Critica Sociale - anno XXXV - n. 13 - 1-15 luglio 1925

b~tTìOA SOGÌALE i5i l'econom~a, come scienza sociale, se non sono nel si– stema kantiano, non per questo sono inspiegabili se~ condo i principi di quel sistema. , · · . . _ Di correzione in correzione, si giunge nell'Hegel ad uno Stato che, per estirpare l'individualismo e con– cretare il vuoto concetto della libertà del Kant, s'en · fiche. del consenso dei sudditi, che assorbe •in sè come momenti soggettivi della libertà, esalta se stesso come realtà della .volontà sostanziale, come razionale in sè, come fine assoluto, come libertà in atto (23) · e.... al- ·lora · ogni povero cittadino si sente schiacciato sotto quello Zwangsanstallt prussiano, conti:o cui inveirono l(? Schopenhauer e l'Heine, o si sente dolcemente assorbito da quell'altro, non men<Yhege1iano per quan·– to gentiliano, Stato-forza, le_ cui lodi non sarebbero certo ·sgradite alla cènsura, munita dell'articolo 3. Nel concetto di libertà kantiana non v'è arbitrio; per chi non voglia sofisticare, la v..:>lonlàkantiana è, per definizione ·razionale,· obiettiva senza q::isogrio di eoncretarsi in uno Stato .oppressjvo; solo che essa, vivendo n:el doloroso antagonismo dell'individuo, ad · un tefnpo umilia ed esalta l'uomo che, per il Kant 1 deve tendere ad uno Stato repubblicano, ove ogni leg~e presupponga il éonsens-o dei sudditi; mentre, porta– ta dall'Heg:el nel campo dello spirito, ·che si serve degli uomini per il suo fine, serve ·solo. a dar corpo. ad· una. Monarchia assoluta, che ha in superbo di– spre.gio la libera espressione del volere empirico in– dividuale! Se questo piace a Filodemo, s'accornodi pure, ma, leggendo la critica della dottrina P,Olitic~ hègeliana fatta da Rodolfo Mondolfo, voglia domandarsi se sia più naturale che un socialista sia hegelia~o anzichè kantiano! Dei diritti politici secondo il Kant. Ma, oppone Filodemo, il Kant- giustgica la p_ropriel.à e nega il voto ai « non proprietari... ai lavoratori, in _una parola ». Anche questa interpretazione del pensiero kantiano è inesatta. Certo il Kant non è socialista e non poteva valutare l'economia, cui egli in una nota della Critico della ragion pura accenna come scienza-teoretica, conw si può valutare oggi; ma non è vero che egli giustifichi razionalmente la proprietà; egli Ja spi'ega, fa quello. ,cioè che ha. fatto il Marx nel Capitale. Ed il Kant, _ vedi. caso!, la spiega solo come svituppo (diremmo, col Marx: negazione) della proprietà comune, (24). ma questa ineguaglianza economica egli non assume, come invece fa -l'Hegel, a fondamento dell'ineguaglianza giuri-dica e politica (25), perchè, anzi, il diritto del possesso comune della terra resta, per il Kant, fonte del diritto d'ogni uomo d'entrare, uguale fra uguali; ·nella Società civile (26). Anzi, in una nota a pag. 184 della Critica della ragion pratica, chiama colpa quella di godere « ·mediante l'i– neguaglianza degli uomini nell'organizzazione civile ... vantaggi, per i_quali altri sono soggetti a privazioni maggiori», e l'uguaglianza, così criticata dalla scuoia hegeliana antica. e moderna, è, per il Kant, un con– cetto etico così importante,' che segna la giustizia, come la lancetta della bilancia segna il giusto peso (Ziinglein der Wage der Gereèhtigkeit). (27). _ Certo che, contro questi concetti, urta· 1a famosa esclusione di alcuni cittadini dal partecipare al potere , legislativo; 1ciò che del resto ha riscontro (:on la famosa costituziope _francese del 1791, la quale escludeva dal volo i serviteurs à gages. (23) Filosofia del Diritto, nella trad. il. pubblicala dal La ter– za, pag. 257 e segg. (24) Dottrina del Diritto, nella lrad. it. edita dal F?,cchi, pagg. 66-71. (25) -Sul detto comune ccc., nella raccolla rlegli Scrilli politici editi dal Carabba, pag. 90. (26) Per la pace perpetua, pag. 148, (-27) Lisser: Dar Begrilf des Rechts bei Kant, pag. 24. Biblioteca Gino Bianco Ma non é vero che, secondo il Kant, siano esclusi i la– voratori, perchè, per questo filosofo, è padrone di sè (sui juris) chiunque « possegga qualcosa, da cui frag- . ga il suo mantenimento (nel qual concetto rientra ogni professione, mestiere e arte bella o séienza) »-. Esclu– so sarebbe solò chi « serva - nel senso pratico della parola,- ad altri amichè_ al corpo comune ».