Critica Sociale - anno XXXV - n. 9 - 1-15 maggio 1925

ClU'I'IOa -S001ALE 119. 1:>no spesso li per lì per mettersi dall'altra parte e non v~_andai:ono solo perchè la Germania violò i loro diritti pm dell !~tesa. Le lettere di Walter Page, l'ambascia– tore aI?encano a Londra durante la guerra mette Wil– son e_ 1 suoi amici in una luce non invidiabil'e da questo lato e mostrano che pur molti Americani avevano ver– gogna de~ _co?tegn~ puraménte commercialistico dei,_ loro uom1m d1 Governo. E che autorità potrebbe avere un Protocollo non applicabile se non col consenso di estranei alla Lega? Diremo dunque che il Protocollo è morto perchè do– veva morire? Tutt'altro! Gli eventi hanno camminato ~olto raJ?idamente, e nella direzione giusta, nelle ul– time settimane. Anzitutto, il Governo britannico non ha ac~ettato l'idea, cara a Chamberlain, di un patto esclusivo fra 1mpero Brit~nnico, Francia e. Belgio sol– tanto; patto cui i .Dominions non avrebbero aderito. In secondo luogo, la proposta tedesca di riconosci– mento dei confini occidentali attuali della Germania e di impegno a non alterare con la forza gli orientali a P:OJ?OS_ito ~ei q~ali si è financo fatto parola di ne~ goz!ah d1rett1 e d1 trattati d'arbitralo con la Polonia ha immensamente. migliorala la situazione· e Chamber~ lain ha magnifica.mente oolta la palla al v~lo. Si tratta allora di ved~re se si può ve1;1irea un patto di reci– proca aggress10ne tra Impero Britannico Francia Ger– ~an~a, Italia· e Bel~io: Se sì, è chiaro cl~e un tal 'patto– ~mphca un meccanismo e un metodo per determinare t~ caso di necessit_à, ~'eventuale aggressore, nonchè pe1'. nsolvere eventuali. q.1spute. Ed eccoci allora di nuovo a! problema fondamentale dell'arbitrato e della defini– zione dell'aggressione, che è il cuore stesso del Pro– tocollo, la parte che è più viva che mai. Le diffico!tà ~on sono· certo nè poche, nè piccole. Come separare 11 patto a cinque per l'Occidente dal problema dei confini orientali? La Francia è alleata alla Polonia e. dichiara a fronte -alta di non volerla, abbandonare; e la Polonia dichiara di non voler nem– meno contemplar~ la possibilità di una discussione de' · suoi confini; ed è più che mai certo che è impossibile all'Impero Britannico impegnarsi a mantenere j detti C<?nfini. È certo però che, se a un tal patto si addive– msse, esso ~3:ebbe preferibile al Protocollo, perchè sa– rebbe, s~ec1ficata_mente limitato a questioni europee; perche, rnvece di dar ombra agli Stati Uniti .ge ao– ·d:eboe_il fa~ore, e pe:~hè non ·conterrebbe alct;n ger~1e d1 mahntes1 ed attriti tra Stati Uniti ed Inghilterra tra Inghilterra e Dominions e tra Dominions Stati U~ niti e Giappone. Sarebbe la linea tiella mi~or resi– stenza. E, dopo Lutto, anche tali difficoltà fin d'ora non sono Lali da parere insuperabili. Si può pensare, ad es., che la Germania s'impegni a non violare coi{ la [or~a_ lo st_a~odi cose attuale in Oriente per dieci o qumd1c1 anm; e eh~, se _nel__ frattempo essa si prep.'.l-' rasse a comperare 1 ternlor1 or polacchi che le spel– lano, la Polonia potrebbe finire col non essere indif– ferente alla prospettiva, che a un -tempo equivarrebbo a_un aumento di sicurezza, specie se la. Francia a ciò 1'111coraggiasse, ogni dì più doloros.'.l1nente conscia del– l'impossibilità di godere ad Occidente una sicurezza non garantita dall'Inghilterra e di rifarsi finanziaria– mente fino a che, in assenza della sola sicurezza che l'InghiHerra può darle, essa deve contare sulle sole risorse militari sue ·e de' suoi alleati e vassalli. Sono difficoltà che possono diventare anche meno formidabili di quel che ora sono a mano a mano che ' ' ' come già Lloyd George capì a Cannes· anche i suoi . . ' successori capiranno che a sua volta la questione po- lacca,_ parte essenziale della questione europea, non è s?lub1le senza la cooperazione della R.ussia, senza il r1tor)Jo della Russia nel concerto europeo, un ritorno che la stessa evoluzione nelle condizioni economi– c~1,ee socia~i interne della Russia va rendendo sempr<' pm probabile ed anzi necessario. E sono difficoltà, fi– nalmente, destinate ad essere gradualmente superato sotto la costante, automatica, quasi inconsapevole e na– turalmente e tacitamente concorde pressione del