Critica Sociale - anno XXXV - n. 13 - 1-15 luglio 1925

• • CRITICA SOCIALE 159. il' vero padre del positivismo; nè ci soffermeremo a consi– derare se veramente questa concezione del Rensi faccia tui:– t'uno col relativismo del Simmel (2), poichè non è· questo · che in lui importa. Quel che è caratteristico del Rensi, e che ci fa ammir;,ire la sua figura austera di solitario spregiatore del mondo, anche quando ci sentiamo d/l lui più lontani, è l'intimo tormento che scorgiamo nell'aQima ~ua, la con– tinua insoddisfazione di .se stesso e del mondo, l'implacabile volontà di inseguire una meta, che non si raggiunge mai, sur una via abbandonata db.gli altri, l'ostinata fiducia (ot– timistica, in fin de' conti) di conseguirla proprio c;,immi– riando all'opposto dei• contemporanei. Questo, di lui, ci piace, questo suo aristocratico isolamento che può fargli esclamare con orgoglio: « Etiam si omnes, ego non»; o fargli ripetere la frase superba: « Victrix causa. Diis placuit, sed vieta Ca– foni », questo suo fiero disprezzo della moda t_rionfante per cui difende con tanta passione oggi la ·libertà, lui che, in tempi d_i trionfante democrazia, non aveva esitato a svolgere la I iloso/ ia dell'autorità e a tracciare i lineamenti d'una poli– tica impopolare, E per q,J.esto appunto -crediamo che; più che il contenuto specifico di questi ultimi scritti, sia da dguardare il suo cammino in tutto il complesso, poichè così solo acquista il suo significato ver:o: l'ultima posizione non è ,che un mo– mento •di questo cammino, e già noi vediamo in luj apparire il dubbio, sia pure in un primo tempo represso, che lo trarrà forse domani a ripigliare la sua tenace· fatica: • Ma la materia:non è essa stessa, nella sua ultima essenza, alcunchi– di immateriale, elettroni, centri di pura forza, o simili? , (3). ~u un pup.to solo desideriamo indugi,a•rci, perchè è. di viva e palpitante attualità. Il libro •Realismo,, che l'Autore· ha con nobile pensiero dedicato • alle medaglie d'oro della guer– ra per la liberazione dell'Italia dal nuovo sanfedismo-,, vuol essere sqvrall!tto, com'è detto nella Prefazione, una batta– glia contro lo spirito servile del noi,tro popolo, una pietra portata al faticoso edificio· dell;educazione civile e politica degli Italiani. L'Autore vede appunto nella filosofia idea– listica l'educazi@ne al servaggio, e si propone di combatterla; . ma egli stesso no_ta poco più oltre la stretta. parent.ela che lega l'idealismo al protestantesimo (4). Ora ci sia consentito di rilevare come questo spirito servile siasi §viluppato nel nostro Paese proprio all'epoca della controriforma, quando la ,rµiseria economica spingeva gli Italiani in braccio alla Chiesa e li . faceva soggiacere all'influenza della cattolicissima Spagna, · rendendo incapace la nostra decadente borghesia di un'affer– mazione individualistica. Il cattolicesimo fu dunque la vera educazione al servaggio: esso è infatti ·n momento dell'ogget– tivazione, in cui l'uomo vede il proprio obbietto separato da sè e si lascia dominare dal suo prodotto. L'idealismo in– vece, seguendo la grande via def protestantesimo (sotto le cui insegne s'era avuto il risveglio della dignità ùman_a .e l'af– fermazione della personalità), conquista nell'autocoscienza l'u– nità dello spirito, cp.e non è più nè mero soggetto nè mero oggetto. L'uomo vede sè e il suo prodotto, si sente tutt'uno col mondo e su questa unità fonda la sua libertà vera, superan~o l'arbitrio soggettivo e la supina acquiescenza, alla volontà es(eriore. · Per questo riteniamo che solo sulla via dell'idealismo (<lal quale· sono· usciti del resto grandi educatori come Fièhte e come Marx, che altro non è ·se non l'inveramento di- Hegel spogliato delle sue parti caduche), sia da ricercarsi l'educa– zione civile e politica degli· Italiani; ma riteniamo altresì, per quanto possa sembrare assurdo, che a quest'opera contri– buisca più assai il Rensi materialista che l'idealista Gentile. Poichè questi smarrisce nell'attualismo la visione unitaria del processo storico inteso come creaziçme, e accenna a ri- ' tornare alla pura soggettività, mentre quegli, dimostrando continuamente l'insostenibilità della propria posizione che vuol· essere oggettiva, è spinto al superamento di essa nella conquista dell'unità. Del resto, in questo suo riflettere in sè (2) Questo filosofo è ancora poco nolq in Italia, e merite– rebbe di esserlo assai più. Egli .