(28). Nel 1797 -. data del trattato giuridico, ...:_non si po– teva certo pensare ai lavoratori, secondo il concetto· moderno! Non è certo questa una teoria, che io sia così cieco d'entusiasmo per il Kant cl.a difendere, ma ... perchè farne colpa al misantropo solitario .di Konisberg, se tutto 'di vediamo quanto .... libero sia il voto di coloro ·che,_per qualunque vincolo verso altri, si sentono servi, e quasi un prolungamento della volontà del _padrone? E questi vilissimi servi, caro Filodemo, si trovano più in quella famosa e corteggiata classe media, la quale era, per l'Hegel, il nucleo sostenitore del suo Stato, che nella classe lavoratrice. . E quante altre cose non son da accettare oon bene– fizio d'inventario dal Kant! Il diritto familiare, il giu- · idizìo che egli dà dei- ffgli legittimi, alcune sue idee. sul Sovrano, ecc. 11 concetto di Stato, per esempio, è in lui ancor troppo giuridico, mentre nell'Hegel · è invece fin trpppo (se mi è permesso dir così!) etico; ma non si deve .dimenticare la lotta che, poco prima del Kant, aveva condotto il Thomasius, per· limitare le pericolose ingerenze dello Stato; sicchè il Kant, in parecchi punU della sua Pedagogia, è condotto persino a diffidare della funzione educativa dello Stato. Ma che lo Stato sia già nella mente del Kanr quel valore etico che, dopo di lui, sarà divinizzato dall'Hegel, si può desumere specialmente da quell'aureo studio. sulla re– ligione, in· cui. è proclamato che ogni Stato, anche se non deve immischiarsi della legge morale, non deve tut1a:via mai andar contro la legge morale, e da quel– -l'altro non meno prezioso studio sull'Idea di una storia universale, in cui si postula come sommo fine per l'umanità una Società fondata sul diritto, « come unica oomdi~ione, ne_lla quale la natura può sviluppare pie• namente tutte le attitudini di cui ha fornito l'umanità » (29). . . Idea che, per esse~e compresa come compilo morale, cioè libero, e non oome fin~ naturale, deve essere col– legata al contenuto 'della terza parte del libro sulla religione, ove all'uomo si pone il compito di sforzarsi a divenire cittadiq,o di una vera Repubblica morale, di un tutto etico, in cui le libertà esterne siano espres– sione della libertà interna, le leggi positive della leg– ge morale: (30). Ideali! utopie! senlimenlalismi ! esclameranno i_ Real-· po,litike,:, ripetitori del Machiavelli; ma il freddo ragio– natore Kant, che non si commosse gran fatto nella sua metodica vita, serenamente risponde, così difen– dendo la Repubblica platonica: « una costituzione, la eruale miri a)la maggior libertà umana secon'do leggj, che facciano che la libertà 'di ciascuno possa coesistere con quella degli altri· (non della maggior felicità, per– chè questa srguirà da sè), è pure per lo meno un'idea necessaria, che deve essei'e fondamento non solo del primo disegno d'una costituzione politica, ma di tutte le leggi, e in cui si deve da princip:o asfrarre .dagli ' ostacoli presenti, che. probabilmente non derivano i– nevitabilmente dalla natura umana, quanto piuttosto dalle idee vere in materia di legislazione. (31). Se qui non v'è il pz:incipio c1'itico-pratico della prassi che si rovescia (principio che noi non cerchiamo nel Kant), v'è tuttavia indicata come fine quella Società, che, nel Manifesto, è data come mèta del socialismo. (28) Sul detto comune ec~., pagg. 95-97 e Dottrina del Di- ritto pag. 123. . (29) Scritti politici, c<I. cii., pag. 5!). . (30) Die Religion ecc., ed. Reclam, pagg. 98-100. . (31) Critica della ragion piira, ed. Lalerza, voi. I, pag. 301 e .Pedagogia, edila dalla Soc. ed. Dante Alighieri, pag. 130.

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