Critica Sociale - anno XXXV - n.14 - 16-31 luglio 1925
CRITICA ~SOCIALE 173 ne aggiunta alla Convenzione chiede che ogni Stato possa stabilire nella propria legislazione un elenco pili completo e che sia stabilita una procedura facile e semplice per fa sua revisione. ·Anche-questo invito va, oltrechè agli Stati, ai Sindacati operai. Riposo ebdomadario nelle vetrerie Per questo punto non si rieséì a votare la relativa Convenzione, essendo mancati i due terzi dei voti fa– vorevoli che il regolamento richiede, e ciò ·perchè u~ certo nmrero di rappresentanti governa 1 ivi (primi quel– lf inglesi) fecero blocco ooi rappresentanti padronali. Qualche flvversario sornione dell'U. L d. L. ha creduto di dover per questo sentenziare la crisi o, a dirittura, il fallimento. Falso. Se crisi c'è, è nella lentezza delle ratifiche. nelle resistenze e negli ostacoli alle applica– zioni. Ma questa lentezza ·del cammino, che tuttavia continua, non è imputabile a l'Organizzazione I. del L. Anzi si può constatare che l'opera di questa ha ispiralo tutti i provvedimenti che si emanano, nei singoli Pl;l.esi. a favore degli operai e che, in certi Stati, ha dato i_l primo impulso alla legislazione sociale. che fin qui non esisteva'. Nel caso ,specifico la mancata approvazione ,deriv-ò anche da difetto d'entusiasmo e cta soverchie esitazioni. delle delegazioni OP.eraie, sia per le deroghe che la proposta conteneva, sia per il fatto che l'industria del vetro evolve rapidamente nei suoi procedimenti tec– nici e meccanici, tanto che finirà per entrare nel no– vero delle industrie a. fuoco e lavoro continui. Ed è apparso pqi eh.e non erano state fattr, com'è stabilito dal Regolamentò, quelle convocazioni preliminari delle assemblee dei vetrai, i quali avrebbero dovuto èspri- - mere il loro parere sulle proposte da presentar>e allà Conferenza: e l'inosservanza di questa norma ha spinto l'Inghilterra' a far naufragare la Convenzione. Ciò non toglie che lo scacoo toccato ai vetrai, che hanno dietro sè un passato di dolori e di lotte e che fu– rono un tempo artigiani rispettati. sia causa di pro– fondo rammarico. R~poso notturno dei fornai Invece pieni di letizia sono partiti dalla Conferenza i dirigenti l'organizzazione internazionale dell'alimenta– zione, riusciti ad ottenere l'approvazione di una Con– venzione che vieta il lavoro notturno dei fornai. E ne hanno ben d'onde, dopo 20 anni di lotta! Non eè mestier~ che logori· più di quello del for– naio. Quasi tutti sono costretti. a una certa età, a mutar mestiere, per le bronchiti, le pneumoniti, l'asma, l'en– fisema, le tuberco1osi, che contraggono •per l'assor– bimento della farina, per l'alta temperatura, per le esalazioni del gas, per il raffreddamento repentino ecc. Ora questi operai, che lavorano in oondiziopi·icosì tristi, vivono ancora in molti luoghi senza sole e senz'aria: di giorno dormonò, di notte iavorano in locali ristretti e bui. La tubercolosi è una conseguenza necessaria del loro sistema di vita e di lavoro. t insomma un mestiere che uccide. Non parliamo poi delle condizioni e del modo in cui vengono preparati quei bei panini dorati· e appeti– tosi che .fanno bella mostra di sè nelle vetrine dei pa- · nettieri. L'acqua per impastare, spesso infetta, non è mai fatta bollire, perchè, se no, non aiuterebbe la fer– mentazione; è riscaldata in caldaie scoperte o mal chiusei dove spesso cadono scarafaggi ed altri insetti. E la pu~izia personale degli operai, cui mancano ritirate, lavabo, ecc., fa rabbrividire. Ond'è che l'abolizione del lavoro notturno dei for– nai interessa tutti i consumatori, · p~rchè, impedita dalla notte ogni sorveglianza efficace, l'igiene viene massacrata. Sono 56 anni (dal 1869) che la lotta è cominciata; dal 1900 fu resa più vasta ed intensa. Un primo suc– cesso si ebbe in Francia; uno poi, più ampio, ìn Italia, dove nel 1908 fu votata una legge che aboliva il lavoro B 'b 1. nptturnoGMa le ~l!sistenzc sono ancora dovunque te– I 101eca ino bianco naci; anzi. dopo