Critica Sociale - anno XXXV - n. 9 - 1-15 maggio 1925

., 118 CRITICA SOCIALE ~:__--------------=--------;--------;-------:--~ ----- Ciò che· è morto e ciò che è vivo delProtocollo diGinevra I lellor( dei nostri precedenti articoli (1), e specie del– l'ultimo, non possono esser rimasti sorpre~i che il Go– verno britannico abbia, di fallo, ·se non d1 nome, sep– pellito il Protocollo di Ginevra nella sµa form~ attuai~; ma siccome e in Ilalia e nella stessa Inghilterra Il Pr~locollo e lo stesso seppellimento son più cose di · cui si discorre che non cose di cui si abbia conoscenza concreta sarà bene discuter d'entrambe con .qualche ampiezz~. Il Protocollo, come è noto, . è l'alt~rn~tiva trovata a Ginevra lo scorso settembre rn soshtuz10ne del Patto di Mutua Garanzia, che Lord Robert Cecil aveva combinato d 'accor.do con gli Stati Maggiori in– glese e francese, q uando P oincaré pareva ancora d~– vesse durare in eterno, e che Ramsay Mac Donald di– chiarò inaccellabile. Senonchè la delegazione britan– nica capitanala da Lord Parmoor e cla Henderson, lasciata a. Ginevra da Ramsay Macdonald a negoziare il nuoYo Patto, era impreparata al grave còmpito e si lasciò non poco, per usare una espressione assai mite, infin10cchiare dal Benes, non meno che dai rappre– sentanti della Ffancia e de' suoi alleati e vassalli in– teressali al mantenimento dello status quo territoriale fissato a Versailles, u1Jo status quo che, nel bacino della Sahr· in Tzeoo-slovacchia, in Polonia e in mezza dozzina cl';ltri luoghi, ha creato.nuove -Alsazie-Lorene, nuove minoranze nazionali .irrequiete e nuovi Stati che non poss;:ino tenerle a posto e stare in piedi se non mediante una comune supremazia militare in Europa Jra questi Stati e la Francia. Il primo difetto fondamentale del Prot,ocollo fu di es– sere un docui-nento che, in sostanza, contemplava situa– zioni esclusivarneule europee e impegnava rigidamen– te, in anticipo, a favore di una data soluzione anche Stati autonomi extra-europei. Occorreva aver la testa nelle nubi per pensare che, ad es., l'Argentina o il Siam potessero sul serio pensare di far onore alle loro firme e prepararsi, aumentando i loro armamenti, a intervenire, poniamo, in una disputa tra Rumenia e Bulgaria o tra Bulgaria e· Turchia; o che i Dominions britannici pensassero, senza prima interrogare i loro Parlamenti, di ritenersi mai impegnati a ·intervenire. per n,.antenere gli attuali confini della Polonia! O che essi e l'Inghilterra dovessero, in seguito· a una delibe– razione del Consiglio della Lega, in cui hanno peso anche Stati dell'America Centrale e Meridionale, in– tervenire a bloccare uno di questi, riconosciuto aggfes-· sore, a costo di mettersi in guerra con gli Stati Uniti a proposito della dottrina di Monroe ! È questo un punto sul quale Macdonald ebbe troppa fretta nel. con– ·ctannare in blocco il Trattato di Mutua Assistenza, senza far proprio il principio, in quello incluso, di accordi regionali ad hoc registrabili presso. la Lega, non impegnanti, in prima istanza almeno, in questioni europee, se non gli Stati europei. Il secondo difetto del Protocollo fu çli sottrarre al– l'arbitra~o proprio le questioni europee che sole pos– sono condurre a :guerra: quelle riguardan li revisioni di confini e di trattati. Invece di rafforzare l'art. -xix dello Statuto della Lega, il quale dispone che l'Assem– blea di questa può consigliare e studiare tali revisioni, ma che non obbliga alcuno ad accettare tali oonsigli, il Protocollo procede senz'allro a sottrarre all'arbi– trato tali questioni. Si è detto che bisognava rendere impossibile ogoi guerra e che lo Statuto della Lega da solo lasciava aperto l'adito a che uno Stato, stanco di lungaggini diplomatiche, procedesse a farsi giustizia cta sè. Ma è una pessima di fesa. N el mentre, secondo lo St-alulo della Lega, lo Stato che.si rifiutasse di accedere alle revisioni consigliate d alla Le ga, ossia dall'opinione .pubblica di lullo il mondo, pur se aggredito dallo Stato che avesse per le sue rivendicazioni il favore di tale (1) Yedasi Critica Sociale del 1924, ~um. 6, 9, 22: · BibliotecaGino Bianco opinione, non potrebbe