Critica Sociale - anno XXXV - n.9-10 - 1-31 maggio 1925
GRIT1.CA SO01AL~ 123 Questa caratteristica coscienza di classe dei pic– coli proprietarii è stata in Russia. lo scoglio con~ tro il quale s'è infranta la nave delle illusioni bolsceviche: e l'esperienza russa può èsserci di grande aminaestratnenlo, ìn quanto confluisce,con essa anche qualche esperienza nostra diretta. La illusione dl fare. dei piccoli proprietarii rurali una forza del comunismo, poleva durare in Russia fin che i contadini erano interessati alla disfatta degli esercili controrivoluzionar:ì, dietro cui avan– zavano le aspirazioni e· rivendicazioni degli anti– chi feudatarì; doveva svanire app~na si scopriva l'antitesi degli interessi economici e, politici fra quella classe e il proletariato comunista. Ma l'an– titesi era apparsa aspra è .cruda fin dai primi momenti, quan.do il Governo ·sovietista, coerente alla dottrina sòcialista, aveva voluto appoggiarsi · ai poveri del villaggio, ossia al proletariato dei braccianti contro i piccoli proprietarii. La rea– zione violenta e sanguinosa, che immediatamente si scatenò da parte di questi, ci richiama appunto alla memoria l'esperienza italiana. Anche fra noi l'azione della Federazione della terra, coerente alla 'visione socia) is ta, era stata, nell'immediato dopo guerra, contraria al princi– pio della diffusione della piccola proprietà, e ave– va cercato di frenare l'aspirazione di molti mez– zadri e affittuari a diventare proprietarii di un appezzamento di terra, per lo più di quello che essi çolth;avano. · · Non era soltanlo una ragione politica, che· de– lerminava tale atteggiamento; ma anche la con– sapevolezza del più vasto e profondo interesse della produzione, che nelle regioni a cultura indu– striale intensi va (dove l'organizzazione era riu– scita ad imporre un largo impiego. di mano d'o– pera e ad aumentare così, a beneficio generale della nazione, .la produttività del ~uolo) sarebbe stato gravemente minacciato dal frazionamento delle grandi proprietà. 'Il piccolo proprietario, per scarsità di mezzi, che non consentono l'anticipo dei capitali occorrenti all'agricoltura intensiva; per grettezza e tenaee amor di risparmio, che (pur prodigando, senza misurarlo, il proprio lavoro) lesina ogni sborso di danaro, anche se sia mezzo di maggiori redditi futµri; per dìffidenza ed av– versione contro i braccianti, e per tendenza a compiere tutti i lavori in economia, con le braccia della propria famiglia, avrebbe costituito un nuo– vo nemico non del solo proletariato agricolo, ma · anche dell'interesse pubblico per il diminuire del-' la intensità produttiva. Da ciò. l'ostilità e gli im– pedimenti frapposti dalla Federazione dei lavo– ratori della terra ai progetti di appoderamenti e di formazione di una vasta classe di piccoli . proprietarii. . • · . Ma le schiere degli affittuarii e dei mezzadri, invase nel dopo· guerra dalla suggestione della formula: la terra ai contadini) che era venuta a rendere spasmodica la loro vecchia fame di terra, m'.ordevano il freno e coltivavano sordi rancori, attendendo il momento propiziç:i della riscossa. E anche per ciò nelle regioni dove più forte era stata la Federazione della terra e la sua azione, il fascismo è stato una vera ,esplosione di ceti medii agrari compressi; e più aspra e violenta è stata la reazione, diretta inoltre contro le impo– sizioni d'impiego di mano d'opera e contro gli uffici federali di colJocamento. no, la quale gli fa radicare sempre più nel fondo, diventalo suo, il lavoro delle sue braccia ed ogm sentimento e desiderio del su·o spirito, proveniente dalla tradir.ione dei padri e prote- so verso la discendenza dei figli. - • Si rafforza allora e diventa p.iù profonda e tenace la ten– denza tradizionalista e conservatrice, che meglio mantiene ed alimenta l'attaccamento alla Chiesa •· . ( Rivoluzionarismo