Critica Sociale - anno XXXV - n. 9 - 1-15 maggio 1925

CRITICA SOCIALE 1t5" in concreto, dalle -spalle borghesi e special~ trice della-reazio-ne di Staio, combinata.colla mente plutocratiche su quelle proletarie. Fe- _ reazione sociale e colla guerriglia civile - nomeni di concausa concorrenti, secondarii è - la resistenza, dicevamo, al regime sembra og– complementari, lo. sfrenarsi - degli istinti di gi in un ·periodo .di stasi sonnolenta, che ~sa– violenza risuscitati dalla guerra, la creazione spera le inquiete impazienze e m~ntiene nel– di forti masse di' spostati, divenuti ribelli alla l'ambiente nazionale una tensione infeconda. dura disciplina del lavoro; il disorientamen- Tuttavia, ·da che parte stanno, in questo lo -generale degli spiriti, l'ubbriacatura bo}- « Primo Maggio dei niorti », i morti più veri'! scevica, prodotta dalle promesse: poi tradi~ quelli la cui risurrezione è -storicamente im- te, state prodigate durante la guerra, dal crol-_ possibile? - - , lo c!egli Impe:r:i reazionari, dal mito fallaèe Cl~i sa guardare ollre i crepuscoli nubil0si della palingenesi russa; la ·conseguente fiac- - dell'ora che fugge non ha dubbi -per la rispo– chezza dei Governi, incapa~i d'ogni resisten- sta. Il Medioevo non ritorna, o almeno non za- alla cresciuta faziosità· parlamentare e dei resiste, anche se verniciato a colori sg~rgian– partiti, e altri coefficienti minori. _ _ ti dalla retoricq spavalda- della pretesa era Fu un punto che una diga forse decisiva, nuova. Il vastissimo lavorìo di dissodamento certo parzialmente efficace, al minacciato ro- e di semina, operatosi nel terzo di secÒlo che vescio poteva opporsi, con la partecipazione siamo venuti scorrendo, non può andare per– a lliva e c,oraggiosa'dei socialisti più tempera- cluto; la ardente nostalgia delle masse non ti al Governo, invocata allora dagli stessi più sarà delusa. Degli alberi, èhe abbiamo pian– veggenti uomini d'ordine.per la salvezza co- tati, il ciclone disperse le frondi, scaveizò i n:rnne. Ma un tale passo ché poteva essere rami, incise. qua e là la corteccia ed i fusli; storico, ma che avrebbe imposto ai socialisti le radici - notava Claudio Treves, _e-noiriaf– l'abbandono provvisorio della maggior parte fermavamo, nelle augurali càtacombe· dove del loro programn1a positivo e un atteggia-i celebravamo il nostro rito in,quest'ultima set– mento risoluto contro tutte le violenze, an- timana di p.assione - le profonde radici .ri– che nelle schiere seguaci, per la dif esà delle n1angono salde e gli alberi rifioriranno, ri– essenziali libertà e per una rapida rìéostru- fruttificheranno. Trarremo allora dalle sof: zione cleH'economia del ·paese non a '.spese ferte_ esperienze gli ammonimenti sal11ta.:ri e dei soli lavoratori, fu nettamente ip1pedilo definitivi.. Sarà chiaro allora, anche ai più dall~ _discordie degli stessi so'cialisti, clall' o- miopi e sconsolati, da quale parte .è la vita stiljtà della corrente massimali~ta, ·oscillante che par morle, da quale parte è la morte che peFp:etuam,ente fra socialismo e comunism,o; · usurpa le sembianze. della vita. Attendiamo dalla mancanza fors'anche - nel parti- senza sconforto. to socialista italiano - cli elementi domi- Salute 7 0 genti umane affaticale! natori, meno rispettosi della democrazia in- terna del partito, capaci di imporsi e cli tra- Tullo trapassa e nulla pùò morir .... scinare, affrontando insieme l'impopolarità, il sacrificio di se stessi, le eventuali scissioni - che del resto non fu -possibile evitare ~ e- le calunnie e le difficoltà e gli imprevisti immancabili ,di siffatta avventura. La quale si riduceva nel fatto a una vera inutile « av- · ventura » se noi1 traeva seco il consenso f er– vido e disciplinato della più gran parte delle. masse. Epilogo di tutto ciò, l'avvenlo e il trionfo del fascismo, le cui gesta ci ~ severamente impe_dito di illustrare. Ma il silenzio forzato_ è; in- proposito, di gran lunga più eloqu'ente del più eloquente discorso .... *** Così fu che il recenle Primo Maggio, dopo 34 anni, apparve. uri Primo l\ilagg_iodi deso– lazione, un, ànticipato sul calendario: « gior– no dei morti». La resistenza al regime - sce– mata, per la congiura di circostanze a tutti note, la piena efficienza della prima fase par– lamentar,e o aventiniana, e in attesa di rav– vivarsi, in un secondo momento, nella ri-– presa del movin1ento sindacale, nella viva cd ordinata riscossa dei lavoratori organizzati, per sboccare poi e trovare la propria integra– zione in un movimento insieme sindacale, e– lettorale e politico che ne segnerà la fase de– finitiva; fase affrettata senza alcun dubbio, - se una non supponibile acquiescenza non capovolga i pronostici - dal progressiyo ri– solversi della crisi economica, che -fu la ma– Bi bl-ioteca Gino Bianco (2 Maggio). FILIPPO TURA'l'.l. DUE DATE L'on. Mùssolini è un vero rivoluzionario. Egli ha l'idea della onnipotenza dei· decreti nella sto– ria. La storia contro la natura. La volontà contro l'econwnia. Eglj è convinto con un decreto dì ave– re insufflato nell'animo degli italiani jl pathos del mistico giorno' natalizio di Roma e di avere :loro tolto il pathos c;lel primo maggio. Il primo effètto, con l'aiuto dei grandi mezzi propendeutic~ che. Sono a disposizione dello Stalo e soccorrendo il _facile genio feslaiuolo nazionale, è stato preslo raggiunlo. Un giorno di vacanza perchè lo co– manda il Principe! 'Nulla di più giocondo. Il se– condo effetto, invece, non pare allreltanto spedi-· to. Trentacinque anni fanno un costume, una tra– dizione, un rilo col semplice trascorso del'tenipo. Poi c'è, per quel che vale, l'idea., Cotesla idea è troppo nella coscienza popolare perchè la si pos– sa estirpare. È un'idea attiva che si protende pu– gnace verso l'avvenire;. non un'idea passiva,, ùn ricordo celebralivo del passalo .avvolto nei veli Ìnilologici. È un'idea su cui non si può fare il si– lenzio propizialore del sonno e dell'oblio, perchè non è un'idea provinciale, casalinga, territoriale intorno a cui si possa costruire una siepe pro– tellrice contro i richiami dell'esterno. È un'idea generale, universale, internazionalmente sistema– ta, esteriorizzata, di cui i rintocchi, come quelli

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