oootare sull'appoggio diploma– tico di questa, di cui tuttavia potrebbe aver bisogno presto o tardi, e quindi esser indotto all'~ltimo 1_110- mento a cedere alla ragione, il Protocollo gli garantisce l'appoggio diplomatico e, occorre~do, anche il militare. Esso non ha che da star trauqU11lo per metter dalla parte del torto e far .dichiarare aggressore lo Stato che tuttavia la Lega avrebbe prima dichiaralo aver ·ragione I E qui sorge un'altra questione capitale_: è supponi– bile che l'opinione pubblica di Paesi liberi permette– rebbe ai l,oro Governi ·di appoggiare chi non accetta i suoi consigli ragionevoli contro chi inchieste e ver– detti dichiarano nel giusto? Il solo e vero modo di im– pedire ,che uno Stato proceda a farsi giustizia da sè è di sottoporre tutte le questioni· all'arbitrato, impe– gnando tutti ad appog_gia~e i verdetti arbit~ali .. È ass~i dubbio se, per quest10ni extra-europee, srn 1 Dom1- nions britannici, sia l'America siano a ciò pronti; ma è questo certo l'unico modo per garantire la pace in Europa: e il Protocollo l'ha messo da parte. Il fallo si. è che il Protocollo con questa disposizione· ha ag– gravato il difetto fondamentale dello· Statuto della Lega, il famoso art. X, .che, invece di limitarsi, come la De– legazione· americana a Parigi nel 1919 proponeva, a chiedere a ogni me,mbro della Lega d'impegnarsi a non aggredirne alcun altro, procede a impegnare cia– scuno a mantenere l'integrità territoriale d'ogni altro; e che trasforma così la Lega, da una Associazione di Stati per risolvere pacificamente controversie suscetti– bili di condurre a guerra, in una Associazione per mantenere lo status quo territoriale. La Lega, come è attualmente costituita, è una ibrida combinazione e giustapposizione di queste due con– traddittorie finalità, e il PrQlooollo ha accentuato la finalità conservatrice, imposta dalla Francia e dai suoi alleati a spese della finalità conciliativa, favorita dai Paesi 'anglo-$assoni. Fino a che _la Francia insisterà nel sottrarre all'arbitralo le questioni dei confini orien– tali della Germania, nessun Governo inglese, non im– porta di qual partito, riuscirà a far accettare il Proto– collo di Ginevra ai Parlamenti dell'Irripero Britannico. Non bisogna dimenticare che, in Paesi in cui 1101? c'è coscrizione e in cui è sovrana l'opinione pubblica e non c'è stampa addomesticala, un Governo non può promettere se non ciò che sa c~e H Paese sarebbe pronto a mantenere accorrendo alle armi. Il Governo britannico che aderisse a un patio di garanzia anche per le frontiere orientali della Germania provoche– rebbe automaticamente la secessione dei Dominions, e probabilmente non durerebbe ventiquattro ore al po– tere. È un errore madornale l'imputare al Gabinetto attuale la principale responsabilità nella repulsa del. Protocollo di Ginevra. Il Gabinetto attuale non ha mo– strato verso di que~.to alcuna buona volontà; molte ragioni di Chamberlain per respingerlo varrebbero an– che contro lo Statuto della Lega, che pure nessun Governo britannico potrebbe impunemente sconfessa– re; ma il Protocollo nella sua forma attuale, fu arn pia– mente discusso sulla stampa, in Comizii, in clubs, in seno a famiglie, come in nessun altro Paese, e non ha per sè nemmeno la più autorevole e competente stampa labourista; ad es. il New Statesman l'ha viva– m~nte criticato ; 1100 versa certo lagrime sul suo de- stino. · E non abbiamo ancora che accennato al terw di– fetto fondamentale. Fino a che gli Stati Uniti sono estranei alla Lega, non sarebbe possibile bloccare na– valmen le uno Stato aggressore fuorchè col consenso degli Stati Uniti o entrando in guerra con gli Stati Uniti. Si è detto da Lord Parmoor, da Gilbert Murray e da· Lord Grey, che gli Stati Uniti sono troppo illu– minali per mettersi a favore di uno Stato che risultasse aggressore. Si dimentica che nel 1812 essi non esita– rono, per la questione dei loro diritti commerciali sui mari, a mettersi contro l'Inghilterra e dalla parte di quell'indubbio aggressore di professiùne che fu Na• poleo.ne ; e che, pur durante l'ultima guerra, essi fu-

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