso nel Cùrdistan. La nuova Turchia potè finora far di· meno di c0ntrarre prestiti all'e– sl ero: il programma cli ricostruz,ione ora elaborato renderà necessario il ricorso ai capitali. europei ed americani, seb– hene sia grande la ripugnanza dei gover.nanli verso un espe– diente dal quale Leri10110 possa derivare; con un asservimento finanziario, una diminuzione dell'indipendenza -politica. La situazione economica propriamente detta .non mostra ancora segni di grande miglioramento. Costantinopoli si di– batte tuttora in piena crisi: quesla città soffre, fra altro, della cessazione di affari con la Persia: i negoziali persiani so– stenevano, sotto i sultani, una 'gran parte nel commercio costantinopolit,ano: i rappresentanti degli esportatori euro– pei concludevano gli affari a Costantinopoli, donde le merci erano mandale per mare a Trebisonda e a Batum e di là nel– l'interno della Persia. L'occupazione della Siria da parte dei F.rancesi, e· lo stabilimento da questi operato di un servizio diretto di comunicazioni e di. trasporti fra Beyrouth e Bag- . dad passando per Damasco, ha fatito di Beyrouth il porto della Persia, lo sbocco marittimo del mercato pel'siaµo, anche perc!1è Bagdad è congiunta da una ferrovia alle frontiere della Persia. Così .Costantinopoli perdette gran parte della sua importanza _per il commercio persiano. D'altro lato, i Greci si sforzano di attirare a Salonicco i' comprator\ pet·• siani, offrendo loro ogni sorta di facilitazioni. Preoccupato dj ciò, il Governo turco ha iniziato trattative con quello di Tehe– ran per trovare d'accordo il modo di riavviare per l'antica strada il traffico persiano, e in pari tempo sta negòziando con la Russia per dare al problema la miglior soluzione ' possibile, che sarebbe quella di migliorare le comunicazioni ferroviarie fra Balum e Baku, 'cioè fra l'Anatolia e il Mar Caspio da cui la Persia è bagnata. Il naviglio mercantile turco si trova pur esso in uno stato di crisi che può comprometterne seriamente l'avvenire. Sù– bilo dppo la conclusione della pace sorse in Turchia un mo• vimenlo attivissimo per l'incremento della flotta commerciale. Il Governo repubblicano tolse ai sei armatori, che lo dete– nevano, il monopolio del cabotaggio e del servizio ·interno dei porti sul Mediterraneo e sul Mar Nero. Ricchi Turchi acquist_arono navi all'estero e si fecero armatori. Lavorarono molto negli scambii di popolazioni fra la Turchia e Paesi este• ri, ordinati dai trattati di pace o da convenzioni successive. Ma, qua.ndo non ci furono più masse umane da trasportare, il lavoro mancò. I nuovì armatori, poco pratici del loro dif- ' ficile mestiere, vollero tenersi a galla diminuendo le tariffe dei noli, ma si trovarono presto di fronte a gravi p.erdite; rinunziarono al mestiere, e vendettero le navi. Il coi:nmercio di cabotaggio, che una volta era tutto in mano dei Greci, è venuto a mancare quasi interamente: con quanto danno del commercio, è facile immaginare. La Turchia vuole concedersi il lusso di una marina da guerra; e ha riorganizzato il Ministero della flotta. L'incro– ciatore Goeben, che tanto fece parlare di sè durante la guerra mondiale, fu ribattezzato JaV!1s, e dovrebbe formare il più bel campione della rinata ma1'ina turca; ma· per ora si limita -à dare molti fastidì al Governo, perchè abbisogna di radicali trasformazioni che lo rendano attrezzato modernamente, men· tre in Turchia non esiste uò Dock abbastanza grande per riceverlo e non si ,può mandarlo in un cantiere straniero ... Ma la vera passione dei Turchi è ora l'aviazione. Potenti organizzazion.i lavorano l'opinione pu))blica , e raccolgono fondi. È già in pieno vigore la rwea commerciale. aerea fra Costantinopoli ed Angora. Si sta prolungandola da un lato fino a Bagdad per raccordarsi con la linea inglese delle Biblioteca Gino Bianco · Indie, e dall'altro fino a Teheran; per congiungerla