è infatti uno dei più illustri rappresentanti di quella crisi del pensiero filosofico che si chiamò altrove James o Bergson, e che per noi, avvezzi a· considerare lo sviluppo della filosofia non dissociabile da lutto il corso della storia umana, è l'espressione altamente significativ.a della crisi di tulta la società borghese. Onde riteniamo che, solo quando tale crisi sarà comunque risoluta, questi filosofi, de$ni del resto della più alta considerazione, per il molto che c1 hanno insegnato, magari contro i-loro in– tendimenti, potranno trovare il loro storico vero. Consigliamo frattanto la lettura dello scritto su citato che è - crediamo - l'unico del Simmel sin qui• tradotto in italiano. Interessante anche la prefazione prepostavi dal traduttore. (3) pag. 304. (4) pag. U. Biblioteca Gino Bianco medesimo il dramma del. mondo, nel dolore sincero ch'egli prova dinanzi alla constatata ineliminabilità del male e alla · riconosciuta necessit~ -del'la lotta continua con esso, non· è già iJJ germe quell'_idealismo ch'altri potrà svolgere da lui? PROMETEO FILODEMO, Studii filosofici. Il turbine ohe da oltre 10 anni s'è abbattuto sul mondo iu– tiero. e la cui tragicità incombe tuttavia e pare anzi accFe– scersi ogni giorno, ha posto· nettamente ai giovani non inclini a cedere alle lusinghe di un'esteriorità. che tanto più si mostra appariscente quanto più ce1a vuoto all'interno, i[. mistero della vita. Mistero che vuol essere affrontato in tutta la sua inte– rezza, dramma che vuol essere vissuto in tutta la sua do– lorante esperi~nza: da qui la nece~sità di rivolgersi alla filo– sofia, per essere idonei a studiare il tormentoso problema. Questo ci spiega appunlo l'intenso sviluppo di studi filosofici, ai· quali s!è data Lanla parte-della gioventù d'oggi, e il conse– guente fiorire delle pubblicazio•ni filosofiche. . Fra queste va segnalata la Piccola Biblioteca di r:ollura Fi– losofica .(1), éhe si propone il lodevole intento « di aprire ed indicare le vie del pensiero alle persone di buona volontà •· E va· rodala, essa, per il tentativo di portare un ordine si– stematico nelle pubblicazioni filosofiche, a vantaggio -dello slu,dioso,. QheJùi, soJilo non ];ia, possibilità di ori,enlarsi da sè nell'anarchia che regna nel mol)do editoriale. Tuttavia dubi– tiamo vi si. possa riuscire; anzi dubitiamo che il sistema che si vuole introdurre finisca col soffocare quella vita che è propria ,della filosofia. Così, per es., il voler racchjudere nello stesso numero di pagine il pensiei:o di Boutroux e, quello di Hegel può far perder di vista al principiante l'importanza rispettiva di· questi due pen~atori, di cui il· secondo si, ttova infatti a disagio nel breve spazio di questi volumetti. E an– cora temiam0 - ·e formiamo l'a11gurio che ciò non sia - che questi yolumetti possano ridursi ad una specie di bre– viario per il principiante, e finiscano col fare della filosofia uno studio a buon mercato. Al postutto, quella difficoltà di orientamento che sopra accennavamo racchiude in sè forse un notevole vantaggio, in quanto costringe lo studioso ·a pensare fortemente e a vivere intensamente la filosofia; e questo è• l'unico modo di intenderla davvero. Solo per chi l'ab– bia già fatta sua, un riassunto può avere qualche valore . Altrimenti è un frigido schema, in cui più non· scorre la vita. Il valore degli Autori, cui è affidata questa còllezione, ci dà tuttavia affidamento che le difficoltà éla noi qui accennate saprann_o essere felicemente superate. · p. f. (1) Piccola Biblioteca dt Cùltura Filoso/ ica diretta da Valen:– tino Piccoli, ed. Athena, Milano. - Sono usciti i segueriti volumi: Piccoli: Introduzione alla Filosofia. - Zini: Schopen– hauer. - Rotta: Spinoza. - Tissi: James. - Maggiore: Hegel. - Ranzoli: Boutroux. · Ogni volume L.. 5. PUBBLICAZIONI PERVENUTE .JN DONO. Prof. Arturo Labriola: Studio s11 llfarx; II ediz. corretta, con appendice di Giorgio Sorel. - Napoli, 1926 (sic!). A. Mo– rano edit., via D. Capitelli, 26. - Un vol. di pagg. 282 (L. 14 in Napoli; L. 15 nelle altre città del Regno). - [i:: una rie. . dizione, molto più corretta, ma inalterata nella sostanza, di al– tro lavoro pubblicato fin dal 1908 col titolo: llfarx nelrecono– ·mia e come teorico del soçialismo, e intende - come avverte l'A. nella prefazione - « a dare i caratterf della ricerca eco– nomica di Marx e ad esaminare le conseguenze che dalla sua critica dell'Economia politica Marx ricavava in sostegno delle . propriè conclusioni di economista pratico •· « Pubblicando~i - soggiunge l' A. -· in un fosco periodo di reazione politica, questa ristampa è anch'essa ·un piccolo contributo alla bat– taglia che si combatte per i liberi destini della civiltà ita– liana •· Ad Arturo Labriola, scrittore fecondissimo e sempre interessante, siaino debitori di parecchie recensioni, per i suoi ultimi volumi ~ e anche per questo, ·di cui per oggi ci dobbiamo Jimit!lre· all'annuncio.] Giuseppe Galletti: Per il coordinamento e miglioramento dei calcoli dei numeri indici dei prezzi al minuto in Italia. - N. 1 della • Collana di studii e monografie • della Confede– razione Generale del Lavoro, Ufficio Stampa e studii. - Milano, 1925, via M. Fanti, 2. (L. 2). T. Bruno: La Federazione del Libro nei suoi primi 50 anni di vita. Prefaz. di Rinaldo Rigola. - (Nelle 240 gràridi pa– gine e nelle 24 tavole fotog,rafiche di questa veramente magnifica edizione, artisticamente curala anche nei pii1 ten1,1i particolari, l'attuale Segretario federale condensa ed illustra la storia semisecolare del primo, del piì1 saldo e molteplice fra i nostri sodalizii nazionali di classe. Dalla quale, sobria nello stile e tutta intessuta di fatti e dì documenti, molte cose può apprendere il movimento sindacale, e l'accusa, troppo spesso lanciata· alla Federazione dei tipograU, di gretto e chiuso corporativismo, viene anche in gran patte sfatata. -.; '--

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