conservatore, nel Progresso di Bologna ùel 24 marzo 1920). . BibliotecaGino Bianco Estranei tradizionalmente alla politica, i medii ceti agrari vi sonp stati spinti dentro dalla viva forza degli interessi economici; e, certo, una volta invaso il nuovo campo d'azione, non dimen– ticheranno l'esperienza fatta. Sicchè il problema politico dell'azione del proletariato e del partito socialista nei loro riguardi risulta intensificato ed aggravato nelle S"!].e difficoltà. c) /llµsioni e· malcontento.' Possono i medt ceti cooperare col proletariato agricolo? Senza dubbio, anche per loro l'albero fiorito delle illusioni si è venuto· sfrondando di molti rami, in questi anni. E il programma della terra ai contadini non vien più bandito, dopo le· scarse e dure applicazioni, che qua e là qualche affittua– le o mezzadro ha potuto realizzare, pagando a prezzi elevatissimi l'acquisto del suo campo. E per quanto i med1 ceti agrari, per il salire ver– tiginoso dei prezzi delle derrate che essi produ– cono, abbian visto gonfiarsi di carta moneta i. loro portafogli, tuttavia li ha irritati l'aggravio delle tasse, che la politica plutocratica ha river– sato sopra la gente del lavoro, per il pagamento de~ debiti di guerra; li ha irritati tanto più, •in quanto alla guerra essi, per la natura stessa del– la loro vita· e funzione economica, dei loro in– leressi e della loro. mentalità, ~rano e sono rit– masti avversi. E la soddisfazione per .il maggior reddito m-0netario, che ora essi ritraggono dai lo– ro ptodotti, si offusca e scompare di fronte al cocente spasimo dei prezzi esorbitanti che deb– bono pagare all'industria e al commercio, per tut-. to ciò che sia necessario alla loro vita e alla stessa coltivazione dei campi. ' -Il ma.lcontent0 serpeggia e si dìffonde. Ma può essere confuso con un fermento di idee innova– trici, ne.I qirnle i ,socialisti possano scorgere un principio ùi orientamento fa\Torevole alla loro propaganda e all'azione di classe-del p;r.oletariato? lo credo· che no.. Lò spirito dei ceti m~di agra– ri resta (e non può non restare) quello del piccolo proprietario. Al quale non basta mostrare, per rassicurarlo - come s'illudeva l'Avanti in un ar– licolo del, 28 marzo, · pieno del resto di sennate osservazioni sui rapporti del proletariato con le classi medie - che anche il socialismo non potrà far senza degli esperti della agricoltura. L'agri– coltore, divenuto,•o aspirante a diventare, piccolo proprietario, è attaccato all'ideà della proprietà: offenderlo o minacciarlo in quell'idea significa farlo rivoltare in reazione aspra e violenta. Così in Russia, così in Italia. Sarà dunque per il .pro– letariato un· nemico irreducibile? E quale atteg– giamento si deve prendere di fronte ad esso? Il criterio per un'azione socialista deye muo– ve~e dalla considerazione del rapporto fra le a– spirazioni o tendenze dei vari ceti e le esigenze economiche delle forze produttive. Se e dove quel– le tendenze siano conformi a tali esigenze, esse sono incoercibili; ed è vano contrastarle con un'a– zione politica: il partito, che tentasse di· tratle– rrere con la fr.agile diga della sua' azione qmpeto irresistibile della fiumana in corso, resterebbe tra– volto. Se invece quelle aspirazioni siano in con-'. trasto con le esigenze della economia, sono desti– nate .ad elidersi da sè. Del primo tipo è l'attaccamento alla piccola proprietà nei coltivatori di regioni ove la piccola proprietà Tap presenta l'unica conduzione econo– mica possibile dei terreni: o perchè si tratti di · regioni collinose o montagnose magre e di diffi– cile lavorazione, o di campagné anche ricche, ma a culture speciali che richiedono una intensità e continuità di lavoro su piccoli appezzamenti. Se non ci sia l'interesse person_ale e familiare, e il tenace senso di amore alla__ terra propri-a,
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