mon- Biblioteca Gino Bianco do transoceanico, e in particolar modo del mondo bri– tannico-america,no. Gli Europei del continente com'è del resto più che naturale, possono spesso ~entirsi seccati ed irritati che nelle loro faccende essi debbano dal 1917, anzi dal 1914 in poi, prendere in considera~ zione le eventuali reazioni della loro condotta di là dagli Oceani, e che così gli Stati Uniti come i Dominions britannici siano tanto restii a voler porre le loro firme a certi documenti e faccian ·quasi da peso morto sull'i– niziativa della Gran Brettagna. Ma di chi la colpa se non dell'Europa, che non sa più da soia tener la pace in casa sua ed anzi ha messo a soqquadro il mon~ do intero? Bisogrra inoltre pensare che in quei Paesi lontani non si aveva nessuna brama ardente di im– picciarsi .di cose europ(le; che ognuno dei Dominions britannici, con popolazioni dal 5 agli 8 milioni di a– bitanti, ha perduto circa 60.000 uomini in guerra su p_er giù quanti gli Sta.ti Uniti; che ognuno è ansi~sis– s1mo di tenersi fuori dell'Europa il più possibile e ' ' non puo e per un bel pezzo non potrà· e che in as- senza di ciò, la loro preoccupazione è' precisamente que!la di_ impedire alla iniziativa di Londra di agire altrimenti che oome dal di fuori e dall'alto da arbitra sulle contese còntinenta1i, oome se l'art. X impegnass~ solo a non aggredire e non già a mantenere ogni vi-• gen!e tratt_ato in ogni suo particolare e in ogni caso. · S1 che, m queste condizioni, a un tempo fianchea– giala e vigilata da Dominìons e da Stati Uniti, l'Inghil– terra non ha che due alternative possibili innanzi a sè: o incoraggiare sul continente ogni tendenza che porti a un'Europa non più divisa in due campi arrnati 1 ma una, e nella quale essa possa pesare da eguale e avere per i suoi commerci diritti ed opportunità e– guali; o'7vero, se l'Europa non sa unificarsi, mantenersi come pel passato vigile e indipendente da tutti, salvo' pesare dalla parte con cui ha più comunanza d'ideali e di interessi contro quella da cui più ha da temere. Rifiutandosi di aderire a patti che. possono di bel nuovo dividere l'Europa in due campi armati; mante– nendo la massima libertà di mosse e non aderendo se non a patti che unificano invece di dividete in Europa e fuori di Europa, l'Inghilterra obbedis~e a un tempo al suo istinto di conservazione politica al– le esigenze della ripresa delle sue esportazioni e' dei su~i investimenti ed alle esigenze della massima pace e s1~urezza per tutto il continente europeo. Sovrapopo– lala com'è, con una popolaz,ione che pur ora è in ra– pido aumento e per quattro quinti per vivere ha biso– gno di comperare esportando in tutte le parti del mon– d<?,dal quale e dalla ctù prosperità dipende più d'ogni altro Paese, essa è più d'ogni altro Paese intensamente interessata alla pace e alla più rapida restaurazione economica di tutti e a far oper-a mediatrice fra Ame– rica ed Europa, fra· Oriente e Occidente. Per di più la sostituzione del petroli:o al carbont; come combustibile nella marina mondiale inclusa la . ' ' sua, sta imponendole una rapida riorganizzazione del- l'industria mineraria, sia per elettrificare tun.o il mec– canismo della produzione e riduq:ie i costi, sia pà ottenere dalla distillazione del carbone il petrolio, che, ora deve comperare e .far venire da 1,onlano · ed i . . . , prezzi crescenti del cotone greggio americano dovuti in parte all'a_umentato consumo americano, i'n parte alla devastaz10ne che gli insetti parassiti fanno nei cam ~i americani, senza che fin qui la scienza possa porvi freno, rendono urgente l'intensificazione della c~llura del cotone in tutte le parti adatte dell'Impero, s1 da pote~e far senza, per qualche generazione, di cotone transatlantico. Ora, lutto questo esige tempo, accumulazione e investimento di capitali e sicurezza .;u tutti i mari e su tutti i continerili · e ciò nel mentre . . ' . . ' éi s1 e 1mpegnal1 a pagare puntualmente il debito al- l'America, e si è pralicamenlc certi che si avrà ben poco o nulla dai propri debitori. . Tali s_ono le forze irresistibili che; nonostant~- il mutar di partiti e Gabii:ietti al potere., nonostante lie- vissime deviazioni a destra e a sinistra, spingono l'In-

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