con la grande linea progettata fra Teheran e Mosca. Per le pro– vincie orientali della Turchia, il trasporto aereo è di suprema importanza, tanto sotto l'aspettò militare e polttico quanto sotto quello economico. Naturalmente, i Turchi vogliono avere officine d'aviazione loro proprie; e a tale scopo è in corso · di esecuzione un larghissimo programma, per il quale la legge delle fin;inze prevede una spesa di tre milioni di lire turche, pari a quasi ottanta milioni di lire-oro. Se i lavQri cominciati e attivamente. svolti per mette1·e in valore il ricco sottosuolo anatolico daranno anche soltat!l6 la quinta parte dei risultati sperati, alla Turchia .di do.mani non mancheranno i mezzi per quella spesa, e per le altre che vorrà destinare alla ricostruzione della sua , economia e della sua forza. L·e colpe della pubblicità Si legge in una Rivista inglese, l' Hibbert Journal: _ Lo sviluppo çlélla pubblicità negli ultimi cinquanl'anni è certamente il fenomeno più notevole che si sia prndotto nel mon<!l.ocommerciale. Quando si pensa che soltanto nelle. Isole Britanniche si spendono ogni anno piì1 di quindici miliardi di franchi (venti miliardi <li lire ilaliane) in pubblicilà, si · resta confusi di :tronte ~ll'enormilù della cifra. E ci si deve necesi:;ariamente· domandan' se queste spese sono realmente utili alla coniùnità nel suo, complesso. La risposta è nellamente negativa. E allora la pubblicità, la quale supera i semplici bisogni del pubblico che deve esserr informalo, è un grave peso economico, e, socialmente par· Jando, un misfatto. La realtà della situazione in questo campo è la ·seguenle: 1. Un fantastico aumento dei bilanci di pubblicità, molto su– periore all'aumento della cifra degli affari; 2. La maggior parte 'di quelle immense somme è pagata, in ·ultima analisi dalla çlientela, dai co1~sumatori; 3. Esiste fra le case di com– mercio una lotta permanente per fare il massimo di pubbJicità, lolla che, per le spese che compor-ta, si risolve necessaria– mente in una corsa agli alli p.rezzi e in una _perdita (senza possibilità di. ricupero) dell'energia enorme spesa in pubbli– cità . Così fu creata una nuova industria, non avente altro scopo che quello d'indune la gente a spendere di più; scopo che assai spesso non è nemmeno raggiunto. Non si può imma– ginare nulla di più antieconomico e di meno morale. Questa industria assorbe ogni anno sempre maggiormente le forze di giovani che sarebbero ben piii utili in altre occupazioni, e non fa altro che imp6veri,re color.o che si lasciano illudere dai suoi ·miraggi. Ma, poichè le leggi ec;onomiche non si offendono impune· mente, è lecito prevedere che, .continuando di questo passo, le esagerazioni della pubblicità non tarderanno a trovare la loro fine e il loro ·castigo. Peccato che,· se quella fine si farà aspettare anche sollanto qualche anno, prima d'allora· l'Eu– ropa e l'America avranno tempo di distruggere in pubblicità altre centinaia di miliardi della loro tanto insidiata ric– chezza! ANGELO TREVES. nitro !!~D!itro.... anto ~!r ram~iare N.' 5445 IL PREFETTO DELLA PROVINCIA DI MILANO Vista la Rivista quindicinale Critica Sociale in data 16 • 31 Luglio 1925, N .. 14, edita a Milano, per i tipi della tipografia Offici.ne tipografiche Emico Lazzari & C. in via Barbavara N. 2. Considerato che l'articolo < Costumi dei Trublioni >, cha già diede causa al sequestro del settimanale Il Caffè, n. 6, del 18 Aprile 1925, contiene evidenti e sconve• nienti allusioni atts ad eccitare gli animi con pericolo per l'ordina pubblico; • Visti gli articoli 4 dal R. D. 15 Luglio 1923, n. 3288 e 3 del R. D. 10 Luglio 1924, N. 1081; ' DECRETA il sequestro della Rivista quindicin'1,le Critica Sociale in data 16·31 Luglio 1925, n. 14, edita a Milano, per i tipi ~ella tipografia Enrico Lazzari e C., in via Barbavara n. 2..
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