una prima mozione votata l'anno scorso dalla Conferenza di Ginevra per rinvigorire le leggi dei varr Paesi, si è venuta costituendo una specie di coalizione padronale internazionale per lottare -con– tro quella decisione. Ma la Conferenza del 1925 ha confermal:tO la deliberazione anteriore, vietando il la– voro notturno sia dei padroni, sia degli operai, per la fabbricaziobe del pane e <lella pasticceria e prodotti af– fini, non· eccettuate che la fabbricazione domestica pel consumo famigliare e quella all'ingrosso dei biscotti. La mozione ha raccolto 89 voti contro 26. Altre mozioni approvate Importante fu anche la mozione votata, su proposta del rappresentante operaio belga Mertens, per unificare nei varì Paesi le condizioni di lavoro dei minatori. Questi operai debbono ancora difendere il loro pane. che l'ingordigia dei padroni cerca di diminuire ogni giorno più. Per accrescere i profitti (che salg-0110iù– fatti notevolmente. come attestano le cifre dei bilanci). le grandi Società minerarie hanno diminuito, i11 Fran- , eia e altrove, i salarii e si sforzano cli prolungare lé1 durala del lavoro, mentre in Germania e in altri Paesi licenziano operai in gran 1iumero o li fanno lavorare a orario e salario ridotti. Un caos completo, nel quale è necessariq porre un po' d'ordine: e per questo il Comitato internazionale dei minatori, riunito il 28 apri– le u. s. a Bruxelles, ha deciso di promuovere, con l'appoggio dell'U. I. d. L., un'inchiesta per conoscere esattamente le condizioni di lavoro dei nJinatori, in tutti i Paesi carboniferi, come mezzo per arrivare alla unificazione di dette· condizioni., La Conferenza di Gi– nevra ha deliberato di accogliere questa domanda di appoggio. e collaborazione. Sta ora agli interessati ot– tenere che ques-ta offerta sia accolta e produca i suoi effetti. · .. ;:l9' Importantissima anche la mozione del rappresen– tante operaio indiano Ioshi per un'inchiesta sulle con– dizioni di lavoro nei Paesi asiatici. Che sorte avrà que– sta proposta, accolta dalla Conferenza? · Gli avvenimenti di Cina -attraggono ora l'attenzione. pubblica sulle condizioni sociali dei grandi Paesi asia– tici. I prol'et;1riati d'Asia si svegliano alla vita moderna e rivendicano i diritti pegati loro sin qui. Bisogna ren– dersi conto delle loro condizioni: perciò speriamo che l'U .. I. d. L. cercherà di attuare al' più presto la mo– zione Ioshi. La mozione Mertens sull'insegnamentÒ tecnioo e pro– fessionale e sul tirocinio, e quella di Codart sui la– voratori intellettuali, hanno importanza sopra lutto in· quanto aprono nuovo campo all'attività dell'U. I. d._L. Le conclusioni Se il lavoro, che abbiamo riassm1 t-0, attesta la per– sistente vitalità dell'Ufficio Internazionale del Lavoro, nel quale si manifesta lo sforzo della <'i viltà per sal– vare se stessa; se la battaglia fra l'egoismo padronale e la fede sincera degli operai mette capo a dei com– promessi vantaggiosi per la causa dell'umanità; se - come nota Albert Thomas, il valoroso direttore del Bureau - oon solo le ratifiche delle Convenzioni del Lavoro vanno ogni anno aumentando (da 73 nel 1923, a 143), e, fra queste, 10 Stati ralificarqno le Convenzioni sull'età d'ammissione dei fanciulli nell'industria, 13 quelle contro il lavoro notturno delle donne, 17 quelle sulla disoccupazione). e inoltre i lav-ori dell'Ufficio de– terminano indirettamente continui progrrssi della legi– slazione sociale delle nazioni più importanti e già in essi si profila jn embrione il futuro Parlamento inter– nazionale del lavoro; non si deve tuttavia dissimulare che le resistenze sono ancora tenacissime, che troppi Governi ingannano ancora le loro classi lavoratrici. promettono senza mantenere, lodano a parole l'Ufficio Internazionale de Lavoro e se ne ridono nei fatti. rati– ficano le Convenzioni e non le applicano o introducono nell'applicazione ogni sort~ di scappatoie. Ciò non depone contro l'utilità o contro il funzio-
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